lunedì 22 giugno 2009

Risposta a "La crisi della sinistra"

Caro Ricky, credo sia giunta l’ora di chiarirci le idee sulla miserrima faccenda o, meglio, vicenda, che vede coinvolto il big man, little but little man il premier Berlusconi. Mi sembra che, un po’ tutti, ci stiamo facendo trascinare su terreni paludosi in cui abbondano le sabbie mobili. Continuiamo ad imputare ad una sinistra dei meriti che non gli sono propri. Fermiamoci quindi ad esaminare con un minimo di distacco la vicenda e vediamo, poi, eventualmente, il protagonista. Partiamo dal fatto che una persona che riveste una funzione pubblica si “stravia”, tra un volo e l’altro,nelle sue residenze estive, in specie di happy hours in atteggiamenti e comportamenti che non rientrano nell’usualità come a tutti noi poveri mortali. Atteggiamenti e comportamenti che io non voglio di certo giudicare. Questi atteggiamenti vengono immortalati da un apparato fotografico e che poi raggiungono il circo mediatico italiano. Il come e perché non mi interessano. Circo mediatico che, come sua abitudine e come suo mestiere “sbatte il mostro in prima pagina” offrendo interpretazioni per soddisfare la morbosità dell’italiano medio che, in queste cose, ci sguazza come se fosse immerso in una placenta. Cioè in un ambiente naturale.
Cosa strana, dopo la partenza dei pieces, i giornali e settimanali che più ciurlano nel manico sono proprio quelli che in qualche maniera hanno quale editore di riferimento il Berlusconi Silvio o suoi stretti parenti e complici. Altro caso strano è l’attenzione posta a questi avvenimenti dai vari Emilio Fede, “fedelino”, i Bruni Vespa (portantino) da vari colonnelli del PdL come quel signore da nome onomatopeico… come si chiama?....Ah sì: Italo Bocchino oppure l’altro, Cota o quell’altro ancora Gasparri, che parlano e straparlano sulle cose accadute con interviste, comparsate, dichiarazioni folli, ed altro sul principale protagonista. Consentendoli di affermare, senza contraddittorio alcune e in barda alla tanto a loro cara “par conditio”. Al riguardo della vicenda i protagonisti della “sinistra” pur stigmatizzando l’accaduto non entrano nel merito della vicenda, ma si confinano a criticare i comportamenti del Berlusconi nell’affrontare pubblicamente l’accaduto e per la mancanza delle risposte alle domande poste anche dalla stampa internazionale “complottarda e partigiana”. Non vedo quindi, amico mio, che cosa poter imputare di scorretto alla sinistra nel buttarsi nel versante del gossip beautifulliano. Altro discorso più approfondito, va fatto sul pericolo dello straripamento della mafia anche nello schieramento della sinistra. Termine nel quale comprendiamo anche il PD che, certamente sinistra non é. Credo che quell’agglomerato disomogeneo che costituisce il PD, cha va dalla Binetti a, forse tra poco, Sinistra e Libertà abbia ben poco di sinistra oltre che l’uso, talvolta improprio, di termini e mitici riferimenti.
Credo che sia, ora, per tutti, difficile poter definire che cosa è e che cosa non può essere “sinistra” Le vicende, i problemi, le difficoltà hanno indotto la società a smussare tutti gli “angoli” apprestandosi a comporre quel gigantesco puzzle che è l’Italia, dove tutto è destinato ad incastrarsi l’uno con l’altro al fine di raggiungere un ordine ed una tranquillità che possa permettere a chi gestisce il potere a continuarlo a gestire all’ombra del “non disturbate il conducente”, che è ciò che vuole raggiungere, nemmeno tanto nascostamente, il Berlusconi Silvio, matricola 625.
Renato Bonini

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La precedente è una mail che il caro Renato Bonini voleva inserire nel blog, purtroppo non riuscendoci.
E' chiaro che tutto ciò che dici, Renato, è vero.
L'atteggiamento di un uomo della rilevanza pubblica, politica e, sopratutto, istituzionale di Berlusconi è francamente inaccettabile e sconsigliabile, sopratutto in vista nel G8, dunque in un periodo in cui gli occhi del mondo sono puntati su di noi e noi riveliamo al mondo intero (che comunque se ne rende conto meglio dei nostri connazionali) quale bieca figura abbiamo chiamato a governarci.
Ma tutto ciò che c'è di marcio nella vita e nella persona di Berlusconi, non risolve affatto i problemi della sinistra. Le mie critiche alla sinistra (in cui, per comodità, inserisco anche il PD e i grandi giornali dell'area di sinistra) sono essenzialmente due:
La prima è quella di aver puntato la campagna elettorale delle europee e questi ultimi giorni post-elezioni più sulle vicende private di Berlusconi che sulle altre sue magagne. Ripeto, si trattasse di un uomo pubblico normale (un Sarkozy qualsiasi) allora sarebbe anche normale scandalizzarsi per certe situazioni. Ma stiamo parlando di un uomo che, come dici tu, faceva parte della loggia eversiva denominata P2 (per precisione: tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978), ha ospitato a lungo un uomo facente parte della famiglia mafiosa di Santa Maria del Gesù in Palermo, la stessa di Stefano Bontate. Un uomo che, per espandere il suo impero televisivo non si è fatto problemi (anzi) quando si è trattato di fare affari con la famiglia di Buscetta (allora pienamente inserito nell'organizzazione mafiosa). Un uomo che non ha temuto di corrompere i capi politici di allora (Craxi in primis) per mantenere il monopolio delle tv private. Un uomo che poi ha corrotto giudici e testimoni per evitare di essere condannato in numerosi processi. Infine non ha temuto di corrompere milioni di italiani, con l'obiettivo (pienamente riuscito) di evitare la galera per sè e per i propri amici e, nel contempo, di aumentare il proprio patrimonio a dismisura.
Direi che queste breve ed incompleta carellata della vita (pubblica questa volta) di Berlusconi sia ben più grave e preoccupante per la collettività che le sue, pur squallide, vicende private.
La seconda critica è quella di non aver altri argomenti. Le critiche a un uomo della pasta di Berlusconi sono, secondo me, sacrosante. Ma poi dev'esserci dell'altro. Una personalità, una scala di valori, una serie di obiettivi che oggi mi paiono senza dubbio modesti. Un tempo la sinistra era la casa di chi voleva migliorare la società e proiettarla verso il futuro. Oggi mi pare che invece sia la casa di chi tenta in tutti i modi di conservare ciò che si (faticosamente) conquistato nel passato. Nulla di male, se non fosse l'unico obiettivo di questa sinistra. Che in sostanza manca della qualità principale che avevano i grandi uomini e i grandi ideali di sinistra: il coraggio.

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