Spesso si sente dire che le tasse sono troppo alte, che tutti vorrebbero detrarre qualsiasi spesa dalla propria dichiarazione dei redditi. Nei giornali compaiono istruzioni per pagare meno tasse possibili. I politici promettono di abbassarle e i cittadini li votano per questo motivo. Ma siamo davvero sicuri che questo sia un valore positivo, una necessità di tutti o un problema da risolvere? E’ vero che a tutti piace pagare meno tasse possibili? Secondo me no.
In paesi più civili dell’Italia ad esempio no. Negli USA ad esempio è un grande disonore non pagare le tasse, si finisce in galera per questi, con l’infamia di aver tradito il popolo americano. Ma gli americani, si sa, sono un po’ strani a volte. Non penso nemmeno che la galera sia la giusta punizione, almeno entro una certa cifra di imposte evase. In Europa però abbiamo esempi di paesi che pagano molte più tasse di noi (oltre il 70%) eppure sono molto felici. I danesi ad esempio, il popolo più felice dell’UE. Ebbene in Danimarca le tasse sono molto più alte che in Italia, eppure li si vive bene, tutti sono soddisfatti e lo sono perché c’è un welfare state che funziona. Ci sono i servizi, c’è lo stato sociale, che però non va confuso con l’assistenzialismo. Quest’ultimo infatti è tipicamente italiano e consiste nell’elargire vantaggi economici a poca gente che spesso non merita tali vantaggi e che li ottiene o per vantaggi politico-elettorali o per favoritismi fari. Uno stato sociale sano invece si occupa di tutti i cittadini, anzitutto dei più deboli, ma alla fine la positività si riflette su tutta la società. Infatti se un lavoratore dipendente sa che verrà sempre curato in ospedale, sa che l’autobus sarà puntuale, sa che se resta senza lavoro avrà comunque un reddito (minore, ma ce lo avrà), sa che può contare sull’aiuto dello stato (ovvero della collettività, della società), sa che le strade saranno sempre tenute bene, i parchi saranno verdi, sa che la scuola sarà pensata per valorizzare i talenti e le prospettive di tutti, la polizia presente, la giustizia efficiente, la posta puntale, questo cittadino, questo lavoratore dipendente è chiaro che sarà più felice, dunque potrà consumare di più, senza paura, senza problemi. Potrà acquistare ciò di cui ha bisogno senza timore di restare senza denaro a fine mese. Potrà anche accettare un lavoro temporaneo, anzi, preferirà un lavoro temporaneo, per fare più esperienze, conoscere persone nuove, cercare qualcosa che gli piaccia sempre di più. E lo stato potrà facilitare proprio questo tipo di assunzioni che spesso le aziende preferiscono per poter variare la propria forza lavoro a seconda del loro bisogno momentaneo. Si può così ragionare a medio termine, avere una visuale più definita, programmare anche all’ultimo secondo se necessario. Si è dunque più flessibili e più protetti. E dunque la società raggiunge l’obiettivo per la quale nasce: garantire a tutti di poter ricercare la propria felicità. Esattamente il contrario di ciò che avviene in Italia. Dunque siamo sicuri che siano le tasse il problema fondamentale della nostra infelicità?
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