venerdì 11 settembre 2009

Mancheranno solo i comunisti

Ieri ho ascoltato il discorso che il presidente Fini ha fatto davanti agli uomini del suo partito e devo dire che mi è piaciuto molto. Fini ha detto delle cose molto normali e molto pacate, secondo me, ma che nell'ambiente estremista e dogmatico del PdL paiono davvero frecce comuniste. In sostanza Fini ha chiesto un dibattito interno, una discussione. Fini a chiesto al PdL di smettere di essere "Popolo" o populista e di diventare un "Partito" vero. Un partito in cui si discute, si parla, ci si confronta e poi si tira una riga per vedere qual'è la posizione da prendere.
Io penso che sia una cosa del tutto normale, una richiesta legittima e doverosa che, se dovesse essere accolta, farebbe del bene non solo al PdL, ma anche, di riflesso, a tutto il paese.
Capisco bene anche il perchè Fini fa questa richiesta. E' chiaro ormai che il regime berlusconista è al tramonto. Magari sarà un tramonto lento e, probabilmente, travagliato, ma qualcosa dopo dovrà pur esserci.
E' scontato che da sinistra non vi sarà alcun problema. Il PD è un fantasma che si regge solo sul dire che non si è d'accordo con Berlusconi per poi agire esattamente come fa lui (certo, non con un singolo individuo come l'Imperator, ma tutti insieme, democraticamente, raggiungono più o meno gli stessi risultati). Non hanno idee, non hanno posizioni, non hanno voce, non hanno carisma, non hanno nulla per poter impensierire il PdL.
A destra del PdL c'è il vuoto, e questo forse è un bene. Il problema, per Fini e per i successori di Berlusconi, è al centro.
Lì infatti vi è un piccolo partito molto più temibile rispetto a tutti gli altri, per due motivi: ha le stesse identiche idee e prese di posizione del PdL (ipergarantismo nei confronti dei potenti, demonizzazione di tutta la sinistra, clericalismo assoluto e non sindacabile, alleanze trasversali con tutta la meglio imprenditoria italiana) e ha l'unico leader, oltre a Fini, che può essere credibile a accettato dagli italiani.
Non ho i numeri sottomano, ma sono convinto che se fate un sondaggio tra gli elettori italiani e chiedete chi è il loro secondo leader politico favorito la maggior parte dirà Casini. La grande maggioranza degli elettori PdL difende Berlusconi e lo vota, ma non lo ama. Lo vota solo perchè no vogliono votare a sinistra, per non so quale motivo. Essi riconoscono quasi tutti i difetti di Berlusconi che la sinistra va denunciando da anni, ma controbattono che nel PD (o nell'ex Ulivo) non sono poi così diversi e che, in ogni caso, piuttosto che dare il potere ai comunisti è meglio Berlusconi. In fondo sin'ora il mondo non è ancora caduto, dunque..
Ma se gli chiedete chi voterebbero se Berlusconi non c'è più ecco che la maggior parte andrebbe diretta da Casini. Egli non ha nulla da nascondere, non ha legami mafiosi, non ha conflitto di interessi (per lo meno non ce l'ha così pacchiano come quello dell'Imperator), non ha vizietti. E' un uomo normale, convincente, pacato, dal buon curriculum. Un perfetto moderato.
Per questo quelli del PD gli fanno la corte da un anno e mezzo. Per questo Berlusconi vuole rifare un'alleanza con lui. E per questo Fini chiede al PdL di essere un partito. Perchè solo se il PdL diventerà un partito vero potrà sperare di contrastare Casini. Se infatti PdL e UDC non torneranno alleati è probabile che vedremo una sfida tra Fini e tra Casini alle prossime politiche. Ve lo immaginate? Il clericalissimo Casini alleato del PD e l'ex fascista e neo-compagno Fini in testa a un partito, il PdL, che più reazionario e clericale non si può.
Signori miei, il regime sta finendo, tra non molto inizierà la seconda repubblica. E non sarà così diversa dalla prima. Mancheranno solo i comunisti all'appello.

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