mercoledì 10 giugno 2009

Una sinistra anticomunista

Dopo le elezioni europee Sinistra e Libertà e i comunisti si sono guardati e hanno pensato che se fossero andati uniti avrebbero preso oltre il 6%, avrebbero salvato la poltrona e potrebbero anche cantare vittoria come fanno oggi Di Pietro e la Lega.
Io non sono per nulla d'accordo con loro. Lo scorso quell'unione fruttava poco più del 3% (la sinistra arcobaleno più i socialisti) e dubito che quest'anno avrebbe fatto tanto meglio. Io penso che la gente desideri due sinistre divise. Da una parte i massimalisti, i comunisti, dall'altra i liberali, riformisti, socialisti.
E' chiaro che un'unione di queste due diverse anime non può funzionare, l'ha già dimostrato l'Unione di prodiana memoria. Sono due modi diversi di vedere la società, la politica. I comunisti sono legati al passato, alla voglia di vendetta storica nei confronti dei capitalisti e dei liberisti. Inoltre il comunismo ha fallito davanti alla storia, non capisco perchè l'Italia debba insistere a proporre quel modello. Esso va bene per fare opposizione, ma purtroppo non è neanche un'opposizione costruttiva ma tutta fatta di proposte irrealizzabili e demagogiche, improponibili per una società moderna ed europea.
Dall'altra parte invece dovrebbe formarsi una sinistra liberale, che ancora non è Sinistra e Libertà. Una sinistra che raccolga i valori degli azionisti, dei repubblicani, dei liberali, dei socialisti (non craxiani per piacere).
Questa sinistra potrebbe allora diventare un progetto politico moderno, capace di affrontare le sfide di questo secolo. Una sinistra che faccia della responsabilità la sua bandiera. Ciò significa che le scelte e le prosprettive devono essere fatte nell'ottica di avvantaggiare tutta la società, non solo una parte. Perchè se si avvantaggiano tutti allora anche i più deboli potranno migliorare la loro condizione sociale.
A me pare invece che gli attuali quadri dirigenti stiano già pensando a una riedizione dell'arcobaleno: tutti insieme allegramente, proviamo a passare il 4% e poi ognuno per la sua strada. Ma non è questa la soluzione, così la sinistra sarà sempre minoritaria, ridicola ed ininfluente.
Serve un progetto ben diverso, convincente, in grado di essere credibile anche al governo. Un progetto che difenda i valori di sinistra, senza barattarli in cambio di qualche migliaio di voti in più.
Ma è chiaro che per ottenere questo serve che i "leader" attuali facciano un passo indietro, scendano nelle scuole, nelle fabbriche, nelle campagne, nelle città e che si confrontino coi cittadini di tutte le classi sociali. E da li poi si potrebbe ripartire, difendendo gli interessi del paese contro quelli dei pescecani rappresentati dalla nostra destra illiberale. Quello che serve a questo paese è una sinistra liberale, laica, democratica, legalitaria, anticomunista e coerente con se stessa. Ce l'avremo mai?

1 commento:

  1. A destra è sempre esistita una componente assolutamente antifascista.
    E si trattava di una base tutt'altro che trascurabile.
    E' quindi sempre stato possibile dichiararsi antifascisti ed al tempo stesso essere dichiaratamente di destra ed essere percepiti come tali.
    A sinistra questo, almeno in Italia, non è stato mai possibile e non lo è ancor oggi che il comunismo sembra ormai un vago retaggio del passato.
    Gli uomini di destra sono quindi più fortunati, a loro è permesso riconoscersi nei valori dell'anti-autoritarismo senza doverlo limitare ad una sola parte o a dover fare distinguo assai fumosi ed ipocriti come quello tra tra a-comunismo ed anti-comunismo.
    Un povero uomo che volesse sentirsi di sinistra, ma anche coerentemente liberale ed anti-autoritario, deve necessariamente evitare di definirsi anti-comunista, perfino oggi, 26 anni dopo la scomparsa dell'URSS e con una sinistra ormai elettoralmente alla frutta.

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