giovedì 10 settembre 2009

Il subdolo bavaglio a ‘Report’ e ‘AnnoZero’

Postato il 09 settembre 2009 da Luca Rinaldi

Quando il giornalismo d’inchiesta fa paura. Con questa semplice frase potremmo riassumere il comportamento della ex tv di Stato, ormai totalmente governativa RAI. Siamo all’alba di una nuova stagione televisiva e gran parte dei palinsesti sono già stati redatti, palinsesti al cui interno figurano ancora i due programmi d’inchiesta ‘Report’ condotto da Milena Gabanelli, e ‘Annozero’ condotto da Michele Santoro. Vi sono però, a poche settimane dall’inizio delle due trasmissioni, delle zone d’ombra tutt’altro che chiarite.
La prima riguarda la revisione e la probabile eliminazione della tutela legale degli inchiestisti di ‘Report’ da parte della RAI. Spieghiamoci: i reporter, in gran parte free-lance, conducono l’inchiesta tra riprese, interviste, viaggi e registrazioni, una volta concluso il lavoro “sporco” l’inchiesta va in onda nel corso della trasmissione. Dopodichè partono le querele da tutti coloro a cui il servizio proprio non va giù, nonostante le immagini presentino il vero. Qui intervengono gli avvocati della RAI che davanti al giudice difendono il reporter dalle accuse. Qui arriviamo al dunque: con la revisione della clausola sulla tutela legale è molto probabile, se non praticamente certo, che da quest’anno il reporter citato in giudizio non potrà più avvalersi dell’avvocato RAI, ma dovrà pagarsene uno a spese proprie. Da segnalare che tra tutte le cause avute, i reporter di ‘Report’ non ne hanno mai persa una, proprio per questo la scelta di eliminare o rivedere la tutela legale pare essere più un esigenza dettata da coloro che vorrebbero ‘Report’ chiuso a piccole inchieste che poco fastidio danno, una sorta di “bavaglio invisibile” che scoraggerebbe allo stesso modo anche i free-lance a vendere i propri servizi alla trasmissione, come dice Aldo Grasso, il più celebre critico televisivo italiano, sul CorSera: “ogni autore dei servizi sarà responsabile in proprio di eventuali azioni legali, un sistema per togliere coraggio anche ai più coraggiosi”.
Questo tipo di situazione era prevedibile dopo i valzer di nomine alle direzioni dei tg prima e alle nomine dirigenziali poi, decise a tavolino tra PD e PDL per evitare fastidi ai soliti noti e lasciando, di fatto, in mano al governo le sorti della TV di Stato.
Il direttore di RaiTre Ruffini, in odore di abbandono, in un’intervista rilasciata ieri dichiara che “Al momento non sembra esserci nessuna decisione per quanto riguarda la tutela legale dei giornalisti autori di ‘Report’ – riferisce Ruffini – “Fino ad oggi la Rai ha garantito copertura legale ai giornalisti attraverso una clausola del contratto, poi è stata avanzata la possibilità di rivedere la clausola di garanzia, ma la questione è allo studio dell’ufficio”. Intanto l’avvertimento è arrivato e la vicenda è tutt’altro che chiusa ed in primavera si partirà con il programma, sempre che i free-lance abbiano il coraggio di sfidare i “grossi” che puntualmente si oppongono alle loro verità. ‘Report’ da questo momento in poi, in pratica, non gode più dell’appoggio della RAI, in sintesi la conclusione sta tutta qui.
Altro programma, altre inchieste, altri problemi. Parliamo ora di ‘Annozero’ di Michele Santoro. Cosa porta fastidio? Perchè a due settimane dall’inizio della trasmissione i contratti sono tutti ancora in alto mare, compresi quelli di operatori e giornalisti esterni?
Di certo non sono le dispute tra l’avvocato di Berlusconi, Nicolò ‘mavalà’ Ghedini, Castelli e gli altri ospiti in studio a destare l’insofferenza nei confronti della trasmissione di Michele Santoro. Ciò che crea astio nei confronti della trasmissioni sono nell’ordine a) le inchieste degli inviati esterni (a cui nulla è dato ancora sapere sui nuovi contratti, così come agli operatori che li seguono, b) l’intervento iniziale di Marco Travaglio, il cui testo è l’unico letto preventivamente dai piani alti RAI prima che la trasmissione vada in onda.
Considerando questi due aspetti, considerando che la trasmissione dovrebbe partire il 24 settembre, il fatto che reporter, Travaglio e lo stesso Santoro non abbiano ancora firmato un contratto fa tornare in mente, ancora, il minculpop strisciante degli ultimi anni. Da non dimenticare, inoltre, che ‘Annozero’ può andare in onda grazie ad una sentenza del tribunale del Lavoro del 2005, recentemente confermata in appello.
Inquietanti novità quindi sul mondo dell’informazione italiana, dove i maggiori programmi di inchiesta vengono silenziosamente silurati con questi proiettili ben affilati e quasi invisibili dritti al cuore dei reporter e delle voci più importanti del panorama come quella del giornalista Marco Travaglio, vero cruccio dei notabili bi-partizan, soprattutto per quell’odiato video-editoriale (in cui non risparmia bordate a nessuno) di apertura della trasmissione di Michele Santoro.
Dal momento che ‘AnnoZero’ e soprattutto ‘Report’ sono trasmissioni da mandare a patrimonio imprescindibile per l’informazione, siamo in attesa di sapere cosa succederà e perchè succederà da Mauro Masi, dg della RAI, Massimo Liofredi, direttore di RaiDue e dal portavoce dell’ufficio legale RAI.
Per non avere una stampa non-libera non occorre chiudere giornali o censurare notizie, basta avere sottocontrollo le redazioni, sia da una parte che dall’altra, che è esattamente ciò che in Italia sta avvenendo, in cui i giornali e le redazioni stanno diventando strumenti di lotta personalizzati per partiti piuttosto che organi di informazione. Lo stesso assalto dei partiti pare essere pronto anche per ‘Report’ ed ‘AnnoZero’.

2 commenti:

  1. Ciao Riccardo!! ho letto con interesse questo articolo ed in questi giorni stavo giusto pensando a Report!!! dirò un cavolata ma portrebbe passare su Sky. Anche se non lo trovo giusto, è uno dei pochi programmi che guardo ancora sulla televisione normale. Ed ogni giorni noto che tra la gente c'è sempre più mal contento. Manu

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  2. Sai, non centra niente, potrebbe anche passare a Mediaset, il fatto è che il servizio pubblico non può permettersi di perdere un programma come questo o di sabotarlo negandogli la tutela legale. Report è uno dei migliori programmi di informazione, che può piacere o non piacere, ma è fatto con passione ed impegno e imparzialità (molta di più di quella di Bruno Vespa, ad esempio). E i cittadini hanno il diritto di vedere questo programma in RAI. Se poi la Gabanelli e gli altri suoi collaboratori passassero a SKY o chi per esso ben per loro. Ma noi cittadini avremmo comunque perso.

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