di Giuseppe Giulietti
The Guardian è un oscuro giornale della provincia inglese, come ci ha raccontato qualche giorno fa il presidente editore, oppure è un prestigioso quotidiano inglese che non guarda in faccia ai potenti e racconta senza remore le loro malefatte? La domanda sorge spontanea dopo aver visto il diverso trattamento che tanta parte della stampa italiana e del polo Raiset, in testa il Tg1 nell'odierna edizione delle 13.30, hanno dedicato agli ultimi due scoop del giornale inglese.
Qualche giorno fa infatti The Guardian aveva preso di mira Berlusconi, aveva raccontato le sue vicende private e politiche e aveva dato fiato all' insoddisfazione dei governi europei nei confronti del presidente italiano. Il colpo era stato tanto efficace da costringere il presidente e il ministro Frattini a replicare ad un oscuro giornale inglese con rara foga. I giornali di famiglia e quasi tutti i tg del polo Raiset riportarono il loro sdegno dimenticandosi, tuttavia, di raccontare quanto aveva scritto il quotidiano che, evidentemente, doveva restare un oscuro giornale, tanto per non scontentare l’irascibile editore di riferimento.
Per queste ragioni ci fa ancora più piacere poter annunciare che l’odiosa censura è ormai stata superata. Da ieri The Guardian non è più un oscuro giornale inglese, ma uno dei fari della libera stampa nel mondo.
Il miracolo è accaduto un minuto dopo la pubblicazione sul medesimo quotidiano di una rigorosa e documentata inchiesta sulle malefatte di Murdoch e sull’utilizzo di spie per delegittimare gli avversari e tutelare i suoi conflitti di interesse.
Bene ha fatto il Guardian a raccontare tutto e a non tacere nulla e bene farà la giustizia inglese ad occuparsi di un signore che per altro è stato uno dei più grandi amici e alleati di Berlusconi.
Resta tuttavia inevasa la domanda iniziale: per quale ragione The Guardian è un oscuro giornale inglese quando si occupa di Berlusconi e diventa,invece,un grande giornale da esibire in diretta tv quando prende di mira quello che oggi viene considerato il suo nemico giurato?
Dal momento che non vogliamo credere che si tratti di una altra manifestazione del conflitto di interessi, restiamo in trepida attesa di vedere come sarà raccontata agli italiani la prossima inchiesta che il giornale inglese dedicherà alla Italia e al suo governo.
venerdì 10 luglio 2009
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