In Italia ci sono 7 comuni su 10 esposti ad un rischio idrogeologico altissimo, come Messina. E ora che il nubifragio si è scagliato su Messina, sull’abusivismo edilizio, sui tagli dei fondi alla difesa territoriale, i comuni preparano i piani di emergenza, invece di rimuovere le cause del rischio.
Il rischio altissimo di disastro, che un tempo si poteva ancora chiamare naturale, mentre le cause sono da attribuire all’azione dell’uomo, è dovuto alla disattenzione, alla mancata manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua e delle opere idrauliche, soprattutto al Sud, carente di infrastrutture e poco abituato a temporali e alluvioni. E’ quanto emerge dal documento Ecosistema a rischio, di Legambiente e dela Protezione Civile, riportato da Repubblica, che analizza la capacità di risposta al disastro idrogeologico comune per comune.
Dai dati del rapporto emerge che il Italia sono 1700 i comuni a rischio frana, 1285 i comuni a rischio alluvione e 2596 comuni a rischio sia di frana che alluvioni. La classifica del rischio regionale vede al primo posto la Calabria, seguita da Umbria, Val d’Aosta e Marche. Non ci resta che scommettere su quale zona si scaglierà la prossima calamità “naturale”.
giovedì 8 ottobre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento