mercoledì 5 agosto 2009

Paura del biologico?

Ormai tutti conosciamo, anche solamente per fama, l’agricoltura biologica. Spesso ne sentiamo solo parlare, senza sapere bene di cosa si parla. La fama dell’agricoltura biologica solitamente è quella di avere prodotti più sani, privi di concimi e fertilizzanti di origine chimica ma dal costo elevato.
Molti tecnici agrari ce l’hanno col biologico, non so se per la fama che ha (che non corrisponde esattamente alla verità) o perché contrari per principio al biologico.
Certamente l’agricoltura biologica non è la panacea di tutti i mali che alcuni sembrano attribuirle, né è certo che un prodotto biologico sia più buono o più genuino di uno ottenuto con l’agricoltura tradizionale.
Solitamente le accuse dei tecnici nei confronti del biologico sono che si usa comunque la chimica (intendendo i prodotti fitosanitari di sintesi) e che i controlli non vengono fatti seriamente.
Dunque, se per l’uso della chimica si intende l’utilizzo del rame allora bisogna anche dire, per completezza di informazione, che quel prodotto viene usato in agricoltura anche prima dell’avvento dei prodotti chimici. Dunque il rame è si un prodotto chimico (ma del resto anche noi siamo prodotti della chimica) ma dal quale difficilmente si può prescindere se non si coltiva in climi e zone particolarmente vocate.
Infatti l’uso del rame è ammesso anche per i prodotti derivanti da agricoltura biologica. Una cosa comunque non si può negare, ovvero che il biologica usa meno prodotti chimici di sintesi (non ne è privo, ma ne usa meno), intervenendo nella difesa con altri sistemi che sono chiaramente più costosi. Poi, certamente, può capitare che si ottengano prodotti meno sani (dal punto di vista commerciale, non dal punto di vista medico), rovinati e dunque impresentabili nel banco del fruttivendolo. Ma quei prodotti, esattamente come quelli rovinati ma di origine “tradizionale” vengono semplicemente utilizzati per ottenere succhi o altri derivati.
Il fatto che poi vengano fatti dei controlli superficiale è comune a molti altri settori e non c’è dubbio che qualche agricoltore che usa il biologico non lo fa rispettando tutte le norme, così come altri imprenditori in altri settori. Ma ciò è una pecca dell’agricoltura biologica in sé, semmai del sistema italiano che premia la corruzione e bastona l’onestà. In ogni caso penso sia ragionevole pensare che anche i prodotti di un fantomatico agricoltore biologico disonesto avranno meno prodotti chimici di un agricoltore tradizionale onesto, il che non significa affatto che i primi siano di miglior qualità o bontà. Semplicemente hanno meno prodotti chimici.
Il che è un risparmio per tutta la società. Infatti è vero che i prodotti tradizionali costano meno al banco, ma poi costano di più per i danni causati all’ambiente, alle colture vicine, agli animali (anche da allevamento), tutti costi che finiscono effettivamente a bilancio e di qui si tiene conto quando si deve decidere quante tasse far pagare ai cittadini e agli operatori del settore. Certo, sono costi difficilmente stimabili, ma è indubbio che vi siano. Il problema dell’avvelenamento del territorio dunque è reale e non si può far finta che non esista, così come non si può far finta di nulla di fronte al fenomeno della resistenza indotta ai vari parassiti.
Secondo alcuni poi il fatto che il biologico costa di più è dovuto esclusivamente al fatto che, oggi, i prodotti fitosanitari sono più convenienti per il fatti che vengono acquistati da una grande maggioranza di agricoltori. Se dal prossimo anno si convertissero tutti al biologico probabilmente a diventare economicamente insostenibile diventerebbe l’agricoltura tradizionale. Col rischio, però, di poter produrre meno prodotto.
Con ciò non voglio assolutamente dire che il biologico è nettamente meglio del tradizionale o che sarebbe meglio che tutti gli agricoltori vi si convertissero. Si può fare agricoltura tradizionale limitando l’uso di prodotti chimici, ottenendo prodotti di qualità e di bontà superlativa, come si possono ottenere prodotti biologici che non riusciremmo mai a definire di alta qualità gustativa. Ma il problema, in questo caso, è il produttore più del metodo usato.
Dunque, quello che non riesco a capire è l’acredine che molti tecnici del settore hanno verso il biologico, dato che non mi pare sia né così negativo, né così pericoloso per il monopolio del settore tradizionale. Che ci sia qualcuno che comincia già ad avere paura?

2 commenti:

  1. Bè io derivo da un famiglia di contadini!!! i miei zii e mie nonni ect. Circa 20 anni fa io biologico era normale. Perchè adesso ci sembra tutto così strano!!! :-) manu

    RispondiElimina
  2. Beh, complimenti a voi, perchè in realtà 20 anni fa l'uso di prodotti di sintesi era alle stelle e il biologico non si sapeva neanche cosa fosse. Poi pian piano ci si è accorti che l'uso smodato di quei prodotti era dannoso, infatti oggi l'agricoltura tradizionale fa un uso molto inferiore di prodotti chimici rispetto a qualche anno fa.

    RispondiElimina

Lettori fissi