Siamo nel bel mezzo di una crisi mondiali definita gravissima da tutti gli operatori internazionali (quelli italiani no, poichè occupati a dare man forte all'ottimismo del governo). Questa crisi è stata generata da una gestione truffaldina e disonesta della finanza e dell'economia.
Le banche non hanno esitato a distribuire titoli spazzatura, a danno dei risparmiatori, i quali hanno visto sfumare i propri soldi non appena i mutui delle famiglie americane si sono rivelati troppo alti per poter essere onorati. Nel frattempo numerose aziende, grandi o piccole, creavano fondi neri e truccavano i bilanci. Questo accadeva non solo per l'ingordigia dei manager, ma anche per l'irresponsabilità dei grandi azionisti, i quali preferivano comprare quote aziendali, gonfiarne il valore (indipendentemente dal reale valore di mercato che si dovrebbe basare sulla salute effettiva dell'azienda) e poi rivendere le stesse quote e intascarne il plus valore.
Tutto ciò a danno dei lavoratori e dell'economia in generale, che vedeva sempre più disoccupati e sempre più aziende sull'orlo del collasso.
I casi più sintomatici sono stati la Enron negli USA e la Parmalat in Europa.
Che fine facevano quelle aziende ormai dissestate? Spesso finivano nelle mani di finanzieri senza scrupoli, faccendieri, mafiosi che le utilizzavano per riciclare il denaro sporco, derivante dalle più svariate attività criminali.
Come si sa il denaro sporco viene dirottato nelle banche dei cosiddetti paradisi fiscali tramite società off shore, per poi essere riimmessi nell'economia legale tramite operazioni finanziarie complicate e che spesso prevedevano proprio l'acquisto di quote societarie da rivendere poi a un prezzo maggiore, magari a dei prestanome.
Per interrompere il flusso dell'economia illegale (che, ricordiamolo, è un flusso altissimo non solo per la quantità di denaro, ma anche per la velocità con cui questo denaro circola, molto superiore rispetto a quella cui è soggetto il denaro pulito) i leader mondiali, durante il G20 di Londra, si sono proposti di contrastare i paradisi fiscali, considerandoli (giustamente) alla stregua degli stati canaglia.
Non bisogna dimenticare infatti che in questi paesi vengono depositate le fortune di mafiosi e organizzazioni terroristiche, oltre che dei vari dittatori del terzo (e a volte anche del primo) mondo.
Dunque i paradisi fiscali nuociono solo all'economia legale (l'unica, ricordiamolo, che genera distribuzione di ricchezza, per quanto minima) ma anche alla democrazia e alla sicurezza di ognuno.
Bene, vista questa allegra situazione cosa fa il nostro governo? Quello che viene definito da 6 televisioni su 6 il miglior governo dal dopoguerra in avanti? Il governo degli illuminati? Ebbene questi signori ( tramite due parlamentari, ma sono sottigliezze) hanno non hanno trovato meglio da fare che presentare alla Camera un nuovo scudo fiscale che, in pratica, è un riciclaggio di Stato.
Infatti, con una comoda aliquota del 5% i nostri disonestissimi concittadini potranno riportare in Italia i loro fondi neri depositati all'estero, senza rischiare nulla.
Poco importa che i reati non beneficeranno di questo scudo fiscale. Si sta poco a trovare un prestanome.
Dunque la maggioranza berlusconista continua nella sua battaglia contro la legalità, favorendo gli evasori, i mafiosi, i corrotti e dando l'ennesima mazzata alla gente onesta.
Mi chiedo come si possa andare a chiedere ai cittadini di rispettare la legge quando poi lo Stato stesso si adopera per avvantaggiare i disonesti, i furbi, coloro che non hanno alcun rispetto per i loro vicini di casa. Non so se questo lassismo, questo perdonismo, queste indulgenze derivano dalla millenaria cultura cattolica o, più semplicemente, dal DNA criminale da cui nasce il socio di maggioranza del PDL, ma dubito fortemente che queste cose si facciano davvero per ridare slancio all'economia o per recuperare un pò di gettito fiscale. Quelle sono scuse buone per i Bilà del caso, non certo per noi.
Mi compiaccio dunque di poter confermare per l'ennesima volta che questa maggioranza reazionaria continua a pretendere l'osservazione certosina delle leggi ai non cittadini, mentre permette ai cittadini di rispettare solo quelle che desiderano, nella misura che desiderano, senza sanzioni particolari.
mercoledì 15 luglio 2009
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