mercoledì 8 aprile 2009

Edilizia immorale

Devo dire che sono rimasto esterefatto da tutti gli edifici che sono crollati a causa del terremoto abruzzese. Questa è chiaramente ancora l’ora della solidarietà e degli aiuti, ma si impone una riflessione su questo paese perché i morti ormai sono (purtroppo) morti e prima di loro ce ne sono stati tanti altri che ancora reclamano giustizia e ho il sospetto che, nonostante tante tragedie, ce ne saranno altri in futuro.
Dunque bisogna ammettere, ancora una volta, che la corruzione è un cancro che consuma lentamente questo paese e che lo porta a morte, ingiustizie, dolore. La corruzione che altre volte viene chiamata malapolitica, favoritismi o chissà in che altro modo, sono la vera causa di questa tragedia.
Un terremoto può arrivare, sta nelle leggi della natura, ma lo stato, l’uomo, deve fare in modo che esso causi meno danni possibili. Ciò si fa imponendo a chi costruisce le case di costruirle bene, rispettando le norme per la sicurezza, evitando di lesinare sui materiali per intascarsi qualche migliaio di euro in più. Persino l’ONU ammette che le nostre leggi sono ben fatte in questa materia, ma non vengono fatte rispettare, i controlli non esistono, i costruttori fanno quello che vogliono e si chiude un occhio. Penso sia indecente, immorale e, in questo caso, mortale.
Ora il governo ha un dovere inderogabile. Deve agire sulla situazione edilizia di questo paese. Dobbiamo abbandonare i metodi utilizzati fino ad oggi e cominciare a rispettare non solo l’ambiente, il paesaggio, le opere d’arte, ma anche i cittadini, gli uomini e le donne che abiteranno in quelle case e che usufruiranno di quel territorio. Il governo deve dare una spinta all’edilizia popolare, per aiutare coloro che sono senza una casa. Deve assicurare edifici sicuri, specialmente le scuole e gli altri luoghi dove si trovano i giovani. Non possiamo continuare a fare una mattanza di giovani, altrimenti come faremo ad andare avanti tra 20 anni? Dunque basta a maxiopere come il ponte sullo stretto che si, sono faraoniche e meravigliose, ma in definitiva meno utili ai cittadini che una rotonda o un a strada nuova o una scuola nuova o altre mille cose che, sicuramente, i cittadini apprezzano di più.
Dunque il ministro Fitto, invece di fare l’ipocrita sensibile come ieri sera da Floris che pensi a restituire allo stato i denari che si è intascato quand’era presidente della regione Puglia e che li destini alla ricostruzione dell’Acquila e che incentivi l’edilizia sicura, magari anche la bio-edilizia e non continui a fare il sostenitore dell’edilizia neoliberista. Abbiamo già visto come funziona il neoliberismo in economia, ora ci accorgiamo che anche in edilizia non dà risultati grandiosi. Questo chiaramente non lo hanno capito né Fitto né Castelli, soprattutto quest’ultimo sembra non essersi accorto che l’Italia è il paese della corruzione facile e che dunque è da pazzi fidarsi dell’autocertificazione, come prevede il piano caso del governo. Ciò sarebbe possibile solo dal momento in cui vi fossero pene certe e severe per chi non fa rispettare queste leggi e queste normative. Ma in questo paese leggi sicure e pene severe sembrano più una speranza che una realtà.

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