Tra due settimane finalmente sarà eletto il nuovo segretario del PD, vedremo cosa potrà fare questa corazzata, al massimo della sua potenza di opposizione. Sicuramente dopo le primarie avremo un leader legittimato dal popolo, potrà così rispondere a Berlusconi di essere stato anche lui eletto "da tutti gli italiani" e così potrà bloccare la riforma (leggi vendetta) della giustizia, il presidenzialismo (leggi monarchia parlamentare) in salsa berlusconista e tutte le altre amenità.
O no?
I 3 candidati del PD non mi convincono in pieno, ognuno per dei motivi diversi.
Partiamo da Bersani, il favorito alla segreteria. Bersani è stato, secondo me, uno dei ministri migliori del governo Prodi, è l'unico politico italiano ad aver dato il via a delle liberalizzazioni e infatti si sono viste le resistenze dei futuri elettori del Popolo della Libertà (devo ancora comprendere di che tipo di libertà parlano). Egli però non mi pare adatto alla segreteria, specialmente in questo momento. Tutti sanno che Bersani altri non è che l'uomo di D'Alema. Essendo dunque lui un dalemiano temo che sarà assai attratto dall'inciucio con Berlusconi, tentazione comunque sempre fortissima nella sinistra italiana.
Il tentativo degli ex comunisti di legittimarsi come forza di governo davanti ai cosiddetti moderati non causa altro che danno. Oltre all'inciucio con Berlusconi infatti essi si appiattiscono su ogni argomento, finendo per regalare tutto alla destra reazionaria che ci ritroviamo. E tutto questo appiattimento, tutte queste concessioni (sia ideologiche che legislative) non portano un solo vota a sinistra, tutt'altro. Al massimo un pidiellino dirà "bravo" a Bersani, per poi tornare a votare per Berlusconi e i suoi.
Bersani dunque è il tipico esempio del leader di sinistra che con le sue tattiche politiche ha portato allo sfascio la sinistra, come ad esempio è capitato nella recente sconfitta dei socialdemocratici in Germania. La sinistra che si fa moderata non raccoglie successi, la sinistra che propone cose di sinistra, innovative, propositive, coraggiose invece vince, vedi Obama.
Senza contare che i suoi progetti di alleanza mi piacciono poco. Aprire alla sinistra estrema e all'UDC è l'ultima cosa di cui ha bisogno la sinistra per riportare in questo paese una certa legalità e una certa laicità.
Franceschini invece sembra aver individuato un buon modo di fare opposizione, almeno apparentemente. Egli dice bene quando afferma di voler dire le cose che secondo lui sono giuste e non quelle che sono convenienti. Fa bene ad attaccare Berlusconi quando se lo merita, farebbe meglio però anche ad andare a votare in parlamento quando si vota per lo scudo fiscale.
In sostanza penso che Franceschini sia bravino a fare opposizione (forse però è ancora troppo fresco il ricordo di Veltroni), però penso che non abbia in tasca un vero progetto per il paese. Forse per il partito si, ma per il paese no. Anche con Franceschini inoltre siamo lontani da un vero impegno per la legalità, che secondo me è il passo fondamentale da fare per risanare economicamente e moralmente questo paese.
Marino invece è un buon outsider, le sue posizioni sul tema della laicità sono condivisibilissime, ma la sua proposta, purtroppo, non va molto oltre, pur restando, secondo me, la più coraggiosa e la più meritevole di esser appoggiata e, per chi lo vuole, votata.
Temo però che abbia ben poche possibilità di farcela, il nostro Marino.
In sostanza penso che chiunque dei 3 vinca debba cercare di coinvolgere, e non poco, gli altri due. Il progetto paese di Bersani, le proposte innovative di Marino e l'opposizione e la ricerca dell'onestà intellettuale di Franceschini sono le cose che, secondo me, vanno promosse.
Le alleanze con partiti improponibili, la mancanza di un vero progetto per la legalità, in primis all'interno del PD stesso e, fondamentalmente, la mancanza di un progetto completo e di ampio respiro che si possa definire totalmente "coraggioso" ed innovativo sono le occasioni mancate.
Mi auguro comunque che, chiunque sia il segretario, il PD faccia un'opposizione dura e intrasigente sulla riforma della giustizia e su quella della Costituzione che Berlusconi si prepara a fare. Sulla riforma della giustizia si è già detto tanto, mentre il presidenzialismo secondo me è da temere non in quanto presidenzialismo, ma in quanto all'italiana.
Conoscendo l'abilità di PDL e Lega nel fare le leggi questi creeranno sicuramente un presidenzialismo senza alcun contrappeso, una sorta di monarchia parlamentare, grazie alla quale gli italiani saranno ben felici di nominare il loro reuccio con mandato ventennale. Basta che si presenti un uomo della provvidenza qualsiasi.
Io sono ancora convinto che l'Italia non sia sprofondata sotto il regno di Berlusconi solamente perchè abbiamo questa fantastica Costituzione che ne ha parzialmente fermato le mire dittatoriali, impedendo di rovinare del tutto il nostro paese. Io più che un presidenzialismo vorrei che politici e magistrati fossero più trasparenti nelle loro azioni, e sopratutto che i poteri fossero ancor di più separati e controllati l'uno dall'altro.
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