Di recente Berlusconi si è (di nuovo) lanciato contro la libera informazione, in particolare contro il TG3, reo di non tessere le sue lodi come fanno tutti gli altri TG e gli altri giornali di sua proprietà.
La cosa sarebbe strana e inaccettabile in un paese normale, libero e democratico, ma poichè l'Italia è un paese anormale, illiberale e antidemocratico la cosa non fa scalpore tra la gente che, anzi, quasi quasi ritiene che abbia ragione Berlusconi, il quale ha toccato il nervo giusto (la gente paga il canone e...).
Ma le opposizioni, i giornali degli altri gruppi editoriali (non solo Repubblica, ma La Stampa, il Sole24Ore, l'Unità) dove sono quando c'è difendere il loro lavoro? Qui si sta parlando di una cosa fondamentale, la libertà di stampa, di informazione, di opinione e coloro che non fanno parte della cosca delle libertà dovrebbero ribellarsi in maniera molto più incisiva di quanto non abbiano fatto sin'ora. Nei mesi scorsi ho sentito un grande boato mediatico per delle puttanate (nel vero senso della parola) che riguardavano la vita sessuale di Berlusconi, ma ora, quando c'è da difendere un diritto sacrosanto come quello della libertà d'informazione questa gente dov'è? Cosa fa?
Mi sarei veramente aspettato una campagna molto più incisiva su questi fatti, sopratutto per le parole usate da Berlusconi che denotano una concezione di libertà degna di un vecchio comunista quale è lui. Per lui la libertà non è poter fare le pulci al potere, qualsiasi esso sia, ma non criticare nessun potente, lasciandoli fare tutte le marachelle che desiderano.
Mi stupisco veramente della pigrizia dell'informazione in questi casi. Evidentemente non per tutti è un male che Berlusconi parli così, le prese di posizioni sembrano veramente fatte solamente per rispettare i ruoli. Con questi non voglio certo dire che il TG3 è la voce della verità, voglio solo dire che è giusto che anche loro possano riportare fatti e opinioni come meglio credono.
Purtroppo però la tendenza generale è di cancellare qualsiasi fatto che possa andare contro il premier, contro i suoi sodali o contro i loro obiettivi. Se un fatto dice una cosa lo si manipola per fargli dire l'esatto opposto.
Ad esempio il recente caso del presunto omicida scarcerato a Catanzaro. Formalmente non c'è nulla da eccepire, i giudici hanno fatto il loro lavoro e lo hanno fatto bene, senza violare la legge. Se ciò che è successo è negativo, e lo è, il problema deriva dalla legge, non da chi la applica (era dovere del magistrato liberare il presunto assassino, se non lo avesse fatto avrebbe rischiato un'azione disciplinare, infatti, nonostante le falsità propagandate dalla destra anche per i magistrati ci sono le punizioni se sbagliano). Ma l'informazione asservita ha fatto passare tutto ciò come un problema dovuto al buonismo dei giudici che, vista la situazione, avrebbero dovuto sorvolare e lasciare in galera l'imputato. Un pò come se, visto che è probabile che Berlusconi abbia commesso qualcuno dei reati per i quali è stato assolto con formula dubitativa o nei quali se l'è cavata per prescrizione, lo condanniamo per il suo prossimo reato, anche se non l'ha commesso, così pareggiamo i conti. Questa è la giustizia secondo la destra se fosse applicata anche a loro come loro la vorrebbero applicare agli altri.
Ecco dunque com'è l'informazione asservita, vi fa credere ciò che non è. Indipendentemente dai fatti. Se puttanopoli è vera, ma danneggia il cavaliere, secondo la destra non andava raccontata. Se Vendola è coinvolto in fatti di tangenti è mafia e la cosa è vera, ma danneggia Vendola, non si deve raccontare, secondo loro.
C'è da dire che anche la sinistra appoggia in pieno questa concezione di libertà di informazione, che poi altro non è che il classico cerchiobottismo senza la botta.
E' questa la libertà d'informazione che vogliamo? O vogliamo sapere come vanno realmente le cose, anche se danneggiano la nostra parte politica? Io sono per la seconda ipotesi, penso che alla lunga convenga a tutti.
martedì 11 agosto 2009
Libertà di non informare
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