giovedì 18 giugno 2009

La (d)istruzione secondo la Gelmini

Il governo peggiore della storia della Repubblica ne ha trovata un'altra delle sue. Com'è (purtroppo) normale per un governo espressione della peggior destra clericalizzata e reazionaria la prossima mossa sarà quella di distruggere ulteriormente la nostra scuola.
Non paghi di aver tagliato centinaia di milioni di euro all'istruzione pubblica per i prossimi 4 anni vogliono pure ridistribuire del denaro a favore di coloro che decideranno di andare nelle scuole private. A parte il caso che sarebbe palesemente incostituzionale, ma siamo sicuri che sia una mossa giusta? E perchè viene fatta?
La Gelmini sostiene che, siccome l'OCSE a severamente bocciato la nostra scuola, era giusto tagliare tutti quei fondi e anzi, bisognerebbe tagliarne ancora e destinare quel denaro alle scuole private, dove, secondo lei, l'istruzione è nettamente migliore e gli studenti escono preparatissimi e pronti ad affrontare le sfide della vita.
Non considera invece tutti quelle voci che parlano di corruzione degli insegnanti e dei presidi da parte di alunni e genitori per avere qualche voto migliore. E non si considera neppure la probabile attitudine degli insegnanti delle scuole private a non essere eccessivamente severi con gli alunni, fonte primaria del loro reddito.
Ma queste chiaramente sono solo dicerie, discorsi da bar e probabilmente non sono vere e le scuole private sono, se non alla pari, forse migliori di quelle pubbliche per davvero.
Però lo stato e il governo non dovrebbero puntare sulle proprie scuole? Perchè la Gelmini invece di studiare un modo per rinnovare e migliorare le nostre scuole getta la spugna e consegna i fondi pubblici alle scuole private (o agli alunni che le frequentano, che poi è la stessa cosa)?
Noi sappiamo benissimo ormai che il governo berlusconista ha in odio la scuola pubblica, l'istruzione e la cultura, tutti cose del antitetiche al modello Noemi, modello che il "papi" spera di vedere applicato a tutti i giovani e non giovani (cosa che sta riuscendo anche bene direi). Ma non può essere solo questo.
E' un problema di soldi? la Gelmini sostiene che l'Italia spende per l'istruzione pubblica più di ogni altro paese. Nello scorso autunno di cifre ne sono venute fuori a decine o a centinaia, tutte diverse tra loro. L'idea che mi sono fatto io è che i soldi spesi dall'Italia sono meno rispetto a quelli spesi da altri paesi, sopratutto a livello di ricerca universitaria e che molti di questi soldi sono poi sprecati per i soliti vizi che sappiamo. Dunque in realtà, se fosse una questione di rapporto qualità-prezzo, si potrebbe intervenire per limitare gli sprechi, cosa non difficile secondo me, sopratutto vista la quantità industriale di denaro letteralmente buttato dalla finestra. Oppure si potrebbero rinnovare i programmi e selezionare insegnanti più bravi e motivati. Invece no, la soluzione del Ministro è quella di lasciare andare la scuola pubblica alla deriva e puntare su quelle private.
Con quali effetti però? Probabilmente i figli delle famiglie meno facoltose, sopratutto al termine della crisi, non disporranno della quantità di denaro sufficiente per permettersi una scuola privata, nemmeno se lo stato gli passerà quelle poche centinaia di euro l'anno. D'altra parte però i figli delle famiglie più abbienti potranno risparmiare proprio quel denaro loro passato dallo stato. La cosa chiaramente è del tutto iniqua e illogica, ma bisogna sempre tener presente che si sta parlando di un'iniziativa del governo Berlusconi.
A me però viene in mente un'altro motivo.
Sappiamo tutti che nell'ultimo periodo la chiesa e la CEI hanno criticato l'Imperator per la sua disinvoltura con le ragazze. Chissà se questa non è una bella mossa per far pace con il clero, regalando loro la possibilità di aumentare le rette, protetti dal sostegno statale. Del resto la maggior parte delle scuole private appartiene proprio alla chiesa. La cosa poi assume anche un risvolto comico quando la Gelmini dichiara che, siccome i nostri studenti non sanno nulla delle materie scientifiche, è meglio mandarli nelle scuole private. Io sono molto dubbioso sul fatto che una gestione religiosa possa far apprendere correttamente e completamente le nozioni scientifiche che vanno contro le preghiere che i ragazzi sono costretti a recitare al mattino. Io consiglierei alla Gelmini di togliere l'ora di religione e di sfruttarla per aumentare le ore di scienze, invece di strapagare degli insegnanti che raccontano agli studenti delle favole e dei racconti che sono, se non dannosi, sicuramente inutili per la loro formazione. Invece la scelta di questo "illuminato" governo è quella di lasciar cadere letteralmente a pezzi la scuola pubblica, a favore di una più mansueta e conveniente istruzione privata e filo-cattolica.
Cosa dire? Se non che questo governo delle lobby cattoliche e dell'ignoranza fa davvero schifo?

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