mercoledì 20 maggio 2009

Giustizia e libertà in pericolo

In questi ultimi giorni ho notato due cose, cue notizie preoccupanti. una ha a che fare con la libertà, l'altra con la giustizia. Non a caso questi sono due valori fondamentali per consentire a una società di vivere bene e in armonia. Ed entrambe, la libertà e la giustizia (che non è solo quella delle aule dei tribunali, ma anche la giustizia sociale), sono costantemente massacrate sull'altare del denaro e del potere da questo governo fatto di slogan ed errori dilettantistici.
L'altro giorno il presidente Fini, membro ormai dissidente del Popolo della (presunta) Libertà ha dichiarato che uno stato laico non può fare leggi che rispecchino la volontà di una religione in particolare, perchè c'è bisogno di garantire tutti, sia chi crede in altre fedi, sia chi non crede, sia chi intende comunque seguire la propria coscienza al di là delle indicazioni ecclesiastiche. Mi pare, francamente, che questa presa di posizione sia quanto di più liberale ci sia. E, sempre se non mi sbaglio, la cultura liberale è quella di (presunto) riferimento del PdL. Qualsiasi altro leader di centrodestra in Europa avrebbe pronunciato la frase di Fini senza alcun indugio, a cominciare dall'epigono francese di Berlusconi, il caro Sarkozy. Invece in Italia, queste frasi moderate, laiche, liberale (che io condivido pienamente) hanno scatenato le reazioni della destra reazionaria e catto-integralista. I compagni di partito e altri vaticanofili si sono dichiarati sorpresi, stupiti, amareggiati e chissà cos'altro. Dunque, se sono in disaccordo con le parole di Fini c'è da immaginare che siano favorevoli a uno stato dove sia la Chiesa a dettare le leggi al parlamento, infischiandosene della democrazia e della libertà dei cittadini non cattolici, senza contare che poi le leggi cattoliche non sono nè più giuste nè più morali di altre, anzi. Dunque è bene che gli italiani si facciano sentire perchè non vorrei mai che questi integralisti cristiano-cattolici trasformino il nostro paese in uno stato stile Iran, dove le leggi devono per forza corrispondere al leader religioso di turno. Direi che sarebbe una situazione abbastanza lesiva della libertà e della dignità di chiunque. Io non sono un bambino che ha bisogno della mamma-religione per decidere cosa fare della propria vita, se c'è qualcuno che ne ha bisogno mi va bene, ma non mi va bene che l'impongano anche a me.
Dunque mi chiedo cosa ci faccia quella parola, "libertà", nel nome di un partito dalle origini eversive, reazionarie, fasciste, integraliste. Direi che stona abbastanza.
Un'altra notizia, anzi, un'altra reazione dei reazionari del PdL che mi ha colpito (a me ancora colpiscono e scandalizzano queste cose) è stata quella relativa al deposito delle motivazioni della condanna dell'avvocato Mills. Io penso che in tutta questa situazione sia proprio il presidente del consiglio a provocare orrore nei confronti dei cittadini onesti, non è possibile che ogniqualvolta un giudice si azzardi a dire la verità su di lui partano questi attacchi indecenti ed eversivi alla magistratura. Se un qualsiasi cittadino prova a discutere con un vigile urbano rischia gravissime sanzioni, mentre le il capo del governo delegittima e offende l'intero corpo giudiziario, titolare di uno dei tre poteri (ufficiali) che contraddistinguono le democrazie, non rischia nulla. Direi che solo in Italia è possibile accettare questa violenza e questa presunzione da parte di un uomo che altro non è se non un "grande imbonitore". Probabilmente però agli italiani piace abbastanza farsi imbonire, abbiamo visto il grande successo che qui da noi hanno le varie Vanna Marchi, i vari oroscopi, i vari stregoni, i vari padre Pio, le varie madonnine piangenti. Dunque perchè non dovrebbe aver successo anche il re di tutti gli imbonitori?
In uno stato normale e democratico il capo del governo si dimeterebbe (come è successo di recente in Israele) e andrebbe a farsi processare, non sfuggirebbe dalla legge tramite leggi medioevali come il lodo Alfano, non pretenderebbe di scegliersi i propri giudici come gli imperatori del Sacro Romano Impero. Non è possibile che si attacchi e si accusi tramite 7 televisioni e una miriade di giornali chi esamina dei fatti e non chi commette quei fatti (che poi sono dei reati). La Gandus viene dipinta come una veterocomunista che si è infiltrata nella magistratura con l'unico scopo di perseguitare Berlusconi. Ma evidentemente le cose stanno in un'altra maniera. Qualsiasi persona di buona fede, in primis un uomo o donna di legge in buona fede può rendersi conto dei dissesti che Berlusconi ha causato alla macchina giudiziaria pur di salvarsi da condanne ormai certe, evitate solo grazie a qualche legge ad personam o a qualche provvedimento tipo quelli che accorciano la prescrizione o che rendono impossibile o difficilissimo svolgere un processo come si dovrebbe. Ma forse di questo gli italiani non si rendono conto. Probabilmente non sanno che se i processi durano anni e anni non è solo colpa dei giudici, ma anche di quei politici che, per salvare se stessi o dei loro amici, hanno messo i bastoni tra le ruote ai giudici in modo da evitare le condanne per reati come la corruzione, l'abuso d'ufficio, l'evasione fiscale, la truffa, il falso in bilancio, che alla fin fine causano danni a tutta la nostra economia, dunque a tutti i cittadini, compresi quelli che se ne fregano e danno ragione a Berlusconi, convinti che questi siano fatti privati.

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