lunedì 8 giugno 2009

Riflessioni sul voto europeo

I risultati venuti fuori dalle elezioni europee mi hanno un pò sorpreso a dire il vero. Sopratutto per il fatto che il PdL non solo non ha raggiunto il 45%, non solo non ha aumentato i propri voti, ma addirittura è calato di oltre due punti. Certo, nulla di trascendentale, ma ciò significa che c'è ancora un pò di amor proprio in questo paese. Significa che il 75% dei consensi di cui vaneggiava l'imperator è pura fantasia. Significa che, anche se il paese è in larga parte dalla sua parte c'è anche una parte molto consistente che non solo non ha intenzione di votare per lui o per il nostro partito di estrema destra (la Lega Nord) ma addiruttura cerca altre sponde, altri rappresentati senza accontenarsi del PD, che ancora non s'è capito cosa sia.
Dunque alla fine il PdL è si il primo partito italiano, ha si un larghissimo margine su tutti gli altri, ma ha subito sicuramente un ridimensionamento dall'ambizione di partito unico che aveva. Ciò non signfica certo che si potrà abbassare la guardia sulle mire egemoniche dell'imperator, in quanto com'è da tradizione dei reazionari nostrani, la realtà non conta nulla, dunque faranno comunque ciò che vogliono, come avessero il 100% dei consensi.
La Lega ha aumentato un pò il proprio consenso, forte del vittimismo fatto quando gli hanno bocciato il decreto (in)sicurezza e forte del federalismo fiscale (anche se è ancora una scatola del tutto vuota). Loro sono bravi a propagandare le loro idiozie alla gente, hanno sempre i gazebo ovunque e sono più dogmatici del papa, dunque è difficile andare a discutere con loro, che hanno sempre ragione. Questo chiaramente affascina molto il cittadino medio che li vede forti, duri, puri, incorruttibili (!) e pronti a battersi per le migliori tradizioni popolane. La loro politica a mio parere vale 4 soldi e non porta a nulla, ma la gente crede in loro nonostante 20 anni di sconfitte su tutti i campi. In ogni caso, com'è da tradizione per questo partito che si finge di centro ma è di estrema destra, anche stavolta hanno subito una bella sconfitta: erano convinti di andare ben oltre il 10% (dicono sempre che i sondaggi li vedono sottovalutati) e di conquistare almeno il Veneto, invece gli ha detto male. Provaci ancora Bossi.
Il PD continua a dire che ha tenuto e in effetti rispetto al 22% di Febbraio questo 26% è un buon risultato. Però non c'è dubbio che l'ancora di salvezza sarebbe stata più robusta se avessero conquistato almeno un 27%. In ogni caso il PD dovrà per forza decidere cosa essere da grande e i prossimi mesi saranno decisivi. Penso che questa volta si sia salvato grazie al fatto che la gente di sinistra ha pensato bene di ridare fiducia a questo partito, sopratutto per contrastare Berlusconi, per limitare le perdite. Insomma, un voto non credo che sia un voto di entusiasti del PD bensì di gente che ha voluto dare una sorta di voto utile o di voto responsabile. Però ora dovranno decidere cosa diventare: vogliono diventare un partito centrista post-democristiano e filo-cattolico allenadosi con Casini e dunque andando a scontrarsi con Berlusconi nel centrodestra o vogliono liberarsi dei teodem e recuperare quei valori della sinistra che sembrano aver perso? Di certo il PD così com'è non andrà lontano e non riscuoterà mai simpatie ed entusiasmi.
Di Pietro penso sia il vero vincitore politico, ha raddoppiato i voti di un anno fa, è in procinto di dare una svolta al suo partito e può permettersi di fare da centro di gravità per la costituzione di una nuova sinistra, di cui ancora non si sa chi ne farà parte.
I radicali si sono salvati e anche bene, il 2,6% è un ottimo risultato e ciò significa che hanno ancora molto da dire e molta gente li sta ad ascoltare.
Infine S&L e comunisti. Credo che il 3% raggiunto da entrambi sia un ottimo risultato, penso che entrambi dovrebbero proseguire in questa strada. Io penso che la sinistra oggi dovrebbe liberarsi del cadavere del comunismo, per questo credo che S&L abbia fatto bene a liberarsi di quel simbolo, credo abbia fatto bene a riesumare la parola libertà. Penso però che avrebbero dovuto fare e dovranno fare molto di più. Dovranno recuperare i veri valori della sinistra, la libertà della persona, la laicità dello stato e della politica, la legalità in economia e in politica, la giustizia sociale, la solidarietà, la difesa del lavoro. Dovranno però anche fare autocritica in tante cose se vogliono proporsi come un'alternativa al PD come partito principale della sinistra. Dovranno dunque prendere sul serio la questione sicurezza, proponendo un piano serio, magari più articolato del "mandiamoli via" leghista. Dovranno smetterla di giustificare l'illegalità delle classi più deboli, dovranno capire che la vera solidarietà è premiare chi si impegna e chi ha le capacità. Dunque bisognerà fare un grande ripensamento della sinistra, riprendere valori che sembrano ormai persi. Dovranno ridare voce alla gente, dovranno difendere i lavoratori e i disoccupati, senza però scadere nella solita polita di contrasto agli imprenditori o ai ricchi. Si dovranno invece aiutare le aziende a svilupparsi e a crescere, sempre chiaramente all'interno della legalità. Mi auguro che in S&L si sia già fatto un ragionamento sul libero mercato. Un argomento spinoso questo, che infatti vede i comunisti definirsi anche anticapitalisti. Un argomento, quello del libero mercato e più in generale dell'economia, che la sinistra dovrà affrontare e fare proprio, anche per la sua attualità ed importanza. Certo non mi auguro che si arrivi al totale rifiuto del liberismo, piuttosto spero che si arrivi a una sua redifinizione, giungendo a capire che il libero mercato è un'utopia e che dunque è necessaria una guida governativa in base alle incongruenze che il mercato mostra. Inoltre penso si debba puntare forte a un'economia non dedita solamente al profitto di pochi, ma al benessere di tutta la società.
La sinistra comunista invece non penso abbia capito o che voglia capire queste cose. D'altra parte è anche auspicabile che questa lista raggiunga un'unità definitiva per riproporre un partito comunista unitario, che cerchi i voti di quei nostalgici comunisti che ancora ci sono. Di certo però una sinistra moderna dovrebbe, a mio avviso, liberarsi di quel peso ingombrante e abbracciare invece i valori tipici dei repubblicani, degli azionisti, dei liberal-socialisti.
Infine un pensiero sull'Europa. Sia prima che dopo le elezioni si è detto ben poco di quest'entità, che ormai è molto importante, per lo meno pari al parlamento nazionale. La gente non sa cosa si fa al parlamento europeo, non sa cosa si decide, si sente lontana da quest'istituzione. Però, come qualcuno diceva l'altro giorno per radio, l'UE ha portato una grande cosa: non c'è più la guerra in Europa. E di certo non grazie ai partiti xenofobi e razzisti di estrema destra o grazie ai postcomunisti che rimpiangono Stalin o grazie ai cattolici integralisti che hanno insaguinato il vecchio continente per 1000 anni. Ma grazie ai valori di libertà e democrazia che sono alla base dell'Europa moderna. Dunque, a chi tiene a tutto ciò, pubblicizzate l'Europa, dite che non è un mostro che ci impone cose assurde, bensì una sicurezza, una fonte di stabilità, un antidoto alle pulsioni dittatoriale ed integraliste che contraddistinguono il nostro paese.

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