di Enrico Beltramini
Obama si è guadagnato il Nobel nel 2007, in campagna elettorale, quando si disse disposto a incontrare i "nemici" dell'America e fu duramente attaccato. La critica sulla tempistica dell'assegnazione non è fondata. Anche altre volte il premio è stato conferito per "cogliere l'attimo".
Barack Obama vince il premio Nobel, il terzo presidente degli Stati Uniti in carica dopo Theodore Roosevelt (1906), che fu premiato per il suo contributo alla conclusione della Guerra russo-giapponese, e Woodrow Wilson (1919), per la creazione della League of Nations. Il comitato che presiede l’attribuzione del premio Nobel per la pace è composto da cinque persone che risiedono ad Oslo; costituisce l’appendice norvegese di una delle più nobili e riservate istituzioni moderne. Ovviamente, come altri comitati privati, decide in piena autonomia. Ha deciso di attribuire il premio a Obama e a noi non resta altro che commentare la sua decisione.
In America come nel resto del mondo, la notizia è stata accolta con favore ma anche con sorpresa. In particolare, è stata avanzata una critica di tipo pratico alla decisione del comitato di nominare Obama. Essa riguarda il timing, il tempo. L’onorificenza sarebbe stato attribuita troppo presto, quando ancora il presidente americano sta muovendo i suoi primi passi in politica estera, quando ancora l’amministrazione sta definendo la sua missione.
Questo tipo di critica non è fondato, né sul piano del metodo né su quello del merito. Circa il metodo, nel corso della sua storia il Nobel per la pace è stato attributo sia a chi ha lavorato attivamente e lungamente a favore della pace, intesa latu sensu. Sia a chi stava lavorando nella costruzione di contesti che avrebbero concluso conflitti laceranti e risolto situazioni controverse e complicate. Esempi del primo tipo sono Nelson Mandela, Elie Wiesel e Lech Walesa; Madre Teresa e Jimmy Carter. Esempi del secondo tipo sono Menachem Begin e Anwar Sadat; e Yassir Arafat, Shimon Peres e Yitzhak Rabin. In quest’ultimo caso, il premio non è alla carriera; è più il tentativo di catturare l’attimo, lo Zeitgeist.
Che il premio sia stato attribuito ad Obama secondo questa seconda linea di ragionamento lo dimostra il testo del comunicato, il quale spiega le motivazioni del comitato che assegna il premio. "Obama has as President created a new climate in international politics”. Diplomazia multilaterale, enfasi sul ruolo delle Nazioni Unite, dialogo come strumento di soluzione dei conflitti internazionali. E poi ancora – e soprattutto – “the vision of a world free from nuclear arms has powerfully stimulated disarmament and arms control negotiations”.
mercoledì 14 ottobre 2009
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diciamocelo schiettamente: non ha anocra fatto niente per meritarselo. un premio assegnato così invece che aiutarlo può metterlo solo in difficoltà
RispondiEliminaObama: un Nobel sulla fiducia. Meritata?