lunedì 15 giugno 2009

Sinistra liberale, laica, riformista.

Le ultime elezioni europee hanno dimostrato che esiste una larga parte dell’opinione pubblica che si riconosce nella sinistra extra PD. Credo sia un fatto importante ma che a causa di una legge elettorale truffaldina e di una divisione spesso poco comprensibile non avrà il peso che merita.
Io sono convinto che all’Italia e all’Europa serva una nuova proposta che io individuo nell’area di sinistra. Non però nella sinistra di oggi che, come abbiamo visto, gode di ben poca fiducia a livello europeo.
Serve dunque un’area più innovativa e coraggiosa per suscitare le passioni dei cittadini e degli elettori.
L’Europa ha girato a destra, soprattutto verso la destra più radicale. I motivi sono più o meno quelli che spingono gli italiani a votare Lega Nord, che è il vero partito di estrema destra italiano (altro che Storace). Queste posizioni politiche sembrano offrire più sicurezza di fronte ai pericoli che, come sempre, sono rappresentati dal diverso. Anche chi ha poco o nulla in momenti storici come questi tende ad affidarsi a chi protegge anche quel poco. Non importa alla gente le prospettive che si perdono affidandosi a queste gente. E’ più importante tenersi stretto quel poco che si è. E’ la stessa logica usata dai giocatori d’azzardo e da chi gioca in borsa: si prova più dolore a perdere 1000 euro che non a vincerne 100mila.
Se si guarda più a fondo però vediamo che i problemi maggiori derivano proprio dall’estremismo di destra: l’identitarismo religioso sfrenato che non crea altro che odio, rancore, diffidenza. Il populismo che educa i cittadini a scegliere sempre la via più semplice e a ragionare poco o nulla sulle conseguenze. Il liberismo senza regole e senza limiti, causa prima e ultima della grande crisi che stiamo vivendo.
La sinistra europea ed italiana è sembrata alquanto timida su questi argomenti. Spesso affidandosi ad un “buonismo” incomprensibile ai più, o chiudendo un occhio davanti alle prevaricazioni, in cambio di una legittimazione a governare che però non è mai arrivata. Oppure accettando senza se e senza ma la dottrina della deregulation e del liberismo sfrenato. Tutto ciò ha deluso gli elettori di sinistra che votavano per della gente che non difendeva i propri valori. Ecco dunque da cosa bisogna ripartire: dai valori e dalle idee per una nuova sinistra, moderna, europea, laica, riformista, liberale, democratica. E soprattutto una sinistra che diventi adulta, combattendo le due dottrine socio-economiche che non hanno portato altro che a guerre, crisi, povertà, sofferenza: il liberismo sfrenato e il comunismo. Due idee o ideologie condannate dalla storia e dai fatti. La nuova sinistra non può e non deve prescindere dall’anticomunismo. Dico questo e lo sottolineo, perché la sinistra italiana soprattutto continua ad essere schiava di quel nome e di quel simbolo. Per molti non si può essere di sinistra se non si è anche comunisti. Io invece penso che si è di sinistra soprattutto se non si è comunisti. Si è di sinistra se si riesce a rinnovare il riformismo e a difendere i nostri valori. I comunisti invece sono ancora chiusi in se stessi, sono conservatori nell’animo e non danno una spinta propulsiva allo sviluppo della società e della cultura. Dunque la nuova sinistra liberale non può non essere comunista. Ciò non significa affatto che non si possano fare battaglie assieme ai comunisti, o che non si possano accogliere quei comunisti che rinunciano a quell’ideologia. Ma oggi la sinistra non può che differenziarsi dai comunisti. Un’unione di queste due anime non farebbe altro che scatenare delle guerre intestine che non porterebbero nulla di nuovo. Una divisione invece può portare alla competizione e alla crescita di entrambi i movimenti. Ecco dunque quali sono i valori secondo me fondanti e fondamentali per la nuova sinistra liberale.

DEMOCRAZIA: Spesso siamo portati a ritenerla un dato di fatto, una cosa normale, ovvia, inscalfibile. Eppure così non è. Innanzitutto perché ancor oggi, in tutto il mondo, Italia compresa, c’è gente che non solo pensa che la democrazia sia inutile e dannosa, ma anche tenta in tutte le maniere di eliminarla.
Noi dunque dobbiamo essere difensori strenui della democrazia, dobbiamo sottolinearne i pregi e i vantaggi.
La democrazia è però un’utopia, nel senso che è praticamente impossibile da raggiungere pienamente, soprattutto in mondo complesso come il nostro. Serve che tutta una serie di valori e di situazioni siano perfettamente equilibrate tra loro. Ma ciò non deve scoraggiarci, anzi, sarà uno stimolo per perseguire questo scopo e per migliorare lo stato della società in cui viviamo. La democrazia sarà sempre il nostro obiettivo ultimo, assieme a tutto ciò che essa comporta. Democrazia è un concetto molto complesso secondo me, non è solo il potere del popolo. Esso infatti potrebbe limitarsi al volere del 51% della popolazione. Esso invece è anche rispetto, dunque anche il 49% deve avere il suo peso. Democrazia significa che ogni decisone deve avvantaggiare quante più persone possibili, democrazia significa trasparenza, significa che nessuno è superiore a un altro, democrazia significa che tutti devono avere le stesse possibilità di inseguire la felicità. La nostra Costituzione dimentica questa parola, al contrario di quella americana. Ma noi sappiamo che il fine ultimo della nostra vita è il conseguimento della felicità. Dunque una società democratica è la società che consente a tutti, se vogliono, di arrivare alla felicità. Indipendentemente dal fatto che sia quasi impossibile arrivarci.

LIBERTA’: A mio modo di vedere la libertà è fondamentale per avere la democrazia e dunque per perseguire la felicità personale. La libertà significa che ognuno dev’essere libero di poter fare tutto ciò che ritiene, purchè non vada a ledere i diritti altrui, ovvero la mia libertà finisce dove inizia la tua. Questa è la fondamentale differenza tra la libertà per come la intendiamo noi e per come la intendono certe dottrine di destra, secondo le quali la libertà è assoluta, col risultato che essa diventa si assoluta, ma per un numero limitatissimo di persone, ovvero quelle che partono da una situazione di vantaggio rispetto agli altri. Ciò fa si che la libertà sia goduta senza rispetto alcuno per le persone e per la natura da pochissime persone, mentre la stragrande maggioranza subisce le volontà dei pochi fortunati.
La libertà come la intendo io invece è ben diversa.
Essa consiste nella libertà di poter dire ciò che si pensa, senza paura del giudizio negativo del prossimo.
La libertà di poter avere informazioni complete e veritiere su ciò che accade. La libertà di poter credere o meno in qualche essere soprannaturale, la libertà di poter intraprendere un lavoro, la libertà di poter competere con chi già è inserito in quel determinato settore economico, la libertà di poter sciegliere, la libertà di poter prendere decisioni e di poter avere ed esprimere le proprie idee e i propri sentimenti.
E poi la libertà dalla fame, dal bisogno, dalle costrizioni, dalla schiavitù, dalla malattia. Questa è la mia e la nostra libertà. Una libertà di diritti e di rispetto per il prossimo.

GIUSTIZIA: La giustizia va intesa sia come giustizia sociale che come giustizia nei tribunali. La prima consiste nell’evitare che chiunque venga sfruttato da chi è più forte o potente di lui. La giustizia sociale significa che tutti devono avere le pari opportunità di emergere e di ottenere qualcosa nella vita. Io non vedo la giustizia sociale come un appiattimento della società o una negazione della competizione, semmai la vedo come un modo per permettere a tutti di partire dallo stesso livello. Sarà poi il talento, la forza di volontà a premiare i migliori. La giustizia sociale deve servire solo a limitare il potere della fortuna. Essa dunque si traduce nella gratuità dell’istruzione e della sanità come prima cosa. Ma poi anche come sostegno a chi perde il lavoro o a chi non ha un reddito abbastanza elevato per vivere in maniera decorosa. La giustizia sociale è dunque un modo per permettere a tutti di elevare al massimo livello la propria vita.
La giustizia nei tribunali invece serve per punire chi non rispetta le libertà e i diritti altrui, dunque chi approfitta delle proprie libertà. Essa non dev’essere esagerata in un senso o nell’altro, ma dev’essere giusta. Dunque le pene devono essere proporzionate al delitto, tenendo sempre presente che si parla di esseri umani. Dunque non si può prendere in considerazione la pena di morte. L’obiettivo deve comunque essere sempre quello di restituire alla società, se possibile, un individuo in grado di non nuocere. Le pene però devono essere certe, dunque no a sconti e permessi vari. Si a pene pecuniarie anche elevate in caso di danni elevati invece. L’importante è che la giustizia sia veloce, nei limiti del possibile. Per chi l’ha letto io faccio mie tutte le proposte di Bruno Tinti ne “la questione immorale”. In sostanza nel libro si elencano una serie di provvedimenti semplici e poco costosi per accelerare la giustizia e renderla più giusta ed efficace, senza scomodare riforme elefantiache o riforme costituzionali.
La giustizia dei tribunali va intesa anche come ricerca della legalità, dunque lotta alla corruzione, alla mafia, all’evasione fiscale e a tutte le diffusissime pratiche illegali del nostro paese. La legalità è un punto fermo di ogni democrazia compiuta.

LAICITA’: Per me la laicità è un punto fermo. La libertà di individuo non può essere piena se lo stato non è pienamente laico. Per me lo stato laico è quello descritto dal sito www.atei.it
Ecco cos’è la laicità secondo me:
Lo stato, per potersi definire compiutamente laico, deve avere queste caratteristiche:

Fonda la sua legittimità sulla democrazia liberale e non permette che il Potere sia trasmesso in via ereditaria dinastica, tantomeno permette che debba ottenere la sua legittimità da parte di un'altro potere esterno ad esso e correlato a una religione o, più in genrale, ad un'ideologia.
Lo stato e la Chiesa sono quindi separati e non si devono influenzare l'un l'altro, ma devono restare indipendenti ciascuno nel proprio ordine.

Da un lato non può avere preferenze per nessuna religione, non ci deve cioè essere una religione riconosciuta come religione ufficiale, e quindi negli edifici pubblici di proprietà statale, non ci devono essere simboli di alcuna religione e nelle dichiarazioni ufficiali non ci deve essere rifemento a nessuna fede; --Dall'altro deve garantire l'eguaglianza giuridica di tutti i cittadini, anche dei non credenti in una certa religione e dei non rifacentesi a una certa dottrina, assicurando al contempo il massimo grado di libertà compatibile con il massimo grado di sicurezza e coesione sociale.
Dovrebbe vietare solo ciò che è obiettivamente dannoso per la collettività o per gli individui e non dovrebbe imporre degli obblighi o dei divieti solo perché la maggioranza, magari afferente a una certa religione, lo desidera in quanto considera che i suoi valori siano validi per tutti indistintamente. Lo stato laico comunque, dovendo garantire la sicurezza dell'individuo e della società tutta, oltrecchè le libertà e i diritti individuali, impone delle regole di convivenza civile, le più condivisibili possibili, ma assolutamente tassative.

Pertanto, ad esempio, se può, e forse deve, depenalizzare l'eutanasia , sulla base del fatto che ogni individuo deve essere lasciato libero di disporre della propria vita e di liberarsene quando essa sia ormai insopportabile a seguito di un male incurabile, non può però legalizzare l'omicidio: può depenalizzarlo non tenendo conto degli anatemi della religione dominante, che propugna la sacralità della vita, ma considerando solo il movente del gesto omicida e valutare se la persona che l'ha compiuto sia o no pericolosa per la Società.

Quindi può discernere tra omicidio fatto per un movente abietto ( odio, avarizia, sadismo, pedofilia sadica e altro ancora ) e uno fatto per legittima difesa personale, per salvare una terza persona dall'essere ucciso a sua volta, oppure, ed è il caso dell'eutanasia, per amore e pietà, specie se su richiesta del soggetto. L'omicidio, sotto qualsiasi fattispecie, per la religione resterebbe un grave peccato, ma nella forma di omicidio del consenziente o di suicidio assistito non sarebbe da considerare un reato da parte dello Stato laico, in quanto la persona che lo ha commesso o lo ha reso possibile, non è pericolosa per la società o per altri individui

Uno stato laico quindi è quello stato dove le religioni e le ideologie non hanno influenza sulla società nel suo complesso avendo invece valore solo per le persone, e al limite per le comunità formate da quelle persone, che credano in una certa religione o in una certa ideologia. Lo Stato laico si prodiga perché nessuna parte della società prevarichi su una parte minoritaria della Società stessa, se non per ragioni di utilità collettiva, ma mai per ragioni ideologiche. In altri termini: la democrazia non può essere usata per negare i diritti delle minoranze.

ISTRUZIONE: Non può esserci democrazia senza istruzione. Istruzione e libera informazione vanno di pari passo. Solo un individuo adeguatamente istruito ed informato può prendere decisioni sensate e razionali. Dunque l’istruzione italiana dev’essere migliorata, soprattutto a livello universitario e di scuole superiori. Bisogna che i nostri ragazzi imparino la storia del dopoguerra, il valore della Costituzione e i fondamenti della società civile.
La scuola deve dunque formare l’uomo e il cittadino prima che il lavoratore.
Anche questo secondo ruolo però va rafforzato, dando ai nostri ragazzi una formazione migliore, che li renda capaci di districarsi nel campo lavorativo da loro scelto, ma anche in altri settori se ve ne fosse la necessità. Bisogna anche migliorare lo studio delle lingue straniere e dell’informatica. La scuola deve dunque formare dei cittadini preparati ad affrontare le varie sfide della vita e deve aiutare i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro, collaborando di più con le aziende.
Lo stato da parte sua deve incentivare la ricerca scientifica e tecnologica, vero motore per lo sviluppo del paese. Non vedo come una chimera un significativo aiuto in tutto ciò da parte delle imprese, dunque sono favorevole ad un maggior coinvolgimento di esse nel settore della ricerca, purchè però non pretendano di condizionarla grazie al denaro elargito.

LIBERO MERCATO: Il libero mercato dev’essere la base dell’economia. Non possiamo certo tirarcene fuori, né possiamo bloccare la globalizzazione. Possiamo però ripensare il liberismo sfrenato di questi ultimi anni. Dunque si al libero mercato e alla globalizzazione in maniera però diversa da ciò che sono stati fin’ora. Tutti sanno che il libero mercato è un’utopia in realtà, dunque lo stato deve cercare di riequilibrare i vari fattori economici. Si a una regolamentazione intelligente della finanza e dell’economia in generale, senza però giungere a un’eccesso dalla parte opposta. Bisogna cercare di trovare una via di mezzo. Il metro di misura dev’essere la sostenibilità dell’economia, il benessere delle imprese, dei lavoratori e dei consumatori, evitando squilibri da una parte o dall’altra.

RESPONSABILITA’ E COERENZA: La nuova sinistra liberale e riformista dev’essere responsabile e coerente. Ciò significa mantenere una scelta, un indirizzo, finchè esso si riveli vincente o giusto. Ma significa anche avere il coraggio di abbandonare certe scelte se si rivelano svantaggiose per il paese. Coerenza significa anche coraggio, dunque bisogna dire le cose come stanno e non nascondersi per paura di perdere dei voti. La chiarezza e l’onestà saranno sicuramente premiate in futuro, saranno un forte investimento sul futuro. La nuova sinistra dev’essere dunque più coraggiosa nel proporre i propri temi e i propri valori, deve imporsi al dominio culturale della destra quando serve. Responsabilità poi vuol dire, prima di ogni altra cosa, avere il rispetto del potere che si ha. Dunque rispettare i cittadini che danno questo potere e amministrare la cosa pubblica come fosse la cosa più preziosa del mondo.

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