sabato 11 luglio 2009

Italia, sei davvero triste.

Il G8 è finito, ed è tempo di considerazioni su ciò che è stato questo G8 e ciò che sarà del nostro paese nel prossimo futuro.
In realtà il periodo pre-G8 è stato già ricco di suo di avvenimenti "politici". Mi riferisco, chiaramente, alla famosa inchiesta di Bari e al cosidetto scandalo Puttanopoli.
Questo G8 doveva servire, nelle intenzioni dell'Imperator, a migliorare la sua percezione in Italia e all'estero.
Dubito che vi sia riuscito all'estero, in quanto questo G8 è stato esattamente ciò che ci si aspettava, ovvero una riunione di ben 3 giorni che non ha partorito altro che una sterile dichiarazione di intenti che dovrà trovare applicazione in ben altre sedi e con ben altri personaggi. In fin dei conti il risultato del G8 poteva essere pronosticato (e in effetti lo è stato) ben prima del suo inizio.
Ora che la farsa è finita iniziano però i problemi veri. Anzi, continuano. In Italia questi problemi sono sostanzialmente tre: la crisi economica, la riforma della giustizia, la legge sul testamento biologico.
La crisi economica è chiaramente la più importante e anche la più impellente. Nonostante il governo continui a sostenere che noi siamo messi meglio degli altri e che la crisi è ormai finita la realtà (al contrario del popolo) non si fa ingannare. Ciò significa che non basta l'ottimismo per superare una crisi di livelli storici. Servono anche misure economiche, accordi con istituzioni e paesi esteri, una solida politica fiscale.
Al contrario di ciò che sostiene Berlusconi, non è del tutto vero che la crisi è nata solamente dalla finanza. Essa è nata dalla finanza sporca, dalla finanza illegale, condita dai conflitti di interesse, dai falsi in bilancio, da un mercato che è tutto tranne che libero e trasparente (se non per pochi soggetti privilegiati). La risposta a questa crisi dunque non può essere solamente aspettare che passi (come fanno i nostri illuminati governanti) o chiedere una maggiore moralità.
Quest'ultima poi è una parola che mette timore. Cosa vuol dire moralità, e secondo i criteri di chi? Secondo me non serve moralità, servono solo delle leggi atte a limitare l'abuso di libertà da parte di alcuni da una parte e ad aumentare la percezione reale di rischi e opportunità da parte dei più deboli dall'altra.
Questo chiaramente dalla parte finanziaria della crisi. Dunque non più moralità, ma regole più chiare, precise, puntuale che vadano nella direzione di equilibrare una finanza ormai marcia per l'eccessiva deregulation.
Ciò chiaramente non basterà e occorrerà anche rivedere in generale il modello economico mondiale, dato che sembra ormai palese che una crescita costante non è più possibile e che bisogna razionalizzare le risorse energetiche o scovarne delle altre. Infatti, se non ci assicuriamo un futuro nel quale potremmo utilizzare la stessa quantità di energia di oggi è chiaro ed evidente che tra poche decine o centinaia di anni torneremo ai livelli pre-elettricità.
Un altro tema fondamentale per il nostro paese la riforma, o meglio, la distruzione della giustizia. Non mi stancherò mai di ripetere che questa riforma sarà un vero disastro per la nostra già debilitata giustizia.
la separazione delle carriere, il divieto di intercettare, il divieto di informare, l'assoggettamento dell'azione inquirente da parte del governo, l'esasperazione della divisione correntizia della magistratura e del CSM. Cosa ci sia di positivo in tutto ciò non lo so. Anche il governo lo sa e infatti farà di tutto per completare uno sfascio iniziato 15 anni fa. L'obiettivo di Berlusconi all'inizio era solo farla franca, ma ora è diventato pericoloso, cerca anche la vendetta contro i giudici. O, peggio ancora, cerca di salvare qualche suo amico da eventuali indagini e processi.
Il che, è immaginabile, a tutto svantaggio della legalità e di un'economia sana (a proposito di crisi).
Ultimo, ma non ultimo, l'ennesimo attacco ai diritti civili delle persone.
Dopo la pietosa vicenda Englaro (pietosa, sia chiaro, per l'atteggiamento ingiustificabile dei politici, di destra e sinistra) ecco che Berlusconi si prepara a dare l'ennesima mazzata alla nostra libertà.
Per recuperare un pò di consensi di quei cattolici integralisti di cui il Popolo della presunta Libertà è pieno (non vogliono mica lasciarsi scavalcare da Buttiglione) si apprestano a spingere l'approvazione della legge sul non testamento biologico (sarebbe meglio dire illogico). Cosa abbia da spartire quella legge con la libertà dell'individuo e con la laicità dello stato è un mistero (molto più oscuro di quello di Fatima).
Questa vicenda conferma ancora una volta, se ce n'era bisogno, di come i nostri politici siano proni ai voleri del Vaticano, prontissimi a privarci della nostra libertà pur di racattare qualche voto e l'appoggio dei fondamentalisti cristiani.
Io veramente non riesco a capire come facciano questi italiani a votare certa gente. Gli dà sui nervi dover pagare le tasse, giudicandole una intollerabile intromissione dello stato nelle loro tasche, poi però non dicono nè a nè b quando, quello stesso stato, si permette di entrare nelle loro vite e di obbligarli ad una sola volontà.
Italia, sei davvero triste.

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