Ogni tanto mi viene proprio da essere pessimista e di vedere le cose in maniera molto, molto oscura. Ma non penso sia un mio difetto, quanto piuttosto il fatto che, riflettendoci, viviamo in un paese che è a metà tra una tragedia greca e un cinepanettone dei fratelli Vanzina.
Io non sono tra coloro che pensano che all'estero si viva in maniera perfetta e non vi sia alcun problema politico, sociale, economico. Penso che ogni paese abbia i suoi problemi. Penso però che l'Italia ne abbia di troppo grandi e insopportabili e che questi problemi frenino la nostra democrazia, la nostra economia, la nostra cultura, la nostra libertà. Penso che negli altri paesi problemi simili sono stati risolti ormai molto tempo fa e mi chiedo perchè qui da noi non vengano risolti. Qualcuno dirà che i politici che abbiamo non li vogliono risolvere, io rispondo che i politici che abbiamo li abbiamo votati noi italiani e anche con una grande affluenza alle urne.
L'Italia è il paese della mafia, anzi, delle mafie, le quali hanno un "fatturato" di circa 150 miliardi di euro all'anno. La mafia rallenta l'economia del sud, divora le aziende del nord, corrompe politici e funzionari pubblici, danneggia il territorio, uccide, incendia, distrugge. Nonostante ciò gli italiani hanno votato un uomo che con la mafia è sempre andato a braccetto e l'opposizione non ha di meglio da fare che criticarlo per il fatto che va a puttane. Forse lo fa perchè anche nei partiti d'opposizione ci sono uomini legati a doppio filo con la mafia.
L'Italia è l'unico paese dell'ovest europa che ha una stampa semilibera. L'unico paese occidentale il cui capo del governo controlla quasi tutto il palinsesto televisivo e buona parte di quello cartaceo. L'Italia è il paese in cui i giornalisti si inchinano al padrone ancora prima che questi glielo chieda. L'Italia è il paese in cui le notizie importanti riguardanti l'economia, la libertà dell'informazione, lo smantellamento della giustizia da parte della politica, la laicità dello stato, la democrazia, le vicende politico-mafiose lasciano spazio alle novità sul Grande Fratello e sulle veline.
L'Italia è il paese in cui il conflitto di interessi non coinvolge solo il premier (ed è giù gravissimo questo) ma anche tutto il resto della grande (e media) imprenditoria, la quale è dominata da un pugno di famiglie che non fa altro che scambiarsi le varie aziende e i vari marchi, in barba ai lavoratori e ai cittadini. L'Italia è il paese in cui si fa carriera solo se si hanno le "conoscenze" o gli "agganci" giusti. Inutile studiare, impegnarsi, fare esperienza. Nonostante ciò il governo (di destra, tra l'altro) non muove un dito per porre rimedio a questa situazione, che è anche culturale, preferendo propagandare la linea dura contro i baroni delle università.
L'Italia è il paese in cui la Chiesa ha denigrato per secoli la figura della donna, la quale doveva fungere da donna delle pulizie, cuoca e incubatrice. Ora che i tempi sono cambiati e la cultura italiana no si preferisce ignorare del tutto i 9 stupri che avvengono nelle tranquille case degli onestissimi italiani, sfogando la propria rabbia e la propria frustazione su quello stupro avvenuto per strada, per opera di uno straniero. E così, dopo aver chiesto la pena di morte per il rumeno stupratore ci si lava le mani sporche anche di quei 9 stupri casalinghi.
L'Italia è il paese dove le tasse vengono odiate come fossero il veleno, ignorando, forse, che servono anche a costruire e mantenere strade, scuole, ospedali e altri servizi pubblici. L'italiano forse non vede più in là del proprio naso e, invece di pretendere meno sprechi e più trasparenza, preferisce chiedere meno tasse, fregandosene del conseguente venir meno di servizi essenziali. Forse si pensa che, dopotutto, i soldi salteranno fuori lo stesso, o che non sarà un grande disastro. L'italiano in questo caso dimostra poca abilità del guardar lontano. Ma forse è ancora peggio e l'italiano sa che parte di quei soldi pagati allo stato gli ritorneranno come tangente o come stipendio in nero o come chissà cos'altro. Dunque, meglio cercare di evadere le tasse e farle pagare agli altri, che ridurre gli sprechi, perchè gli sprechi hanno sempre una grande massa di persone che se ne abbevera.
L'Italia è il paese in cui un'associzazione con sede all'estero (la Chiesa) si permette di ordinare le leggi al nostro Parlamento così come fosse un ristorante, leggi liberticide e dogmatiche, destinate a controllare le scelte di ognuno di noi, anche chi non fa parte del club. Nonostante ciò nessuno sembra trovare il coraggio di togliere il simbolo di quel club dai tribunali, dai municipi, dalle scuole.
l'Italia è il paese in cui, per proteggere ricchi e potenti dalle grinfie della giustizia, si è tentato in tutte le maniere di rallentare indagini e processi e di evitare la relativa pubblicazione delle cronache giudiziarie più scottanti, anche grazie a qualche giornalista servile capace di stravolgere la realtà accertata nei tribunali. L'Italia è il paese in cui i processi durano all'infinito, senza un minimo di organizzazione nei vari uffici. Basterebbero pochi accorgimenti semplici e diretti per dimezzare i tempi di un processo o di un'indagine, ma ricchi, potenti ed onorevoli temono la giustizia. Nonostante ciò gli italiani sembrano avercela più coi magistrati (a volte complici o colpevoli di questa situazione, ma non nella maniera totale in cui l'informazione di regime vuol far credere) che coi criminali seduti in parlamento.
Nonostante questi e mille altri problemi i nostri politici che fanno? Quelli votati e difesi a spada tratta da tutti noi? Si pongono l'annoso problema dell'inno e delle bandiere regionali, proprongono di tornare a una legge sui salari abolita decenni fa e che, osservata a livello europeo non crea che danni e dieguaglianze, si difendono dalle accuse di andare a puttane, attaccano i giornali e i tg che la pensano in maniera diversa, si apprestano a combattere l'ennesima battaglia per il potere di partito, si ostinano a difendere simboli sovietici ormai deceduti dall'impietosa scure della storia, si impegnano a più non posso per propagandare soluzione degne di un qualsiasi bar sport, si dannano l'anima per mantenere immutati o amplificati questi e mille altri problemi.
Quasi quasi mi verrebbe da consigliare ai Vanzina una nuova sceneggiatura per il prossimo film natalizio: Natale a Roma.
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