lunedì 3 agosto 2009

Libertà di scegliere

La liberalizzazione della vendita della pillola abortiva RU486 ha chiaramente sollevato l’indignazione dei clericali e dei benpensanti, solitamente prontissimi a rivendicare per se tutte le libertà e i diritti per poi negarli a tutti coloro che non fanno parte della loro cerchia.
Anche in questo caso, chiaramente, la Chiesa non si smentisce. Monsignor Bagnasco infatti ha subito dichiarato che questo caso così come quello realtivo alla vicenda Englaro sono sintomi pericolosi di una deriva verso una maggior libertà dell’individuo. Eh già, che grande disgrazia permettere a ognuno di decidere per se stesso senza l’intromissione non desiderata della Chiesa e dei suoi emuli. Che grande tragedia è garantire dei diritti civili a tutti quanti, permettendo a tutti di poter decidere della propria vita e di poter riflettere da soli delle scelte da fare senza l’interessato aiuto del clero. Che delitto incommensurabile poter avere una propria volontà ed esercitarla. Ma soprattutto, che scandalo permettere alla gente di scegliere e di informarsi.
Non basta più ormai il terrorismo psicologico che la Chiesa fa nei confronti di chi decide della propria vita senza tenere conto del loro parere. Non basta più indicare le donne che abortiscono come assassine o i medici che aiutano i pazienti a morire quando non ce la fanno più come mostri e persone indegne di esercitare nuovamente la professione. Non bastano più i cortei degli ultras del Vaticano davanti agli ospedali ove patiscono delle persone che non condividono la loro stessa mania per la sofferenza.
Ora la Chiesa è arrivata a dire chiaro e tondo che non si può continuare a dare la libertà di scelta alle persone, poiché sarebbe pericoloso (per chi poi?) e inacettabile. Certo, è scontato che per degli assolutisti e totalitaristi come loro sia inacettabile che anche uno solo trasgredisca alle loro regole talvolta assurde, ma in uno stato e in una civiltà libera e democratica dovrebbe essere pacifico che chiunque può fare la propria scelta senza avere l’avvallo del clero. E dovrebbe essere impronunciabile un discorso da fanatico e da integralista come quello di Bagnasco.
Il quale, per giunta, si rallegra dell’accresciuto numero dei medici che praticano l’obiezione di coscienza. Un’obiezione di coscienza che, in ultima analisi, danneggia le donne che decidono di abortire e le priva di un diritto riconosciuto per legge. Ritengo che si dovrebbe fare qualcosa in merito, per diminuire questo tipo di discrezionalità del medico. Essi infatti, secondo me, dovrebbero rispettare le scelte dei propri pazienti, dovrebbero essere al loro servizio. La scelta dev’essere della donna e non del medico che la cura, soprattutto se questa scelta medica è dovuta a convinzione religiose che sono assolutamente personali e ininfluenti per quanto riguarda i diritti del paziente.
Purtroppo però il nostro parlamento, dominato da due partiti definiti “della Libertà” e “Democratico” sono tutti fuorchè liberali e democratici quando si parla di questi temi. Sono invece pericolosamente filo-clericali e intransigenti con le volontà della Chiesa, volontà che uccidono chiaramente la libertà individuale e che impongono le convinzioni di alcuni a tutti. Il sottosegretario Roccella poi, che è un ultras cattolico da prima linea, si preoccupa della pericolosità della pillola abortiva, ma dimentica tutte le altre terapie che possono essere dolorose o pericolose. Una dimenticanza ovvia, forse perché non sono avversate dalla Chiesa.
Del resto quante cose pericolose o dannose ha fatto il governo cui fa parte la Roccella senza che essa aprisse bocca per contrastarle? La facoltà dei medici di denunciare gli extracomunitari, ad esempio, non potrebbe essere pericoloso in chiave di trasmissione di malattie infettive che non vengono adeguatamente curate?

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