domenica 26 luglio 2009

Il partito minestrone

Alla fine di questa settimana abbiamo assistito ai primi veri battibecchi precongressuali del PD. Rutelli non vuole che il PD venga confuso con un partito di sinistra (tranquillo Francesco, non correte questo pericolo), la Bindi dice che non è un dramma se il PD è di centrosinistra e che a Rutelli e ai suoi margheritini non sta bene ci sono sempre l'UDC o il PdL ad aspettarli. Franceschini dice che così non si fa, il PD è nato come carrozzone per tutti e tale deve rimanere. Bersani gli dà manforte dicendo che centro-sinistra è un luogo dove stare e non una definizione di cosa si è. Egli ripropone il disastro Ulivo, aprendo alle alleanze con tutti, nel disperato tentativo di avvicinarsi alla destra.
Ma dunque, che cavolo è questo PD? Un partito nel quale trovano posto sia i laici che i fondamentalisti cattolici, un partito con tanta gente che lotta per la legalità e altrettanta che è coinvolta in fatti poco o per nulla leciti. Un partito di ex comunisti "pentiti" fusi a freddo con dei democristiani mai pentiti. Un partito che si vergogna di essere di sinistra, un partito che confonde il dialogo con l'inciucio, un partito che crede che per contrastare Berlusconi sia necessario fare tutto ciò che egli desidera. Un partito diviso su tutto, politica estera, diritti civili, economia, stile di opposizione, politica interna, lotta alle mafie. L'unica cosa su cui sembrano essere d'accordo è il tentativo di proteggere fino all'ultimo le posizioni di potere acquisite negli anni. A costo di mandare l'Italia in malora. Ma si può votare un partito così? Si può pensare che siano loro a cambiare l'Italia? O non sono altro che l'ennesima truffa all'italiana? Un partito che ha molti esponenti vicini ai mafiosi, vicini a imprenditori ben poco trasparenti nei loro affari, un partito in cui il conflitto di interessi e la libertà di informazione non sono mai stati affrontati e risolti, un partito per il quale i diritti civili sono solamente un lusso per delle minoranze che non hanno il diritto di accedervi a causa del fatto che, altrimenti, i cattolici si offenderebbero. Ma si può? Forse Franceschini, quando critica la Bindi, dimentica che è il parlamento a dover rappresentare le varie anime del paese, e non un singolo partito politica. Per intenderci, i partiti devono rispecchiare le posizioni dei cittadini sui vari temi, ma non possono rappresentare tutte le posizioni.
Invece il PD pensava di acquistare credibilità dicendo si a tutti, accogliendo dentro di se tutti. Ma gli elettori di sinistra come possono accettare di votare per un partito che fa politiche di destra o di centro? Alla lunga se ne allontanano. Se Rutelli vuole uno stato confessionale che si trasferisca al PdL o nell'UDC assieme alle varie Binetti. Quello è il loro posto. E non si tratterebbe certo di intolleranza del PD, semmai di chiarezza di posizioni.
Dall'altra parte invece abbiamo la sinistra comunista che non si è ancora accorta che il Muro è caduto ormai da 20 anni. Questi figuri, ancor oggi allergici alla libertà e alla democrazia, pensano di poter riproporre il comunismo con successo. Ma francamente meglio loro che si presentano col loro simbolo, con le loro idee e con la loro storia che un PD che non si sa cos'è. Almeno io so per cosa voto se voto per i comunisti, ma se voto PD per cosa voto? Non si sa ancora.
Ed è per questo che si sente ancor più bisogno di una vera sinistra liberale, che si inserisca in quello spazio che avrebbe dovuto essere del PD. Un partito che non abbia paura di essere di sinistra, ma che sia anche differente e avversario del comunismo. Un partito che faccia della giustizia e della libertà i suoi punti fermi, un partito che non abbia paura di lasciar fuori chi ha idee del tutto diverse. Non per antidemocrazia, ma proprio per democrazia: presentarsi agli elettori con idee, programmi e progetti chiari è più importante di accogliere cani e porci per galanteria. Altrimenti si perde inesorabilmente di credibilità. Sono sicuri che eventuali veterocomunisti o ex democristiani che volessero eventualmente entrare in questa sinistra liberale potrebbero trovare casa in altre formazioni politiche a loro più affini.
Il problema però è sempre quello. Quand'è che decideremo che dare il voto al PD o ai comunisti è come buttare via il proprio voto? Quand'è che inizieremo a chiedere a gran voce un partito veramente liberal-socialista? Un partito senza "pentiti", ma con grandi idee, grandi progetti, grande lungimiranza, com'è sempre stato per i liberal-socialisti.

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi