In questi giorni sta imperversando uno scontro tra Vaticano e Lega Nord, che, non lo nego, mi diverte molto. Mi diverte perchè mi piace vedere due avversari che se le suonano tra loro. Nonostante ciò non riesco a non prendere una posizione sulla vicenda e la mia posizione è di totale appoggio alla Lega.
Qualcuno penserà che sono pazzo, sopratutto dopo ciò che ho scritto ieri. Ma in realtà io appoggio la Lega solamente perchè difendo il loro diritto di fare la politica che vogliono. Non difendo la loro politica, sia chiaro, bensì il loro diritto di farla.
Innanzitutto devo dire che ammiro e apprezzo il loro coraggio in questa questione.
La Lega ha persino proposto l'abolizione del concordato se la Chiesa continuerà ad interferire così pesantemente nella politica italiana. E' arrivata cioè a proporre quello che altri partiti di sinistra non hanno mai avuto il coraggio di pensare.
La mia idea è che la politica italiana e le sue istituzioni abbiano tutto il diritto e il dovere di fare la propria politica, le proprie leggi, indipendentemente da ciò che la Chiesa vuole (o vorrebbe).
Il Vaticano non ha (non dovrebbe avere) alcun potere di veto. In un paese laico è inconcepibile che, quando un Governo o un Parlamento fanno le proprie leggi esse debbano, immancabilmente, ricevere l'assenso o la critica della Chiesa e dei suoi capi. Ciò non significa che la Chiesa non abbia il diritto di dire la sua opinione su alcuni temi, ma dovrebbe lasciare che la politica faccia il suo lavoro.
La Lega in questo caso ha avuto il coraggio di dire di no alla Chiesa, cosa che nessun altro partito ha mai fatto prima. Certo, avrei preferito che avesse detto di no quando si parlava del caso Englaro e del testamento biologico, ma è comunque un inizio.
Difficilmente, infatti, sarà la Chiesa a mollare l'osso del potere. E' necessario che sia la politica a rendersi indipendente.
Pur essendo dunque contrario allo spirito del decreto sicurezza sono ancor più contrario alle ingerenze della Chiesa e sto pienamente dalla parte della Lega che ha tutto il diritto di fare la propria politica senza che un'istituzione religiosa debba sempre e comunque metterci lo zampino.
mercoledì 26 agosto 2009
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