da L.Longo
Ci siamo. La stretta finale è cominciata, dopo videocracy, il sofisma di fondo torna a colpire. Anche stavolta non è più alla base di minacce, ma funge da strumento concreto di censura.
Così come si era detto riguardo al documentario di Gandini, un film che è contro il Governo non può andare in onda (il trailer) sulla TV pubblica, per preservare il pluralismo.
E’ la chiara identificazione tra Governo, Stato e televisione pubblica, operazione grazie alla quale non c’è più spazio per alcun programma effettivamente critico, in quanto non si riconosce più che il governo è una espressione dello Stato e non è identico ad esso; da qui segue che la televisione pubblica non può più essere un organismo semplicemente dello Stato e quindi essere anche contro il Governo, con trasmissioni che si assumono la responsabilità di essere nell’interesse dei cittadini.
Sarà Annozero nell’interesse della cittadinanza? La risposta è che di fronte ad uno share ormai unico in Rai, a costi di produzione molto ridotti in prima serata e sopratutto di fronte ad una rigogliosa convergenza di pubblicità, un programma simile, che evidentemente, per gli ascolti, interessa e fa gli interessi dei cittadini, cioè informare, viene silurato a sangue freddo, cioè prima di andare in onda.
E per quale motivo? Ecco cosa ha detto ieri Masi, direttore generale della Rai:
Occorre una riflessione sul servizio pubblico, che deve essere plurale. Ma nella mia carriera che mi ha portato a girare molti paesi del mondo non ho mai visto programmi anti-politici. Non ho mai visto all’estero reti di servizio pubblico che facciano programmi apoditticamente contro”.
E riecco il nostro sofisma: il servizio pubblico deve essere plurale, quindi, non ci devono essere programmi anti-politici, una locuzione che indica qualcosa contro il Governo, contro la politica e quindi contro lo Stato, perfettamente secondo la tesi della identificazione Stato-Governo. E probabile che nel mondo Masi abbia visto pochi programmi contro LA Politica, perché un programma anti-politico, a regola, dovrebbe essere un programma anarchico che inneggia alla distruzione dello Stato. Sicuramente i programmi che ha visto lui non erano anti-politici, ma certamente ciò non esclude che molti di questi fossero critici e possibilmente antigovernativi. Se poi all’estero si trovano ad essere in misura minore contro i governi, potrebbe anche dipendere dai governo che si ritrovano.
Non si può negare, infatti, che Annozero curi al massimo le sue fonti; un programma “apoditticamente contro” è un programma che non si preoccupa di essere circostanziato, quando invece Annozero è sempre partito dai fatti, premurandosi anche di avere illustri esponenti del governo pronti ad eventuali commenti e repliche.
Il tutto senza contare la vigliaccheria di provare a censurare, in nome di questi discorsi, un giornalista senza che nemmeno abbia parlato. Un’operazione codarda, subdola e più che mai allarmante.
Per la verità, Masi, ha usufruito di un altro “upgrade” del grande sofisma. Qualche giorno fa, infatti, Berlusconi è passato a definire certa stampa da anti-governativa ergo anti-democratica, ad anti-italiana. E’ un evoluzione naturale, anche più all’avanguardia dell’anti-poltico di Masi (non si era ancora aggiornato). Infatti, se pensiamo che, secondo lui, il Governo, una volta in carica, diventa un tutt’uno con lo Stato, quello italiano, il gioco è fatto. Chi dice che il Governo non è in grado, dice che lo Stato non è in grado, ma lo Stato siamo noi, volendo ogni singolo italiano. Costui quindi “tifa” per la crisi, rema contro, ergo può essere a buon diritto contro l’interesse degli italiani.
E’ un passaggio nuovo, anche se perfettamente in linea con quanto già affermato. Esso apre la strada ad una nuova fase di autoritarismo, per cui questo Governo, oltre che ad identificarsi con lo Stato italiano, adesso mira ad saldarsi anche con l’italianità, qualcosa che esce al di fuori della sfera del linguaggio politico per andare ad appropriarsi, in una squallida a base di vocabolario da stadio, dei sentimenti e delle emozioni più radicate degli italiani.
giovedì 24 settembre 2009
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