MI vedo costretto a tornare sul tema della sinistra e del suo futuro.
Io sono sicuramente di sinistra, sono un convinto azionista-liberalsocialista e auspico per questo paese un futuro partito che rispecchi questi valori e questi ideali, i quasi, secondo me, sono gli unici che ci possono riportare nel novero dei paesi sviluppati, liberi, democratici e progrediti.
L'Italia però è un paese difficile, particolare, la nostra storia è stata segnata da molti avvenimenti e ha alcune caratteristiche che ci rendono diversi da ogni altro paese europeo ed occidentale.
Innanzitutto siamo un paese giovane, nato da appena 150 anni, restato diviso per 1500 anni, dominato da tutti i paesi stranieri che ci possono venire in mente (Spagna, Francia, Austria, Germania, popolazioni arabe). Abbiamo una cultura estremamente diversa tra il sud e il nord del nostro paese.
Abbiamo un paese dove la cultura illegalitaria, la legge del più forte, l'ha sempre fatta da padrone. Questo modo di fare, ovvero la cosiddetta cultura mafiosa, è difficilissima da sradicare dal tessuto sociale italiano, tanto che nessuno ci è mai riuscito e ben pochi ci hanno davvero provato.
L'Italia è un paese dove la democrazia non ha mai realmente trovato casa. Gli italiani sono gente che si preoccupa ben poco del destino del proprio vicino di casa, a meno che esso non stia per schiattare.
L'Italia è poi un paese dominato culturalmente dal cattolicesimo e dallo stato della Chiesa, che tante responsabilità ha in tutto ciò.
Infine l'Italia ha avuto il più grande partito comunista d'occidente che ha saputo contrastare più o meno bene l'altra Chiesa, ovvero quella cattolica.
Negli ultimi 90 anni circa l'Italia è stata fondamentalmente dominata da 3 chiese: quella fascista prima, quelle comuniste e cattoliche dopo.
Tutta questa premessa non serviva ad altro che per sottolineare la particolarità dell'Italia e della sua politica.
La sinistra per anni ha vissuto sul comunismo per contrastare la DC e la destra, ma dall'altra parte ha sempre cercare di andare d'accordo con la DC per poter trovare quella legittimazioni al governo che però non le è mai stata data.
Nemmeno dopo la svolta della Bolognina le cose sono cambiate, sopratutto perchè la gente ha visto il PDS come il travestimento del vecchio PCI. Ciò è dovuto in massima parte al fatto che al cambiamento di nome e simbolo non ha corrisposto il cambiamento della classe dirigente. Questo problema è ancora attuale, infatti nel PD si sfideranno il vice-D'Alema e il vice-Veltroni.
Il PD poi è il simbolo stesso del fallimento della sinistra davanti ai propri elettori. Si sono alleati coi democristiani (il loro vecchio sogno) per arrivare al governo, purtroppo però così facendo hanno perso i loro valori per strada.
Oggi in Italia troviamo dunque due sinistre: una è il PD, ovvero una sinistra morbida, corrotta col peggio del potere, timida, bisognosa di Berlusconi per sopravvivere. Dall'altra parte una sinistra comunista, improponibile, nostalgica, conservatrice.
L'elettore di sinistra si trova così disorientato. In molti non si fidano a votare per i comunisti, altri si rifiutano di votare PD.
La sostanza è che manca una sinistra liberale in Italia. Una sinistra che sia al tempo stesso alternativa ai comunisti e non immischiata coi democristiani (specialmente quelli integralisti tipo la Binetti o quelli corrotti tipo Carra).
Che fine può fare dunque un PD o un SeL che desiderano allearsi tra loro o magari con l'UDC?
Secondo me le possibilità sono due: o verranno risucchiati dai democristiani in nome della responsabilità di governo, del moderatismo per tentare di trovare la legittimazione a governare, oppure dissolveranno come neve al sole una volta che sparirà Berlusconi, l'unico vero motivo per cui il PD ha ancora il 26% e non il 12%.
Ma quest'ultima ipotesi sarà realistica solamente se nel frattempo nascerà un partito di sinistra liberale.
Altrimenti prepariamoci a morire nel peggiore dei nostri incubi: democristiani.
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