di Elio Veltri
L’allarme, i fatti e i dati contenuti nel libro Mafia Pulita trovano ogni giorno riscontro negli articoli di quotidiani autorevoli, nelle relazioni davanti al Parlamento e negli studi degli istituti di ricerca. Per farla breve, la mafia italiana( Cosa Nostra, Ndrangheta e Camorra) sta comprando le aziende in crisi di liquidità. Ma non nel Sud del paese dove tutto ciò che poteva l’ha già comprato. Compra in Lombardia, nel Nord Est, a Roma(persino il caffè della dolce vita di Fellini) e in tutte le altre regioni.
Nel mese di giugno dalle pagine del Corriere della Sera il presidente dell’Assimpredil lombarda De Albertis ha dato l’allarme usura sottolineando il rischio mafia, ma sottovalutando l’obiettivo vero delle mafie che è quello di impossessarsi delle imprese.
Il 6 di Luglio Sole 24 ore con tre pagine piene di commenti e di dati ha ripreso l’argomento definendo l’economia illegale e criminale il problema “ cruciale del paese”. A parere del giornale di Confindustria il fatturato annuo dell’economia illegale e criminale è di 420 miliardi di euro, un quarto della ricchezza nazionale, sottratta a qualsiasi controllo dello Stato perché evade tasse e contributi, non rispetta i contratti di lavoro e quando la gente muore la buttano nella spazzatura. Secondo il Sole il fatturato è così suddviso: 250 miliardi di euro di economia sommersa e 170 di economia mafiosa. Mentre il dato riferito all’economia mafiosa coincide con quello riportato nel nostro libro, quello dell’economia in nero è sottostimato. Ma anche se fosse esatto saremmo di fronte a una evasione fiscale di oltre 150 miliardi di euro anno e contributiva di oltre 50 miliardi. Una catastrofe. E poi il governo ci chiede due euro per l’Abruzzo!
Il governatore di Bankitalia Draghi ha ribadito le preoccupazioni e rilanciato l’allarme in commissione Antimafia e davanti alle commissioni parlamentari bilancio ed economia mercoledì 22 luglio ed Eugenio Scalfari su Repubblica il 26 Luglio.
Reazioni? Nessuna da nessuna parte: né dal governo, né dalla opposizione del PD e tanto meno dall’ultraopposizione dell’Italia dei Valori.
Anche perché per entrare nel merito di questi argomenti bisogna conoscerli altrimenti si fa la figura che ha fatto Di Pietro con Draghi quando ha eccepito sul ruolo della Banca d’Italia senza conoscerne Statuto e regolamenti.
Una risposta il governo però l’ha data: il terzo Scudo Fiscale. I latini dicevano che Tertium non datur, ma Berlusconi e Tremonti la pensano diversamente.
Con uno scudo fiscale unico al mondo perché prevede l’anonimato di chi fa rientrare i capitali senza prevedere una rigorosa certificazione sull’origine degli stessi e con una tassa del 5% del totale sono certe due cose: rientreranno capitali mafiosi, macchiati di sangue mescolati agli altri che sono solo macchiati di reati fiscali e tributari.
Lo Stato in questo modo diventa il più grande riciclatore di denaro sporco.
Per concludere, penso che il matrimonio tutto italiano anarchia-criminalità non durerà a lungo. In tempi brevi l’Europa, che subisce già danni enormi, si farà sentire per una ragione semplice: l’economia illegale e mafiosa è il più potente agente di distorsione e violazione delle regole del mercato a cominciare dalla concorrenza. Molto più pericoloso degli aiuti di Stato che sono vietati.
E’ forse questa la ragione della volontà pervicace di evitare che si parli dell’argomento confidando anche nelle labbra cucite dei corrispondenti della stampa estera?
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