martedì 6 ottobre 2009

Illegalità Italia

Mentre i politici non fanno altro che sputtanarsi a vicenda per le questioni legate alla gestione della RAI, che dovrebbe essere un servizio pubblico mentre invece si limita ad essere un servizio partitico (e c'è una bella differenza), l'Italia sta cadendo a pezzi.
Se fossi un direttore di un giornale o di un programma televisivo (Santoro, mi senti?) non ci penserei due volte a dedicare un approfondimento sulle cause che legano i disastri italiani alla mafia, alla corruzione e, in generale, all'economia criminale.
Sto chiaramente parlando di avvenimenti come quello di Messina, de L'Acquila, di Livorno, di Napoli. Alluvioni, terremoti, incidenti ferroviari o stradali, gestione dei rifiuti sono problemi per qualsiasi paese ma da noi diventano sempre problemi insormontabili, causa di morti e di disastri il cui danno economico è incalcolabile.
Io non penso però che ci si debba limitare a dire che certe tragedie avvengono e non ci si può far nulla. Si è vero, l'alluvione sarebbe avvenuta anche se la mafia non esisteva, ma probabilmente avrebbe causato meno danni e meno morti se la mafia non avesse costruito laddove non si poteva e non si doveva costruire.
Anche il terremoto in Abruzzo sarebbe comunque avvenuto, ma forse un ospedale nuovo non sarebbe crollato come un castello di carte, così come tante altre abitazioni. La tragedia del treno a Livorno (per la quale i parenti delle vittime hanno iniziato un'attesa di giustizia che temo sarà pluridecennale) invece poteva essere sicuramente evitata se a gestire il trasporto ferroviario vi fossero state persone capaci e meritevoli e non i classici raccomandati. Tra l'altro se vi interessa questa vicenda seguite il sito e gli articoli di Giulietto Chiesa che se ne interessa.
Se vi fosse un servizio pubblico e non un servizio partito, alla RAI dovrebbero fare a gara per smascherare il malaffare che sta dietro a certe opere pubbliche, a certe autorizzazioni allegre rilasciate da politici locali che, spesso, sono una cosa sola con la mafia o con il sistema mafioso locale. Parlo di sistema mafioso e non di mafia vera e propria per distinguere Cosa nostra o Camorra da quei frequentissimi fenomeni di favoritismo e di chiusura di occhi che si verificano anche in zone meno sospettabili, ma che producono comunque insicurezza, illegalità e alterazione del libero mercato, oltre che una seria mortificazione del merito e del valore di chi non può o si rifiuta di scendere a certi compromessi.
Invece in tv non si fa altro che sparare editoriali contro i manifestanti di Roma, o continuare a parlare delle puttane di Berlusconi. Io penso sia stato anche giusto parlarne in maniera chiara, come è stato fatto ad AnnoZero, però ora basta. Io penso vi siano argomenti ben più importanti su quali confrontarsi e sui quali i cittadini meritano di chiarirsi le idee.
Se vogliamo un'Italia migliore, un'Italia nella quale siamo assolutamente certi che il medico che ci cura è li per le sue competenze e non per la casuale somiglianza tra la sua tessera e quella del direttore della USL allora c'è bisogno che l'informazione faccia il suo dovere, denunciando certe pratiche e mettendone al corrente tutti gli italiani.
E sopratutto mettendo al corrente anche le collusioni che vi sono tra questi sistemi mafiosi e la politica, anche locale, e non solo al sud. Certe cose, si sa, gli italiani le sanno, le percepiscono, ma poi gli scandali sono solo quelli di vallettopoli e di puttanopoli. Due casi certamente poco edificanti ma che, in fin dei conti, non influiscono granchè sullo stato generale del nostro paese.
Solo se gli scandali diventeranno quelli che portano poi alla malasanità, alle opere pubbliche costruite male, a edifici privati costruiti benissimo ma laddove è inconcepibile che si possa costruire, a una gestione delle aziende pubbliche che definire criminale e irresponsabile è poco, solo allora potremmo avere un'Italia migliore, selezionando politici migliori (poco importa, a quel punto, se di destra o sinistra), impegnati non a salvare le proprie aziende o il proprio chilo di potere, bensì a fare qualcosa per gli italiani, qualcosa di concreto.
Ma questo cambiamento della politica (nazionale e locale), col conseguente cambiamento dell'economia e dell'imprenditoria, arriverà solo se vi sarà una pressione in tal senso da basso ed essa potrà arrivare solo se i mezzi di comunicazione denunceranno questi fenomeni portando alla luce le responsabilità di politici, dirigenti, imprenditori, criminali d'alto borgo, indipendentemente dal partito di cui fanno parte o dalla loro zona di provenienza.

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