venerdì 9 ottobre 2009

Di Pietro, Santoro, Tangentopoli. L'uso improprio di mezze verità

di Roberta Lemma

Tangentopoli cominciò il 17 febbraio 1992. Il pubblico ministero Antonio Di Pietro chiese ed ottenne dal GIP Italo Ghitti un ordine di cattura per Mario Chiesa per reati contro lo Stato, arrestato e condannato lo ritroveremo nel 2009 indagato e riarrestato per smercio rifiuti tossici nel nord d’Italia. Il 6 dicembre 1994 l’on. Di Pietro si dimetterà clamorosamente dalla magistratura poche ore prime del rilascio, da parte della procura di Milano, dell’autorizzazione a procedere per l’interrogatorio dell’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, indagato per corruzione.

Di Pietro addusse l’esigenza che i veleni sul suo conto - dal “poker d’assi” di Rino Formica al dossier de “Il Sabato” che altro non è se non un duro elenco di accuse e calunnie a danno del manistrato di mani pulite, dall’inchiesta del GICO sull’autosalone di via Salomone alle indagini bresciane attivate dalle denunce degli inquisiti - non danneggiassero l’immagine della Procura di Milano. Successivamente lamentò come ragione scatenante la fuga di notizie sul mandato di cattura a Berlusconi, reso noto durante la conferenza di Napoli sul crimine transnazionale mentre Di Pietro si trovava a Parigi per rogatorie internazionali. Forza Italia nasce il 18 gennaio 1994. subito dopo le dimissioni di Di Pietro, come oggi, a fronte della grave crisi politica italiana e della fine dell’era berlusconiana, Montenzemolo lancia ufficialmente la sua Italia Futura.

Giovanni Falcone viene ucciso il 23 maggio 1992 qualche mese dopo lo scandalo mani pulite.

Guardando il susseguirsi delle date che si accavallano e alternano al contempo domande nascono spontanee ma anche dubbi si affacciano dal dirupo dei misteri italiani.
Gran parte del Popolo Italiano, se invitato ieri da Santoro forse avrebbe domandato questo agli ospiti in studio e soprattutto all’ex toga:

C’era forse l’intento occulto dietro l’improvviso scoppio di Tangentopoli?

Una bomba ad orologeria in Mani pulite?

Come mai tutto scoppia nel 1992, poco prima delle stragi di Falcone e Borsellino, 10 giorni dopo la firma del trattato di Maastricht dei 12 paesi membri della futura Ue e dell’Euro?

La corruzione dilagava da anni, anzi, nasceva a monte della grande guerra, si confermava con Cefis e le 7 sorelle.

Come mai i pm prima non sentivano e non vedevano, oppure venivano zittiti dai loro capi?

Interrogativi ai quali non è stata fornita alcuna risposta.

Domande mai poste, ieri ad Annozero si è parlato di tutto, di molto, ma nulla è stato detto di quel che non fosse già di pubblico dominio o che non intaccasse altri che il premier e i suoi tirapiedi!

Un episodio fino ad oggi mai chiarito su Tangentopoli e Di Pitero.

“Mani Pulite International”, ovvero “Transparency International”, nata dopo il crollo del muro di Berlino nel 1989 per iniziativa del principe Filippo di Edimburgo con membri in mezza Europa. Dalla Banca Mondiale – sua principale ispiratrice – fino ai leghisti della Padania. Stando ad alcune ricostruzioni, infatti, Mani Pulite International avrebbe subito trovato impulso tramite il responsabile della Banca Mondiale per il Kenya, Peter Eigen, promotore di una linea anti-corruzione a tutto campo, anche a costo di sterminare diritti, annientare fondi per i paesi in via di sviluppo e via cantando.
«Alla fine della guerra fredda – dichiarò Eigen – i tempi erano maturi e assieme ad alcuni colleghi decisi di procedere indipendentemente con l’iniziativa». Venne stilato una sorta di decalogo, in base al quale era possibile, anzi lecito e quasi dovuto intervenire nelle nazioni a rischio-corruzione, nei loro affari interni. Non pochi storici ricordano il caso del presidente di Deutsche Bank, Alfred Herrhausen, che osò sfidare la politica a tutto campo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale: il 30 novembre 1989 verrà trovato ucciso.

Tra la xalegislatura, finita il 22 aprile 1992 e la XIa legislatura, 23 aprile 1992 dell’era Giuliano Amato, l’inchiesta del Procuratore di Palmi, Agostino Cordova.
Un’inchiesta sui rapporti tra massoneria, ’ndrangheta calabrese, politica, con decine di faldoni di migliaia di pagine.
Cordova svolse approfondite indagini sulle obbedienze italiane, arrivando ad accertare che nessuna di esse risultava svolgere le nobili attività dell’arte muratoria, ma che molte invece erano dedite ad attività affaristiche e in alcuni casi illecite, e all’interno delle logge, importanti politici andavano a braccetto con mafiosi e criminali, perche la P2 non è stata mai davvero smantellata.
L’inchiesta di Cordova passa nelle mani del ministro dell’Interno Nicola Mancino, qui l’inchiesta si perde, si insabbia, sparisce.

Il 25 aprile il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga attraverso un messaggio televisivo si dimette dalla carica, verrà sostituito da Oscar Luigi Scalfaro.
Il 23 maggio a Capaci uccidono Falcone, la moglie e gli agenti della scorta, una strage.

Falcone stava indagando e inseguendo un flusso occulto di soldi fino ad intravedere il circuito tra mafia e importantissimi circuiti finanziari internazionali, intelligence americana e Maastricht. Aveva anche scoperto che alcuni prestigiosi personaggi di Palermo erano affiliati ad alcune logge massoniche.

Il 2 giugno al largo di Civitavecchia sul panfilo della Regina Elisabetta II avviene il più grande saccheggio dei patrimoni pubblici d’Italia, per opera dei potentati bancari.
In quell’incontro i rappresentanti della finanza internazionale (poteri anglo-olandesi e statunitensi) discussero assieme ad esponenti del mondo bancario e societario italiani le privatizzazioni e le riforme politiche per l’Italia, nel contesto del “progetto euro”. Non a caso il Trattato di Maastricht, che codifica il sistema euro-EMU, fu sottoscritto proprio quell’anno e su questo indagavano Falcone e questo troveremo sull’agenda rossa di Borsellino.


Giulio Tremonti, presente sul panfilo - per sua stessa ammissione - disse al Corsera che la “crociera sul Britannia simbolizzò il prezzo che il paese dovette pagare tanto per ‘modernizzarsi’ quanto per restare nel club”. Il club dei poteri forti, dei baroni incontrastati.

Sul panfilo i erano anche i rappresentanti delle banche Barings e S.G. Warburg, Merrill Lynch, Goldman Sachs, Salomon Brothers, Mario Draghi direttore generale del ministero del Tesoro, Beniamino Andreatta dirigente ENI, Riccardo Galli dirigente dell’IRI.
Importanti aziende (come Buitoni, Locatelli, Neuroni, Ferrarelle, Perugina, Galbani, ecc.) sono state svendute ad imprenditori che agivano in comune accordo con l’élite finanziaria anglo-americana, altre (Telecom, ENI, IRI, ecc.) sono state smembrate e/o privatizzate. L’inixzio della recessione economica decisa sul panfilo della regina d’Inghilterra, territorio della massoneria indiscussa.

Il 19 luglio il giudice Paolo Borsellino salta in aria in via d’Amelio, assieme alla scorta.

Nel settembre 1992 lo speculatore ungaro-statunitense-israeliano George Soros sferra l’attacco che decreterà la fine della Lira, un attacco studiato a tavolino con i partecipanti al banchetto del panfilo.
Carlo Azeglio Ciampi all’epoca è governatore di Bankitalia e Lamberto Dini Direttore Generale.
Tale criminoso attacco da parte dell’élite anglo-olandese e statunitense, rappresentata in quella circostanza dall’israelita Soros (agente dei Rothschild), portò ad una svalutazione della lira del 30% e il prosciugamento delle riserve della banca d’Italia che fu costretta, come concordato, a bruciare 48 miliardi di dollari nel vano tentativo di arginare la speculazione.
L’enorme crisi portò alla scioglimento del Sistema Monetario Europeo (SME).

Qui, entra in gioco e si colloca Tangentopoli. Manipulite è servito ad attaccare obiettivi politici ben precisi, e dare a noi popolo l’illusione di una pulizia che invece non è mai avvenuta. I poteri forti, quelli veri, hanno continuato a lavorare nell’ombra, assolutamente indisturbati.
Sepolto il dossier Cordova, Falcone e Borsellino e azzittito De Magistris tutto il disegno si è compiuto. Why-Not che riprendeva il filone lasciato in eredità, una scomoda eredità, da Falcone e Borsellino riprendeva le fila di quel discorso, di quell’inchiesta che svelava gli altarini dei poteri forti che ancora oggi vivono e comandano nello e all’interno dello Stato italiano.

Ma poi lo scandalo procure, Prodi che cade e l’attenzione che nuovamente viene dirottata su ‘ altro ‘.

Ora attendiamo un nuovo pentito o giudic eo magistrato speciale, che riprenderà le redini dell’inchiesta che riparlerà della collusione tra massoneria, apparati dello Stato e criminalità organizzata, e naturalmente finirà tutto con un attentato, con un cambio di governo e lo spostamento a Roma dell’indagine altri scandali a sviare l’attenzione dell’opinione pubblica.

Abbiamo un proliferare di enti stranieri che si interessano dei fatti nostri e trovano un megafono nei nostri anti-sistema. Il nostro fare politica si è ridotto a rispondere alle sollecitazioni di questi signori. Per ancora ci faremo manipolare?

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