di Massimo Fini - 28 maggio 2009
È più grave la posizione dell'Iran, che ha firmato il Trattato per la non proliferazione delle armi nucleari, ma che viene sospettato di voler costruirsi la Bomba, o quella di Israele che questo Trattato non l'ha firmato e l'atomica ce l'ha già? Sono più pericolose per Israele le dichiarazioni di Ahmadinejad per cui lo «Stato sionista scomparirà dalle mappe geografiche o sono più pericolosi per l'Iran i missili atomici israeliani puntati su Teheran?»
Sono più inquietanti le farneticazioni del presidente iraniano sull'Olocausto o i piani militari di Israele per attaccare l'Iran, la cui esistenza è nota da tempo ma di cui ora il Times rivela i dettagli (F-115 e F-116, assistiti da aerei radar Awacs, aerei cisterna, elicotteri, sono pronti a volare, violando lo spazio aereo di altri Paesi, fino a 1400 chilometri di distanza, per colpire, anche con atomiche "tattiche", Natanz, Isfahan, Arak, i siti dove gli iraniani stanno arricchendo l'uranio, a loro dire per usi civili)? È più preoccupante per il mondo che l'Iran abbia mandato in orbita un satellite per le comunicazioni, come li hanno moltissimi Paesi, L'Italia compresa, o che Bibi Netanyau faccia capire, un giorno sì e uno no, di voler attaccare l'Iran?
Su questa faccenda del satellite i giornali occidentali hanno titolato: "Allarme in tutto il mondo. In orbita satellite iraniano" e Washington ha fatto conoscere la propria "grave preoccupazione" perché "potrebbe far presagire lo sviluppo di un missile a lungo raggio da abbinare alla realizzazione di un ordigno atomico. Gli Stati Uniti sono pronti ad usare tutti gli strumenti della propria potenza nazionale per indurre l'Iran a essere un membro responsabile della comunità internazionale". Un doppio processo alle intenzioni, perché, al momento, c'è solo il satellite e nessun missile a lunga gittata né, tantomeno, c'è un ordigno atomico. Che, dall'altra parte, dalla parte di Israele, l'ordigno atomico ci sia e i missili a lunga gittata pure, non deve invece destare alcuna preoccupazione. L'intera "questione iraniana" corre sul filo della più pura illogicità e prepotenza.
Quando Teheran aprì i suoi siti per l'arricchimento dell'uranio gli Stati Uniti pretesero e ottennero dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che all'Iran fossero imposte della sanzioni. L'unica cosa che il Consiglio di Sicurezza poteva e doveva chiedere all'Iran, e solo in quanto firmatario del Trattato di non proliferazione, era la garanzia che l'arricchimento dell'uranio fosse adibito ad usi civili, cioè energetici, e non militari, per costruirsi l'atomica, e che quindi accettasse le ispezioni dell'Aiea, l'Agenzia dell'Onu per l'energia nucleare. Ma l'Iran fu sanzionato "a prescindere" nonostante questi siti fossero stati aperti proprio alla presenza degli ispettori dell'Aiea. E queste ispezioni sono continuate, con la piena collaborazione di Teheran, tanto che un mese fa l'Aiea ha inviato all'Onu un rapporto in cui dichiara che, al momento, l'arricchimento dell'uranio iraniano non è tale da poter permettere la costruzione dell'atomica. Ma tutti i giornali occidentali, o quasi, gocando su quel "al momento", hanno titolato: "L'Iran si sta costruendo la Bomba". Uno degli argomenti utilizzati dagli occidentali per giustificare il loro niet al nucleare civile iraniano è questo: ma che bisogno ha l'Iran di altre fonti energetiche quando ha già il petrolio? Ma a parte il fatto che la British Petroleum, che se ne intende, ha calcolato che nel 2049 non ci sarà più petrolio nel sottosuolo, un Paese avrà o no il diritto di diversificare le proprie fonti di energia senza dover chiedere il permesso agli americani? È come se noi italiani volessimo riaprire Caorso e qualcuno pretendesse di impedircelo perché, in teoria, da lì potremmo arrivare alla Bomba.
Questo "doppiopesismo", che fa infuriare non solo Teheran, che si vede lesa in un suo legittimo diritto, ma anche buona parte dei Paesi musulmani, e avvilisce chi in Europa cerca di avere una visione non totalmente autoreferenziale perché capisce che anche gli altri popoli possono avere verso di noi le stesse paure che noi abbiamo verso di loro, si basa sulla convinzione che esistono degli Stati "buoni", perchè democratici, e quindi "membri responsabili della comunità internazionale" che mai si sognerebbero di usare l'atomica, e Stati "cattivi", anzi "Stati canaglia" (definizione che fa il paio con quella di "Stato totalmente razzista" affibbiata da Ahmadinejad ad Israele alla recente Conferenza Onu di Ginevra), perché non democratici e quindi capaci di ogni avventurismo, anche di sganciare l'atomica. Beh, il solo Stato che attualmente ha precisi piani di attacco atomico ad un altro Paese è il democratico Israele e sarà bene ricordare che gli unici nella Storia che hanno usato la Bomba sono stati i campioni dei campioni della democrazia, gli Stati Uniti d'America. Ottantamila morti in un colpo solo, a guerra finita, e milioni di focomelici semplicemente per far sapere al nemico di turno, l'Unione Sovietica, che si era in possesso di quest'arma micidiale.
venerdì 29 maggio 2009
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