lunedì 13 luglio 2009

Ernesto Rossi, Osservazioni e riflessioni

Qui di seguito vi sono alcune frasi riportare dalle lettere scritte da E. Rossi tra il 1943 e il 1967.


“Quando noi laici democratici ci mettiamo con i preti o con i comunisti, si accresce la confusione e si è sicuri di essere fregati.”(lettera n.162, 1956)

“Per completare lo studio su «Confindustria e fascismo», che ristamperò riveduto ed ampliato in un libro, sto guardando i giornali, gli atti parlamentari, le riviste, i libri pubblicati durante i nove anni che ho trascorso in carcere ed i tre anni in cui fui confinato a Ventotene.
Queste letture mi convincono sempre più che Mussolini è stato molto meno responsabile per quello che è accaduto della banda degli uomini d'affari e dei capitani d'industria che tiravano le fila da dietro le quinte e non perdevano alcuna occasione per manifestare il loro servilismo, esaltando il genio del duce, la sua competenza in tutti i campi, la sua infallibilità, e la loro imperitura riconoscenza all'Uomo che aveva salvato l'Italia e indicato la strada da seguire a tutto il mondo civile.
Anche un cervello molto più equilibrato di quello che aveva Mussolini avrebbe facilmente dato di volta al fumo dei loro sperticati elogi.”(lettera n. 115, 1953)

“…in Italia il pericolo numero uno è il clericalismo”( lettera n.224, 1960)

“Chi vuole rimanere alla finestra può portare a sua giustificazione un carrettino di buone ragioni: che è già stato troppo scottato dal fallimento del Partito d’Azione e delle altre iniziative seguite al Partito d’Azione; che non ha attitudini per partecipare alla vita dei partiti; che sta già svolgendo una azione politica fuori dei partiti, per proprio conto, azione che perderebbe molto della sua efficacia se prendesse una tessera; che il Partito Radicale è destinato a rimanere un partito di generali senza soldati; che esso non avrà uomini capaci di fare il lavoro pratico di organizzazione, e - pestando i calli a tutti coloro che hanno quattrini - non avrà i mezzi per le sedi, gli impiegati, i manifesti, ecc. ecc.
Sono tutte cose che mi sono detto mille volte e so già che mi troverò domani nel Partito Radicale (come in qualsiasi altro partito) peggio di un cane in chiesa.
Pure mi è parso oggi un dovere dare il mio piccolo contributo per cercare di far riuscire la iniziativa, non come gruppetto scissionistico del PLI, ma come nuovo partito, seriamente laico, capace di indicare le linee di una politica nuova per andare incontro alle esigenze sociali dei nostri tempi e di lavorare a lunga scadenza, senza fregole di immediati successi elettorali.
ce di indicare le linee di una politica nuova per andare incontro alle esigenze sociali dei nostri tempi e di lavorare a lunga scadenza, senza fregole di immediati successi elettorali.
Se non ci muoviamo oggi, che c'è ancora una possibilità per noi di azione politica attraverso i partiti, non avremo poi alcun diritto di protestare contro la progressiva invadenza dei clericali per imporci uno Stato sempre più confessionale e fascista, e non saremo neppur capaci di opporre alcuna resistenza seria all'avvento di una «democrazia progressiva» come la vogliono i comunisti.
Non ti pare? Pensaci su... e mandami il tuo nome.”(lettera n.148, 1956)

“Il tempo e i cervelli dei congressisti, secondo me, sarebbero stati impiegati molto meglio se i congressisti avessero preso in esame qualche problema concreto dalla cui soluzione dipende la efficacia delle istituzioni democratiche e liberali. Ad esempio:
a) quali caratteristiche giuridiche ed economiche deve avere una unità europea per consentire un minimo di cooperazione tra gli Stati che ne fanno parte ?
b) come impedire che le autorità ecclesiastiche, nei paesi a maggioranza cattolica, profittino dei loro poteri spirituali per trasformare la democrazia in teocrazia ?
c) come impedire che le oligarchie capitalistiche, nei paesi in cui il potere economico è concentrato in poche mani, trasformino la democrazia in plutocrazia ?
d) com'è possibile conservare la libertà di stampa e assicurare la esattezza delle informazioni, quando i maggiori giornali sono tutti finanziati dai gruppi plutocratici ed i giornali indipendenti non possono ottenere alcun contratto di pubblicità ?
e) come dovrebbe essere controllato il finanziamento delle «macchine» dei partiti e delle elezioni per ottenere che il Parlamento sia veramente un organo rappresentativo?
f) come scegliere gli uomini da mettere alla direzione dei servizi pubblici di maggiore importanza? g) come deve essere regolato il diritto di sciopero per impedire che il potere dei sindacati predomini sul potere del Parlamento?
Discussioni su problemi di questo genere, alle quali partecipassero uomini di paesi e tendenze diverse, potrebbero contribuire a formare l'educazione politica delle popolazioni europee molto più di congressi internazionali che, per non compromettere gli organizzatori e per ottenere la unanimità dei consensi, mettono all'ordine del giorno degli argomenti che non possono avere interesse neppure per i metafisici.”(lettera n.175, 1957)

"La esistenza, nel nostro paese, di un partito comunista molto più forte di quello che sono i partiti comunisti negli altri paesi europei (partiti tutti quanti finanziati e diretti dal Cremlino quali strumenti della politica estera dell'URSS, che ha esigenze militari e di espansione imperialistica analoghe a quelle delle altre grandi potenze), rende molto difficile tenere le posizioni democratiche di sinistra.
L'atteggiamento assunto a suo tempo, dai comunisti, nei confronti della monarchia e dei Patti Lateranensi, la loro continua offerta di collaborazione al governo con la D.C. (anche quando la D.C. è rappresentata da Andreotti, Scelba, Pella e compagni); il loro immediato allineamento a tutte le posizioni prese dal governo sovietico, confermano - secondo me - che non possiamo fare affidamento sui comunisti per una politica a lungo raggio.
I dirigenti comunisti se ne fregano dei principi dell'89; se ne fregano della difesa dello stato laico, non danno alcuna importanza a conservare una certa coerenza fra quello che fanno oggi e quello che hanno affermato ieri, non hanno un attimo di esitazione a seminarci per la strada se viene una nuova parola d'ordine da Mosca: sono i «gesuiti moderni»: il loro unico, vero, permanente obiettivo è la grandezza della Chiesa (della URSS), qualunque cosa essa diventi e da qualsiasi persona sia rappresentata.
In certi momenti può essere necessario affiancarci ai comunisti per azioni particolari; ma non dobbiamo mai dimenticare che i comunisti - qualunque siano le loro professioni di stima e le loro promesse - ci considerano dei «borghesi» e intendono adoprarci solo come utili idioti."(lettera n.287, 1963)

"Purtroppo temo che il pateracchio con la D.C. sia divenuto per il Partito Socialista una questione di vita o di morte, perché, da quando ha rotto l'alleanza con il PCI, ha dovuto rinunciare alle principali fonti di finanziamento.
Tutti parlano di programmi, di ideologie, di sacri principi; ma il nocciolo del problema è nei quattrini. Le «macchine» non sono più al servizio dei partiti; i partiti sono al servizio delle macchine: i burocrati - che tengono nelle loro mani le vere leve di comando dei partiti e che conoscono tutto e tutti - sono uniti fra loro dal comune interesse e riescono ormai ad imporre quella politica che da maggiore speranza di sicurezza della continuità degli stipendi e le maggiori «opportunità» di compensi straordinari di tutti i generi.
Nelle direzioni dei partiti o nel Parlamento i funzionari diventano sempre più numerosi e più i potenti... È questo, secondo me, il cancro che fa marcire tutte le democrazie moderne, obbligando i dirigenti dei partiti ad una doppia politica (una per la ristrettissima cerchia degli iniziati e l'altra per il volgo profano), asservendo il potere legislativo e quello esecutivo ai gruppi che finanziano i partiti, corrompendo la pubblica amministrazione e impedendo qualsiasi controllo sulla spesa del pubblico denaro."(lettera n.290, 1963)

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