Postato il 30 agosto 2009 da Luca Rinaldi
Giovedì 9 luglio è stata approvata la legge per il ritorno al nucleare, in barba alle volontà degli italiani, che negli anni ‘90 avevano potuto esprimere il loro dissenso tramite il referendum. Il referendum a quanto pare è scaduto, o semplicemente la voce in capitolo dei cittadini è stata annullata ed il nucleare è stato riabilitato dal parlamento col disegno di legge S. 1195-B. Così quando il resto del mondo inizia ad abbandonare il nucleare l’Italia comincia a fornirlo e si guarda bene dal finanziare altre fonti alternative, meno dannose e in ottica futura anche meno dispendiose.
Però c’è la lobby da accontentare, sempre la solita, quella di Impregilo, che viene subito accontentata da una mozione presentata da tre avvocati (Alicata, Coronella, Nania), un amministratore di banca (D’Alì), un professore ordinario di storia (Quagliariello), un medico chirurgo (Vieconte), un commercialista (digilo), una insegnante (Gallone), un imprenditore (Nessa), un consigliere regionale (Orsi) e, dulcis in fundo un dirigente industriale (Dell’Utri) ed un giornalista, o meglio, un iscritto all’albo dei giornalisti (Gasparri). Tutti esponenti del PDL, partito con amicizie vicine ad Impregilo, nessuno esperto di ambiente, ma bravi tutti di lingua come portatori d’interesse delle lobbies industriali.
Cosa fa questa allegra combriccola di nomi, in cui vi è anche il senatore Dell’Utri, fondatore di Forza Italia, presunto postino tra Corleonesi e Berlusconi, condannato a 9 anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa? Presenta una mozione, ovviamente approvata, in cui impegna il governo a persistere nella politica del nucleare, e tralasciare il solare termodinamico perchè troppo dispendioso e di difficile applicazione. Il che potrebbe essere anche verosimile, in un ottica di breve periodo ed applicabilità, però perchè fare una mozione per ribadire il concetto?
Chiaramente ancora una volta la lobby di Impregilo ha vinto, come ha vinto con il ponte sullo stretto, la ricostruzione dell’Abruzzo, le linee ad alta velocità tra Milano e Napoli e Torino e Venezia, il passante autostradale di mestre e gli adeguamenti sulla Salerno-Reggio Calabria, la monnezza di Napoli, la costruzione dell’inceneritore di Acerra. Impregilo è, insomma, il braccio armato del governo, non è un caso infatti, che proprio nel corso della gara d’appalto per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina, lo stesso Dell’Utri di cui sopra, assicura all’amico Carlo Pelanda, che a sua volta riferisce all’allora presidente di Impregilo Paolo Savona, che “La gara per il ponte sullo Stretto la vincerà Impregilo”. Da allora (2005) i vertici societari sono cambiati, ma è arrivato Salvatore Ligresti, uno dei condannati di tangentopoli (2 anni e 4 mesi), tangentista diretto di Craxi e oggi stakeholder di Berlusconi nel tessuto imprenditoriale italiano, tantochè negli ultimi giorni si vocifera un riassetto azionario nel Milan, dove avrebbe un posto nel pacchetto azionario, dato che nel cda del Milan siede già il figlio Paolo.
Le centrali nucleari infatti verranno costruite e messe in funzione da Impregilo, infatti, il senatore Dell’Utri, non ha perso occasione per rivendicarne l’appoggio perfino tramite una mozione parlamentare al Senato.
Questo nucleare per la fornitura energetica non è un passo avanti per l’Italia e per la sua popolazione, che, oltre a dover contare sulla medesima situazione energetica in cui ora si trova, dovrà anche fare i conti con lo smaltimento delle scorie, problema, che con il solare termodinamico non sarebbe nemmeno sorto.
Eppure, quando le lobbies la fanno da padrone succede che l’interesse del cittadino non conta più nulla, ma quello del piccolo gruppo di potere rimane sacrosanto. E qui non si parla solo di costi, ma di salute.
Marcello Accanto dal suo blog “Artaut” fa inoltre notare le parole del fisico Carlo Rubbia, che sono un ottimo cappello di smentita alla mozione pro-lobby del nucleare:
“un ipotetico quadrato di specchi di 40mila km² (200km per ogni lato) basterebbe per sostituire in toto tutta l’energia derivata dal petrolio prodotta oggi nel mondo, mentre per alimentare un terzo dell’Italia basterebbe un’area equivalente a 15 centrali nucleari: vasta, in pratica, quanto il Grande Raccordo Anulare“.
martedì 1 settembre 2009
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