giovedì 30 luglio 2009

Telepredicatori e radiomistificatori

Il signor Cruciani, questa sera, nel suo programma La Zanzara, ha deciso, per l'ennesima volta, di attaccare Travaglio e le sue ricostruzioni riguardanti le stragi del '92-'93.
La tesi del dott. Cruciani è molto semplice: siccome quelle tesi non sono accreditate dai bollettini stampa del governo, sono chiaramente ed evidentemente false. Il fatto che proprio alla vigilia della strage di via d'Amelio Publitalia abbia iniziato i propri corsi di politica per manager, proprio nei giorni in cui Totò Riina accellerava l'organizzazione dell'attentato, a causa di qualche assicurazione avuta in merito alla futura trattativa, il fatto che Dell'Utri fosse in contatto con boss del calibro di Antonino Cinà, il fatto che poi lo stesso Provenzano abbia scritto delle lettere a Berlusconi (le cui richieste, causualmente, sono state esaudite), il fatto che i boss degli anni '90 parlassero di Berlusconi come di un uomo che avrebbe favorito Cosa nostra, forse non dice nulla al dott. Cruciani.
Evidentemente il dott. Cruciani non solo ignora tutti gli aspetti riguardanti la strage di via d'Amelio che esulino dalla retorica, evidentemente ignora le vicende del dott. Tescaroli quando lavorava a Caltanissetta. Evidentemente il signor Cruciani è uno dei soliti servi del potere, pronti a difendere l'indifendibile (come quel ponte, che secondo lui s'ha da fare).
Il dott. Cruciani rappresenta bene dunque quella parte di italiani convinti che nessun colletto bianco si sporcherebbe le mani con criminali come Riina. Dicevano lo stesso di Andreotti e Bontate, invece così non fu. Ma basterebbe leggere la storia d'Italia un pò più approfonditamente per capire che nessuna versione ufficiale sta in piedi. Come risponderebbe Cruciani a tutto ciò? Tutte fantasie, tutte fandonie. E' abile il giornalistucolo a criticare Travaglio perchè fa quel tipo di associazioni, ma è andato a leggersi i vari libri che parlano di questo? Prima di dire che una teoria è campata in aria sarebbe bene sapere su quali prove si basa. O su quali indizi perlomeno.
Anche Montanelli non credeva nel coinvolgimento di Berlusconi in quegli avvenimenti, ma ebbe per lo meno il buon cuore e l'onestà di dire che non si era mai informato in merito. Anche se penso la sapesse più lunga di quel che voleva far credere.
Cruciani invece la sa molto corta, al contrario di ciò che vuole far credere.
Nessuno dice che Berlusconi volle la morte di Borsellino, ma non si può negare che egli fu avvantaggiato da tale morte, così come dai successivi attentati. Non si può negare che quella di via d'Amelio fu una strage di Stato e non di mafia. Nessuno sano di mente ed onesto può negare tutto ciò.
Io penso sia ora di finirlo con questo buonismo, con questi benpensati asserviti al potere e privi di senso critico. Cruciani è bravo, finge di essere pungente e diretto, però lo è solo con le minoranze, con i suoi ascoltatori, mai che lo sia con i poteri forti, con i politici, con i capi di governi. Quanto ha da imparare dai veri artisti della polemica.
Cruciani nega ogni volta che può il fatto che vi sia un regime in Italia, adducendo al fatto che ognuno può dire la propria opinione. Già, peccato che opinioni diverse hanno il diritto di essere dette, ma non di essere ascoltate. Peccato che la verità e la realtà siano sempre a senso unico, peccato che io credo più a Freedom House che non a un cerchiobottista come lui.
Peccato che, nonostante le rivelazioni di questi giorni vi siano ancora giornalisti come Cruciani pronti a nascondere la polvere sotto il tappeto per proteggere i propri padroni (che magari nemmeno sanno di essere suoi padroni).
Dunque, armiamoci di buona volontà e brindiamo alla versione ufficiale, che come sempre è quella a cui non credere. E se Cruciani vi dice che non è così rallegratevi: siete dalla parte della ragione (o se non altro dalla parte di chi ricerca la verità).

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