Ieri ho voluto un po’ scherzare sullo stato della politica italiana. Del resto quando si raggiungono momenti come quelli che noi viviamo oggi ci sono due cosa da fare: piangere o ridere. E siccome Berlusconi dice che noi di sinistra siamo pessimisti io ho voluto contraddirlo ancora e ridere un po’ di lui. Che poi non è neanche difficile, lui è divertente e offre sempre grandi spunti ai comici. Se fossimo in democrazia ne avrebbero già fatto una trilogia cinematografica invece di limitarsi a qualche parodia in qualche programma televisivo.
Ma tant’è, questa è l’Italia. L’Italia è anche il paese dove sempre più spesso si canta il morto per l’Imperator. Domani cade, domani lo mandano a casa, la storia delle puttane lo ucciderà, il disastro economico lo ucciderà, Tremonti si prepara a sostituirlo, Fini anche, nel PdL sono stufi di lui, il discredito di cui gode all’estero lo ucciderà, i suoi giorni come politico e capo del governo sono finiti.
Dunque? Sono anni che si ripetono queste cose, ma voi non notate un piccolo particolare? Mai e poi mai viene menzionata la sinistra. Mai si dice che sarà il PD a mandarlo a casa, o Di Pietro, o i comunisti.
Sembra quasi che questi personaggi facciano solo da contorno alla sceneggiata azzurra, senza un ruolo preciso se non quello di valorizzare il suo disegno autocratico. Se non vi fossero PD o IdV in parlamento, se non vi fossero loro, chi potrebbe negare la dittatura berlusconista? Sappiamo bene che il potere legislativo e quello esecutivo sono pienamente nelle sue mani, sappiamo che quello dell’informazione lo è per il 90% (il restante 10% lo controllerà tramite l’opposizione compiacente o lo ridurrà al silenzio a suon di denuncie), sappiamo che quello giudiziario non esiste e, se esiste, presto se ne impossesserà tramite la riforma di Alfano.
Dunque c’è tutto o quasi per parlare di dittatura, tranne alcuni piccoli particolari: in parlamento vi sono due partiti, il PD e l’IdV , che dovrebbero rappresentare l’opposizione. Essi sono la garanzia di Berlusconi contro chi parla di dittatura, di regime. Poco importa se questi partiti contano poco o hanno poca voce. Poco importa se uno di essi, il PD, sia sostanzialmente complice di ogni porcata berlusconista (dalla riforma della giustizia all’indulto, dal testamento illogico a una legislazione antimafia che fa pena, dal controllo partitocratico dell’informazione e della sanità alle leggi mai fatte contro il conflitto di interessi). Poco importante anche pensare che l’altro, l’IdV, nonostante le tante belle cose urlate a livello nazionale sia uno dei partiti più compromessi a livello locale.
E i partiti fuori dal parlamento? Probabilmente non hanno più considerazione dei vecchi gruppi della sinistra extraparlamentare degli anni ’60 e ’70. Ma del resto, con quelle facce, chi li voterebbe? Farei fatica pure io. Sto parlando, chiaramente, di Sinistra e Libertà e dei partiti comunisti, sempre che vi sia differenza tra i due. Passi per i comunisti, che hanno mantenuto i loro simboli e le loro idee, ma gli altri, i vendoliani, chi dovrebbero rappresentare? La nuova generazione di comunisti pentiti? Un po’ in ritardo mi pare. Sfido che poca gente si fida di loro, questi sembrano veramente cambiare bandiera a seconda del vento che tira.
Non dubito che all’interno di S&L vi siano persone veramente e da sempre convinte della bontà del liberalsocialismo, ma temo siano in minoranza.
Per questo penso che coloro i quali fanno parte dei vari partiti di sinistra, sia che siano in parlamento, sia che non lo siano, ma che non condividono pienamente l’operato del proprio partito, chi insomma pensa che vi sia bisogno di qualcosa di migliore, più organico, coerente, responsabile e coraggioso per la sinistra liberale italiana, dovrebbero scaricare questi cadaveri che non fanno altro che legittimare il regime dolce di Berlusconi e unirsi in un soggetto più credibile.
Del resto, prima o dopo, le “cassandre della sinistra” che cantano la morte (politica) di Berlusconi vedranno avverata la propria previsione. E dunque vogliamo farci trovare impreparati? Non vorrei mai che ci trovassimo a rimpiangere Berlusconi, visto che oggi c’è chi è tentato di rimpiangere Andreotti.
giovedì 3 settembre 2009
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