lunedì 29 giugno 2009

La sicurezza sui luoghi di lavoro battuta dalla campagna elettorale

di Antonio Boccuzzi


La settimana che ci siamo lasciati alle spalle,ha segnato un passaggio importante nella nostra battaglia contro gli incidenti sul lavoro. Diversi sono stati gli appuntamenti che nel bene e nel male hanno contraddistinto questi ultimi giorni . Mercoledì si è chiuso con il voto in commissione alla camera e al senato l'iter del decreto di modifiche al Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Un provvedimento con luci e ombre... scarse le prime , notevoli e pericolose le seconde.
Abbiamo visto prevalere, nonostante il nostro voto contrario, insieme a quello di Italia dei Valori, un voto favorevole nei confronti di un parere che ha recepito molte delle nostre critiche, ma non ancora sufficientemente calibrato verso un testo che avrebbe dovuto migliorare l'originale.
Tengo a precisare, che il nostro non è stato un voto politico, così come asserito da qualche esponente della maggioranza, ma l'espressione di una posizione che abbiamo sintetizzato entrando più volte nel merito delle numerose criticità che il provvedimento contiene.
Abbiamo apprezzato l'attenzione dei relatori nel redigere il loro parere ,che contiene numerosi elementi positivi,molti dei quali condivisi anche in quello presentato dal Partito Democratico.
Tuttavia, esistono ancora, e non hanno trovato una traduzione esaustiva molte, troppe zone d'ombra all'interno del provvedimento.
Ci si attendeva una formulazione chiara circa le indicazioni da fornire al Governo in ordine alle modifiche soprattutto legate all'art. 10 bis, che ha indotto addirittura il Presidente della Repubblica ad esprimere perplessità, e ad invitare il Ministro Sacconi ad una riscrittura dello stesso.
Non condividiamo il giudizio complessivo sulla rivisitazione delle sanzioni penali; così come lascia perplessi,nonostante da più parti sia stata evidenziata la necessità di mantenere i requisiti per ottenere la qualificazione per la partecipazione a gare e appalti come elementi "vincolanti",anzichè come "elemento preferenziale",la totale assenza di riferimenti in proposito.
Nessun accenno poi neanche all'art. 16, relativo ai 90 giorni di tempo per le imprese di nuova costituzione,per redigere il documento di valutazione rischi,che diviene una cosa quasi "personale" in luogo dell'attuale procedura standardizzata.
La formulazione dell'articolo 10 bis ,costituisce sicuramente un passo avanti,laddove il relatore richiama direttamente sia l'art. 40 del codice penale,che il Governo sembrava voler aggirare ,sia l'esplicito riferimento alla direttiva europea. Ma, nonostante si chieda una riconsiderazione della norma nel suo complesso, il relatore avrebbe a nostro avviso dovuto richiamare l'esplicito riferimento alla soppressione della lettera “d”, dato lo scalpore che ha suscitato nell'opinione pubblica,con le reazioni dei mezzi d'informazione,dei sindacati e dei lavoratori,al punto tale che proprio su questo articolo,come già detto,si è espresso anche il Presidente della Repubblica.
Per tutti questi motivi, e molti altri che si possono evincere nel nostro parere ,seppur abbiamo dimostrato apprezzamento per lo "sforzo" fatto dal relatore,non abbiamo ritenuto esaustivo il parere presentato dalla maggioranza,per cui abbiamo espresso un voto contrario.
Ma come detto all'inizio, questa settimana è stata segnata da altri appuntamenti importanti, come l'incontro di sabato, organizzato dalla rete per la sicurezza nei luoghi di lavoro, a cui hanno partecipato alcuni miei cari amici, esponenti del comitato legami d'acciaio, e del comitato Giuseppe Coletti.
Il ritrovo di Roma, ha gettato le basi perchè si proceda verso una grande manifestazione, un momento per dare uno scossone, per risvegliare le coscienze assopite e distratte da altri problemi che affliggono il nostro Paese.
Sono state sintetizzate anche alcune proposte, una su tutte, che merita la massima attenzione, legata alla incredibile realtà che vivono gli Rls che in seguito all'esercizio del loro ruolo hanno perso il posto di lavoro, con tutte le difficoltà annesse. Così, come per i noti, quanto assurdi casi di Dante De Angelis e Salvatore Palumbo, si dovrebbe pensare di costituire un fondo che garantisca sostegno per coloro che hanno tentato di portare avanti la loro missione e la loro battaglia per affrontare e sconfiggere il drago dell'insicurezza sul lavoro.
Possiamo ancora considerare civile ,un Paese che permette il sopruso degli ideali e la negazione degli stessi?Solo l'abdicazione dell'intelletto potrebbe accettare e permettere una situazione tanto triste e amara.
Altra tappa fondamentale in questa settimana,è filata via,"rubando" un pò di spazio ad alcuni quotidiani,nella mattinata di mercoledì, quando il presidente Commissario Marco Fabio Sartori ha presentato alla Camera il rapporto annuale dell'Inail.
E, a questo punto,vorrei approfittare dello spazio concessomi per scusarmi con la maggioranza, per aver mosso loro delle critiche ,"solo" perchè non hanno presenziato alle audizioni in commissione; numerosi e soprattutto interessanti incontri con diversi esponenti del mondo sindacale, imprenditoriale, delle università, con associazioni che da decenni si battono per contribuire a lenire le sofferenze di chi rimane gravemente infortunato sul lavoro, come l'ANMIL, altre associazioni che si occupano di ambiente e lavoro,ed un incontro con il dottor Guariniello, intervento il suo apprezzato anche dagli onorevoli Cazzola e Mussolini, tra i pochi deputati della maggioranza presenti, che hanno colto spunti inseriti poi nel parere.
Ma come stavo dicendo... cosa può fare uno sciocco che si illude che il dramma dell'insicurezza nei luoghi di lavoro possa interessare alla maggioranza? se non chiedere scusa per aver nutrito illusioni velleitarie, per aver vanamente creduto che questa tragedia potesse essere condivisa e si potese insieme dare un contributo virtuoso alla soluzione della stessa.
D'altra parte, così come sottolineato da un esponente del PDL , nel momento del voto in commissione, ho solo polemizzato per l'assenza dei loro deputati; non una parola sul merito del mio intervento, in cui ho tentato di sottolineare gli aspetti critici che permangono, nonostante lo sforzo dell'onorevole Cazzola, ma un giudizio che definirei ridicolo sulla mia presunta polemica, che ha toccato l'apice nell'epilogo finale, nel difficile tentativo di giustificare la loro assenza, il nostro, si esibiva in un esercizio di rara difficoltà e partoriva una perla di proporzioni eccezionali: "in quei giorni avevamo la campagna elettorale".
In alcuni casi amo ascoltare il silenzio degli uomini. Purtroppo questa volta il mio piacere è stato negato, deturpato da questa frase che ancora rieccheggia nelle mie orecchie.
Ma chiedo ancora scusa, e con me lo fanno i 1120 morti sul lavoro dello scorso anno, con me si scusano gli 874940 infortunati del 2008. Già,dobbiamo delle scuse per esserci illusi che la sicurezza sul lavoro potesse anteporsi alla campagna elettorale.
Sapete, nulla è più facile che illudersi, perchè l'uomo crede vero ciò che desidera.
Forse siamo davvero degli sciocchi, che con slanci di protagonismo pensiamo di occupare qualche riga di un quotidiano o i titoli che scorrono veloci, in basso nel video, di qualche tg; e tendiamo a questa mania cadendo da un'impalcatura ,rimanendo schiacciati sotto un trattore, morendo in fabbrica,o perdendo la vita mentre si sta lavorando sulla strada.
Questi ultimi, probabilmente sono davvero i peggiori, cosi' come ha sottolineato il viceministro Castelli, vantando per altro di averlo gia' affermato in piu' occasioni.
Si sa, caro viceministro, che i profeti non vengono mai ascoltati.
Questi ultimi , dicevamo, hanno la sfacciataggine di comparire ancora nei dati e nelle statistiche dell'INAIL , facendo lievitare il numero dei decessi sul lavoro.
OCCULTARLI???...
Potrebbe essere un'idea.
Cosa ne pensa signor viceministro?
Qui ci vorrebbe davvero un genio per trovare una soluzione, ed è per questo che mi appello a Lei, per trovare una risposta a questo quesito, magari che preveda una volta tanto un po' di razionalita' , e che possa far sparire davvero questi morti dalle liste dell'INAIL, senza occultarli, o "classificarli" in liste diverse, ma creando situazioni di lavoro consone ad un Paese civile, che permetta a chi esce di casa per recarsi al lavoro, per guadagnarsi il pane, di farvi ritorno; perche' esistono cose piu' importanti delle campagne elettorali: gli elettori.

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