di Rita Guma*
"Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, è convinto da parte sua che «i capitali criminali non saranno rimpatriati». «Non credo che la criminalità si servirà di questo strumento - afferma. - I capitali criminali o sono in Italia perfettamente sbiancati o continueranno la loro attività all'estero»".
Lo riporta il Corriere della Sera di oggi riguardo al varo dello scudo fiscale che permettera' il rientro dall'estero di capitali italiani, con una modesta penale ma senza nessun controllo sulla liceita' delle attivita' che hanno determinato tali introiti, anzi, con una garanzia di immunita', visto che pagare una misera percentuale significa evitare i controlli.
Ci si domanda su quali dati si basi l'affermazione del ministro, che con questa battuta liquida le legittime preoccupazioni di tanti che credono nella legalita' e nella lotta contro la criminalita' organizzata, e che paventano a buon diritto il concreto rischio che tornino in Italia capitali provenienti dalle attivita' della mafia, dal mercato della droga, della prostituzione e della tratta di esseri umani.
Il ministro non fornisce alcun elemento a sostegno della sua affermazione perche' non puo', ma confida evidentemente sul fatto che un'affermazione ripetuta possa essere ritenuta da alcuni la realta'. Un processo mentale che - con la distorsione dell'informazione di Stato che comporta il martellamento di solgan senza approfondimento ne' completezza delle notizie - e' sempre piu' diffuso.
Viceversa e' grave l'affermazione del ministro sul fatto che in Italia ci siano capitali di origine criminale perfettamente sbiancati, a meno che non si tratti di una mera supposizione (che vanifica l'intero discorso): infatti il fatto che egli lo dia per scontato presuppone che il governo sia a conoscenza di questo fenomeno di sbiancatura e ci si domanda se ne ha le prove come mai non intervenga.
martedì 29 settembre 2009
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