martedì 29 settembre 2009

Flores D’Arcais: “IDV partito ad illegalità diffusa, Di Pietro lo rifondi”

di Luca Rinaldi

E’ un’inchiesta di Micromega, giornale considerato vicino a Di Pietro ed al suo partito, ad analizzare la situazione dell’Italia dei Valori, che fa della legalità la sua arma numero uno per riempire le urne e cercare altri consensi. Se è vero infatti che a livello nazionale può contare su candidati ’senza macchia’ come Carlo Vulpio, Sonia Alfano e Luigi De Magistris, altrettanto non si può dire che questo accada a livello locale.
E’ Marco Zerbino ad occuparsi della questione per Micromega nel numero uscito venerdì 25 settembre, facendo notare come a livello regionale il partito si trovi a contatto con una realtà ben diversa da quella mostrata a livello nazionale. Treviso e Lucca commissariate, mentre nelle Marche sono commissariate tutte le sedi provinciali, senza contare che in Umbria si necessita di un garante, che ad oggi si identifica in Orlando. Poi vari ex sostenitori di Forza Italia (Ignazio Messina, commissario calabrese), assunzioni di faccendieri vari della politica ex DC come in Puglia e Campania. Proprio in Campania, infatti, con Formisano, sono entrati Mimmo Porfidio (ex UDEUR, che sarà indagato dalla DDA di Napoli per associazione per delinquere di tipo mafioso) ed il capogruppo della regione Campania, Nicola Marrazzo, a cui sono state ritirati i certificati antimafia a 4 delle sue imprese nel settore rifiuti.
Zerbini poi conclude su Micromega: “Formisano poi ha fatto entrare l’Idv sistematicamente in giunte di centrodestra. Belisario ha fatto arrivare nel partito tra gli altri Schiavone (ex Udeur), condannato per esercizio abusivo della professione odontoiatrica. Nelle Marche tutto è in mano all’ex fondatore regionale di FI, Davide Favia. Tra le candidature Idv alla Camera risulta anche quella di Pino Aleffi, iscritto alla P2. E tra i cambiatori di casacca ci sono Cosma, Borriello, Pisicchio, Di Nardo”. L’altra faccia dell’Idv.”
La faccia sporca dell’Italia dei Valori, di cui Antonio di Pietro deve prendere coscienza, anche se da coordinatore s’immagina che ne abbia. A poco serve che Di Pietro dica che in quelle liste non vi sia nessun caso d’incandidabilità perchè nessuno di questi, nonostante le inchieste, è stato condannato in via definitiva, e dovrebbe saperlo bene, proprio perchè si fa portatore di ciò che Paolo Borsellino diceva: “Il politico non solo dev’essere onesto ma anche apparirlo”. A poco serve che Di Pietro dica a Flores D’Arcais che Micromega fa di tutta l’erba un fascio, perchè appare palese che da una parte abbiamo un IDV idealista e movimentista, come per altro scrive lo stesso Zerbino, e dall’altra un IDV inciucista e politicante.
Rincara la dose Flores D’Arcais in un’intervista rilasciata al ‘Fatto Quotidiano’( giornale di Padellaro e Travaglio, più volte accusato di dipietrismo, nonostante questi non prendano finanziamenti di sorta nè dal parito, nè dallo stato) all’ottima Wanda Marra:
Di Pietro sostiene che nelle sue liste per le ultime elezioni non c’è nessun caso di incandidabilità, visto che non ci sono “persone condannate con sentenze definitive”. Non le sembra un po’ riduttivo da parte di chi ha fatto della legalità la sua bandiera?
Ridursi solo a questo mi sembrerebbe molto, molto minimalista. Se per essere candidati in un partito che si pone come la speranza dell’altra Italia bastasse non avere una condanna definitiva, allora ci si potrebbe limitare a estrarre a sorte i candidati. Forse Di Pietro non capisce quanto è controproducente questa situazione. L’Idv alle europee ha sfiorato il risultato a 2 cifre, ma se si muovesse rinnovando tutto il partito intorno a candidature come quella di De Magistris potrebbe arrivare al 15-20%. Il minimalismo del rinnovamento mi pare possa portare a mancare un’occasione storica. Al di là di quello che si può dire sui Belisario e i Formisano non è con politici di questo genere che l’Idv può fare il 20%.
Chissà se arriverà il ben servito ai figuri ex FI, DC e UDEUR, o sono troppo importanti i faccendieri per ritrovare anche in Italia il 10% delle europee. D’altronde i faccendieri ed i furbetti agli italiani piacciono, lo sappiamo da 40 anni di DC, l’80 craxiano e dagli ultimi 15 anni. Ripulendo rischierebbe forse le urne vuote, come potrebbe ritrovarsele piene dall’altra parte di quell’Italia che ancora crede nell’onestà e nella trasparenza.

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