di Samanta Di Persio
Tre mesi. Tre mesi e qualche ora dalle 3.32 del 6 aprile, dai 18 secondi che hanno scosso la terra, le case e gli animi degli aquilani, i quali ormai convivono con uno sciame sismico e nuovi terremoti da sei mesi. Tutti gli esperti che a una settimana prima del terremoto avevano detto: "Non preoccupatevi..." da subito erano nelle televisioni a parlare da esperti e ogni tanto continuano a venire a L'Aquila, sempre con la qualifica da esperti. Forse in un paese normale si sarebbero rinchiusi dentro casa e avrebbero cambiato mestiere.
Ma il sindaco Cialente, il presidente della provincia Pezzopane e il presidente della regione Chiodi, quanto potevano fare per limitare i danni, le vittime e cosa potevano fare dopo? Nella costa lucchese in estate c'è il pericolo incendi. I sindaci dei comuni interessati da possibili piromani, hanno preteso la presenza della protezione civile su loco. Se parte il fuoco, al massimo due alberi possono essere bruciati, perché l'intervento è immediato. Ricordo che la popolazione aquilana era impreparata ad affrontare una scossa forte. Non è mai stato fatto un piano di evacuazione, nonostante il capoluogo fosse stato interessato nel passato da tre terremoti distruttivi.
Dopo tre mesi nessuno è iscritto nel registro degli indagati. Piano, piano verranno ricordate solo all'anniversario le oltre trecento vittime. Ma se un palazzo crolla perché è certo che non c'era ferro ma sabbia, qualcuno ci ha speculato. Quando un costruttore chiede 300 mila euro per un appartamento, non si discute, glieli dai. Pensi di aver fatto un investimento e soprattutto che la tua abitazione li valga tutti, non puoi immaginare che la tua casa sorga in una zona dove c'è una faglia e non si poteva costruire se non fossero intervenuti i politici, modificando ogni volta il piano regolatore per far sorgere uno dei quartieri più popolosi e per far arricchire i palazzinari di turno. Invece ti crolla addosso, ti uccide e il costruttore è talmente protetto che sarà uno di quelli che parteciperà alla gara di appalto per la ricostruzione e la vincerà.
Giustizia, verità e trasparenza non sono nemmeno nei pensieri di Bertolaso & c. Quelle case in costruzione nelle periferie dell'aquilano, dove gli operai aspettano le veline promesse da Berlusconi, sono solide, troppo solide per essere provvisorie. Già un operaio è in condizioni gravi a causa di una scarica elettrica. Dovremo fare l'idea che saranno le nuove case, e dovremo fare l'idea che non ci sarà un'unica new town, ma tante new town... tante figlie di L'Aquila; perché la logica porta a pensare che quelle campagne dove oggi ci sono coltivazioni o campi incolti saranno cementificate... forse da prestanome di Ciancimino(?) come segnala Repubblica. Ma il presidente Chiodi affermò ad una settimana dal 6 aprile, che in Abruzzo non c'è pericolo criminalità organizzata. Ci sono una decina di terreni confiscati alla mafia, solo nella provincia di L'Aquila e il catering del G8 è gestito da Sarni. Solo per chi non vuol vedere...
L'unico paese che verrà ricostruito sarà Onna. Ma non perché lo Stato italiano si è impietosito di fronte ad una frazione fantasma, bensì il governo tedesco vuole, in un certo senso, chiudere i conti con il passato, ad Onna i nazisti uccisero dei civili nel 1944, che diventarono i cosiddetti martiri di Onna.
Infine una serie di idee per aiutare gli sfollati. Nel decreto si parla di autostrade gratis fino al 31 dicembre. Dal 1° maggio le autostrade di Carlo Toto chiedono il pagamento del pedaggio. C'è qualche rimostranza, e dopo un mese si arriva ad una viacard per gli sfollati: ore di fila per prenderla, 50 euro di traffico, percorso obbligatorio. Una persona che per lavoro viaggia, cosa se ne fa? Tutto pronto per il G8. Strade chiuse. Attività chiuse, alle quali lo Stato rimborserà il 70 per cento dell'incasso della precedente settimana... considerando che ancora non vengono pagate: la cassa integrazione, i sussidi di disoccupazione di coloro licenziati dopo il sisma, il rimborso per coloro che non sono né in tenda né al mare, gli albergatori che ospitano gli sfollati.
Con il G8 la popolazione è in trappola nelle tendopoli, una sorta di campi di concentramenti dove si può fare solo ciò che aggrada la protezione civile.
L'unica cosa, fin troppo, chiara in questi tre mesi è che in Italia vige una legge in base agli usi: la meritocrazia della "figa" e/o del servilismo.
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