domenica 28 giugno 2009

Carlo Rosselli e il socialismo liberale

Edizione economica Einaudi Tascabili (L. 15.000) con saggi introduttivi di Norberto Bobbio e John Rosselli (figlio di Carlo e storico). Pubblicato a Parigi nel 1930, ma composto in larga parte nel corso del confino nell'isola di Lipari, rappresenta l'opera più compiuta di Rosselli, anche se non bisogna dimenticare gli scritti apparsi in seguito sulla stampa antifascista. "Socialismo liberale", lucida e stringente critica del socialismo marxista e di quello riformista del suo tempo, presenta spunti di riflessione molto validi di teoria della politica per la sinistra dei nostri giorni. Alla luce della lettura di questo lavoro risulta chiaro che il suo assassinio per mano fascista ha privato l'Italia di un leader politico originale e coraggioso.

" I MIEI CONTI COL MARXISMO "

Da:Socialismo Liberale, Einaudi, Torino, 1997, pp. 143-144.

Li vado facendo da parecchi anni sotto la scorta di molti nemici e carabinieri dottrinali, in compagnia di pochi eretici amici. Voglio renderne conto qui prima di tutti a me stesso, poi a quei miei compagni di destino che non credono terminate alle Alpi le frontiere del mondo. Sarò chiaro, semplice, sincero e, poi che i libri mi mancano, procederò per chiaroscuri senza i famosi "abiti professionali" e i non meno famosi "sussidi di note". Intanto, chi sono. Sono un socialista. Un socialista che, malgrado sia stato dichiarato motto da un pezzo, sente ancora il sangue circolar nelle arterie e affluire al cervello. Un socialista che non si liquida né con la critica dei vecchi programmi, né col ricordo della sconfitta, né col richiamo alle responsabilità del passato, né con le polemiche sulla guerra combattuta. Un socialista giovane, di una marca nuova e pericolosa, che ha studiato, sofferto, meditato e qualcosa capito della storia italiana lontana e vicina. E precisamente ha capito.

i Che il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale, e in secondo luogo trasformazione materiale.

ii. Che, come tale, si attua sin da oggi nelle coscienze dei migliori, senza bisogno di aspettare il sole dell'avvenire.

iii. Che tra socialismo e marxismo non v'è parentela necessaria.

iv. Che anzi, ai giorni nostri, la filosofia marxista minaccia di compromettere la marcia socialista.

v. Che socialismo senza democrazia è come volere la botte piena (uomini, non servi; coscienze, non numeri; produttori, non prodotti) e la moglie ubriaca (dittatura).

vi. Che il socialismo, in quanto alfiere dinamico della classe più numerosa, misera, oppressa, è l'erede del liberalismo.

vii. Che la libertà, presupposto della vita morale così del singolo come delle collettività, è il più efficace mezzo e l'ultimo fine del socialismo.

viii. Che la socializzazione è un mezzo, sia pure importantissimo.

ix. Che lo spauracchio della rivoluzione sociale violenta spaventa ormai solo i passerotti e gli esercenti, e mena acqua al mulino reazionario.

x. Che il socialismo non si decreta dall'alto, ma si costruisce tutti i giorni dal basso, nelle coscienze, nei sindacati, nella cultura.

xi. Che ha bisogno di idee poche e chiare, di gente nuova, di amore ai problemi concreti.

xii. Che il nuovo movimento socialista italiano non dovrà esser frutto di appiccicature di partiti e partitelli ormai sepolti, ma organismo nuovo dai piedi al capo, sintesi federativa di tutte le forze che si battono per la causa della libertà e del lavoro.

xiii. Che è assurdo imporre a così gigantesco moto di masse una unica filosofia, un unico schema, una sola divisa intellettuale.

Il primo liberalismo ha da attuarsi all'interno.

Le tesi sono tredici. Il tredici porta fortuna. Chi vivrà vedrà.

Nota: "Socialismo senza democrazia significa fatalmente dittatura e dittatura significa uomini servi, numeri e non coscienze, prodotti e non produttori, e significa quindi negare i fini primi del socialismo".



"Intervista a "L'Italia del Popolo" del 30 settembre 1929"

Da:Liberalismo socialista e socialismo liberale, a cura di N. Terracciano, Galzerano, Casalvelino Scalo, 1992, pp. 53-54.



Domanda:-... Tra i socialisti giovani tu eri quello che forse più di ogni altro sostenevi la necessità di una profonda revisione delle posizioni teoriche e pratiche del moto socialista. Sei sempre dello stesso avviso?

Risposta: ... - Sono convinto più che mai della necessità della revisione, dell'urgenza di un coraggioso esame di coscienza. Durante questi ultimi tre anni di riposo obbligato ho esaminato a fondo tutti i problemi del moto socialista giungendo a conclusioni ancora più radicali, se possibile. Queste conclusioni le ho anzi sviluppate in un breve libro scritto nascostamente al confino: libro che mi propongo presto di pubblicare.

Domanda: - Non potresti riassumere le tesi principali?

Risposta: - Mi riesce difficile, anche perché le questioni affrontate sono numerose e complesse. Se ti interessa posso citarti qualcuna delle tesi che mi paiono significative. Sarò però telegrafico. Dunque io sostengo che il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale e in secondo luogo trasformazione materiale. Che come tale può attuarsi fin da oggi nelle coscienze dei migliori, senza bisogno di attendere il sole dell'avvenire. Che tra socialismo e marxismo non v'è parentela necessaria, e anzi, ai giorni nostri, la filosofia marxista minaccia di compromettere la marcia socialista. Che il socialismo senza democrazia è negazione dei fini primi del socialismo. Che il socialismo in quanto alfiere dinamico della classe più numerosa, misera e oppressa, è l'erede del liberalismo. Che la libertà, presupposto della vita morale così del singolo come della collettività, è il più efficace mezzo e l'ultimo fine del socialismo. Che la socializzazione è un mezzo, sia pure importantissimo. Che il socialismo non si decreta dall'alto, ma si conquista e si costruisce dal basso, nelle coscienze, nei sindacati, nella cultura, attraverso le innumeri, libere, autonome esperienze del moto operaio. Che il nuovo movimento socialista italiano non sarà probabilmente il frutto di appiccicature di vecchi partiti, ma organismo nuovo, sintesi federativa di tutte le forze che si battono per la causa della libertà e del lavoro.

Domanda: - ... sui rapporti tra socialismo e libertà, davvero il problema più interessante in questo momento.

Risposta: - E costituisce l'argomento essenziale del mio libro. Io sono un socialista liberale. Nella parola libertà si riassume per me tutto il finalismo socialista. Libertà come metodo e come fine. Libertà intesa e realizzata in senso integrale, in tutte le sfere dell'esistenza, e non solo in quella politica e spirituale.

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