Siamo in un periodo molto brutto per l'economia, proprio oggi è uscito un dato che dice che il pil italiano è sceso del 5,9%, secondo solo al tracollo tedesco. Nonostante ciò il premier continua a raccontare balle dicendo che noi siamo messi meglio degli altri, che ne usciremo prima, che la cosa non è poi così tragica, che la situazione è sotto controllo, che nessun governo ha fatto tanto quanto quello italiano (infatti i teorici 9 miliardi stanziati dal governo berlusconista impallidiscono di fronte ai 50-60-70 degli altri paesi). La cosa però non deve sorprendere. Intendo che le frottole raccontate da Berlusconi non devono sorprendere. In fondo lui ha tanto un bel parlare di dichiararsi liberale, purtroppo però, se guardiamo ai fatti, ci accorgiamo che egli è incompatibile con la libertà, in particolare con la libertà in economia. Con la libertà vera intendo, cioè quella che rispetta le regole della concorrenza e rispetta il consumatore. Lui è allergico alla libertà vera, mentre è molto attratto dalla legge della jungla, dove quello più forte o più furbo divora quelli più deboli senza pietà.
Se Berlusconi fosse davvero un liberale, perchè sta smantellando ad una ad una le (pur deboli) liberalizzazioni di Bersani? Io un'idea ce l'ho ed è che deve proteggere il suo elettorato fatto di gruppi di potere, piccoli, medi e grandi, i quali gli chiedono di conservare i loro privilegi a scapito della liberalizzazione del mercato, a scapito della libera concorrenza. Sappiamo bene quanto potere abbiano le lobby in Italia, anche le più piccole. Dunque no al libero mercato, si alla conservazione dei privilegi.
Se poi Berlusconi fosse un vero liberale sarebbe un acerrimo nemico del conflitto di interessi, mentre invece lo protegge come fosse figlio suo, anzi, di più ancora se diamo ascolto alla (ex?) moglie. Già perchè il conflitto di interessi mangia e divora l'economia mondiale e italiana in particolare. Il nostro è il paese dei monopoli (chiari od occulti) e degli oligopoli, un paese dove tutte le grandi aziende sono in mano ai soliti personaggi, speculatori, finanzieri, banchieri, imprenditori, che però non agiscono per il bene dell'azienda e dell'eventuale azionariato, bensì per il bene loro, delle grandi quote di mercato, della speculazione finanziaria. Ecco cosa causa il conflitto di interessi. Causa diminuizione della concorrenza, bassa qualità, bassa competitività, prezzi più alti per i consumatori, indifferenza nei confronti del settore produttivo, eccessivo interesse per quello finanziario. Elio Veltri ha scritto un bel libro su quest'argomento, consiglierei a tutti di leggerlo.
Dunque quando Berlusconi si riempe la bocca di liberismo o di liberalismo mi viene da ridere, o da piangere, perchè egli se protegge i monopoli, gli oligopoli, le piccole e medie consorterie, le lobby, non può anche essere paladino della libertà. E' invece il paladino della soppraffazione, dell'illegalità, del mercato chiuso e statico, tutto rivolto al profitto e non alla libera concorrenza, alla qualità. E' il dominio dei pochi sui molti che egli ama, i giochi di potere grazie ai quali riesce sempre a restare a galla. Quello che lui protegge non sono i lavoratori o le piccole e medie imprese, alle quali dona solamente la possibilità di evadere più facilmente le tasse, ma l'economia speculativa, ovvero quella che ha causato questa grande crisi che ancora oggi lui prova a negare in tutte le maniere. Ecco a chi ci siamo affidati per uscire da questa situazione, a uno di coloro che ha lucrato sopra questo sistema corrotto e marcio e che dunque ha pochi o nessun interesse a cambiarlo e a migliorarlo in modo da arrecare vantaggi anche ai consumatori, ai lavoratori, ai piccoli risparmiatori.
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