mercoledì 30 settembre 2009

Lo staff di Ignazio Marino rifiuta la lista dei "girotondi". Peccato.

di Paolo Flores d'Arcais*

Cari compagni e amici, ma soprattutto concittadini, alla fine di luglio, su questo stesso sito, lanciavo l’idea di una lista “girotondi per Marino”, con cui contribuire al suo successo nelle primarie che eleggeranno il nuovo segretario del Partito democratico. Tal proposta nasceva dalla consapevolezza che la candidatura di Marino aveva la possibilità di vincere esclusivamente se capace di mobilitare una parte dei quattro milioni di elettori del Pd che hanno deciso di non votarlo più nell’anno intercorso tra le politiche e le europee (e degli altri milioni, sicuramente democratici, che già non avevano votato per Veltroni).

Per questo ho formulato a fine luglio “undici punti”, assolutamente non esaustivi ma chiaramente indicativi di un orientamento intransigente contro ogni tentazione di inciucio e dunque nei confronti di tutti i dirigenti del Pd, “con cui non vinceremo mai”. E ho chiesto a quanti fossero iscritti al Pd e condividessero tali punti, di dare la loro disponibilità a candidarsi in questa lista di “girotondi per Marino”, di raccoglier le firme per presentarla, di impegnarsi a sostenerla nelle settimane precedenti le primarie. Il meccanismo delle primarie non prevede infatti che si voti direttamente per un candidato, ma che si voti per una delle liste che lo sostengono.

La risposta è stata più che incoraggiante. Malgrado agosto sia per ogni “impegno” un mese morto, circa duecento iscritti al Pd hanno mandato la loro disponibilità ad essere candidati, la maggior parte allegando un dettagliato curriculum. Ho perciò messo al corrente Ignazio Marino di questi promettenti risultati: se avesse accettato il sostegno di questa lista, con una pubblica conferenza stampa, e poi indicando nel corso di tutti i suoi incontri (tre o quattro al giorno) un sito e una mail dove indirizzare le altre disponibilità a candidarsi, era più che probabile che gli altri ottocento candidati (le liste devono essere di mille candidati ciascuna) sarebbero stati raccolti in un tempo molto breve.

Marino si è detto favorevole, con un calore che a tratti mi è sembrato entusiasmo, e in un dialogo con me per la rivista MicroMega (dal 25 settembre in edicola, e che spero leggerete con interesse, perché ricchissimo anche su altri temi) ha ribadito la sua decisione positiva, ed ha anzi spiegato la sua intenzione di essere appoggiato da tre liste: una legata a dirigenti locali del Pd (l’on. Meta e i “piombini” di Civati, per intenderci), una quella da me proposta, e una che fosse espressione del mondo delle associazioni e del volontariato.

Qualche giorno dopo, però, in risposta alle mie sollecitazioni per dare pratica realizzazione al progetto, Marino mi rispondeva che a seguito di una consultazione con il suo staff era stato deciso di rifiutare la nostra lista “girotondi per Marino”. Gli argomenti addotti (che più liste comporterebbe la dispersione di alcuni “resti”, e che la sua impostazione per un “partito dei circoli” esclude più liste di appoggio) mi sono sembrati e mi sembrano francamente speciosi. Esistevano anche prima. Inoltre: sul piano tecnico i “resti” vengono conteggiati a livello regionale e nazionale, e sono più che compensati dalla possibilità di raccogliere consensi in ambienti con sensibilità politiche diverse, consensi che mai convergerebbero su una sola lista.

Credo che con questa scelta la candidatura di Marino perda ogni chance di successo, e possa dar vita ormai solo ad una presenza di minoranza, cioè ad una “corrente” di quadri intenzionati a “condizionare” il nuovo segretario. Prospettiva che ho sempre considerato di spessore nullo rispetto alla drammaticità della crisi che stiamo vivendo.

Peccato.

p.s. In realta, ripensandoci ora, la cosa giusta sarebbe stata avere quattro liste pro-Marino, visto che sono tanti i “grillini” che si sono iscritti al Pd quando Beppe Grillo tentò inutilmente di farlo. Resto convinto che attraverso queste quattro liste Marino avrebbe vinto. Di nuovo: peccato.

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