di Caterina Visco
Tremila documenti sono stati consegnati oggi al Presidente della Camera, che si è impegnato a garantire un dibattito nel pieno rispetto della libertà di coscienza dei parlamentari
Oltre tremila dichiarazioni anticipate di trattamento - il cosiddetto testamento biologico - sono state raccolte dalle associazioni Luca Concioni e A buon diritto e consegnate oggi al Presidente della Camera, Gianfranco Fini. Tra febbraio e marzo le associazioni hanno reso disponibile online un modello di testamento biologico (ancora scaricabile dai siti delle associazioni) in uso in altri paesi o in associazioni italiane come la Consulta Bioetica di Milano e la Fondazione Umberto Veronesi. In circa 55 giorni sono state scaricate e inviate alle associazioni più di 3.300 dichiarazioni di trattamento, sottoscritte firmate e datate.
Per ora ne sono state esaminate poco meno di tremila, redatte per più di un terzo da persone al di sopra dei sessant’anni, nonostante la modalità “informatica” del documento. Da un’analisi preliminare emerge che più del 98 per cento dei cittadini ha dichiarato di non voler dare il proprio consenso a un regime di nutrizione e idratazione forzato, pratica considerata obbligatoria nel disegno di legge attualmente in corso di approvazione. Il 95 per cento inoltre è contrario al ricorso alla respirazione meccanica.
Nel momento in cui ha ricevuto il Cd-rom contenente una prima elaborazione dei dati contenuti in questi documenti e i nominativi dei cittadini che hanno espresso la propria volontà, Gianfranco Fini ha espresso il suo impegno a fare si che il prossimo dibattito alla Camera sul disegno di legge approvato in Senato lo scorso 26 marzo avvenga con toni pacati e sereni, in un clima scevro da pregiudizi, in cui sia rispettata la massima libertà di coscienza del singolo parlamentare.
In attesa di una legge, queste dichiarazioni sono già giuridicamente valide e vincolanti (vedi Galileo). “Se la legge ha considerato valida l’espressione di una volontà raccolta attraverso testimonianze orali, come quella di Eluana Englaro, queste dichiarazioni, espresse personalmente, scritte, firmate e consegnate al Presidente della Camera, non possono essere reputate illegittime”, ha dichiarato Marco Cappato, segretario dell’Associazione Luca Concioni. “Quella a cui assistiamo - ha proseguito Cappato - è una corsa a una legge che va contro quanto oggi è già possibile. Anche il Tar del Lazio ha apppena accolto un ricorso contro l’ordinanza emanata lo scorso anno dal Ministro del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, in cui si vietava la sospensione di alimentazione e idratazione”.
Al momento, come ricordato da Mina Welby, presente all’incontro con il Presidente della Camera, 58 Comuni hanno istituito o stanno istituendo un registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento: “Sono diciotto quelli già attivi. Nel Comune di Roma è possibile per ora solo nel X municipio, dove vengono a registrarsi circa venti persone ogni settimana dietro prenotazione”. Ma Mina Welby e l'Associazione Coscioni hanno già presentato oltre settemila firme al Comune di Roma con le quali i cittadini chiedono l’istituzione di un registro comunale e la possibilità di rilasciare le proprie volontà ognuno presso la propria Asl.
giovedì 24 settembre 2009
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