mercoledì 15 luglio 2009

Intervento di Bruno Zevi su Carlo Rosselli al convegno dei DS del 27\02\1999

1 febbraio 2007.
- RESIDENZA DI RIPETTA – ROMA - ORE 10-13.30

" Socialismo e libertà: ricordando Carlo Rosselli"

Esso fu presieduto da Reichlin, con relazioni di: G. Ruffolo, V. Spini, F. Coen, B. De Giovanni, N. Urbinati, F. Mussi, G. Napolitano, con conclusioni di W. Veltroni.

Erano presenti tra gli altri Jhon Rosselli, figlio di Carlo, e Silvia Rosselli, figlia di Nello (nato anche lui a Roma e nella stessa casa di via delle Convertite il 29 novembre 1900).

Il dibattito non storico, ma politico, si risolse in un tiro alla fune tra i sostenitori di una trasformazione decisa del DS in Partito Socialista Democratico e Liberale (da Ruffolo a Spini a Napolitano ad Amato a Salvadori), in coerenza esplicita con l'appartenenza all'Internazionale Socialista, per porre fine all'anomalia italiana e per ricomporre la frattura con gli altri socialisti, assenti polemicamente dal convegno (Boselli, Martelli e Villetti, segnalati tra i partecipanti) e quelli ancora legati all'idea di una formazione democratica nuova, parte anche dell'Internazionale Socialista, tra cui Mussi, Mancina e lo stesso Veltroni, che pure riconobbe nel socialismo liberale l’asse etico-politico portante del Partito esistente e di quello che avrebbe dovuto venire fuori dal congresso dell’anno successivo.

Tra i filo-socialisti c’erano delusi e contenti, a seconda delle valutazioni.

Non furono presenti, pur segnalati, Ciampi, Maccanico, Scalfari.

Bruno Zevi e il Partito d'Azione Liberalsocialista non erano stati ufficialmente invitati e Zevi aveva mandato una richiesta scritta, a nome del Partito, di sottolineatura del comportamento non corretto e di un intervento.

Dopo momenti decisi di dialogo nella mattinata, prima dell'inizio del convegno, con Ruffolo e Reichlin, fu permesso a Zevi di prendere la parola dopo il primo intervento di Ruffolo.

Questo il testo è dell’intervento, che fu distribuito a diversi giornalisti presenti, e che fu segnalato dal "Corriere della Sera", da "Il Mattino", da" Il Giornale" del 28 febbraio 1999, con censura completa sia di 'La Repubblica' che di 'L'Unità".

"Leggo un breve messaggio, affinchè non ci siano dubbi sulle parole.

Porto il saluto del PARTITO D'AZIONE LIBERALSOCIALISTA, risorto dopo oltre cinquant'anni di diaspora e di clandestinità.

Il riconoscimento che un settore della sinistra, erede del Pci, tributa a Carlo Rosselli, esponente del 'Non mollare', capo del movimento Giustizia e Libertà, primo tra gli esuli antifascisti ad accorrere in Spagna, dove si decidevano le sorti dell'Europa democratica, assassinato in Francia da sicari francesi assoldati dal governo fascista, poi ispiratore del movimento liberalsocialista di Aldo Capitini e Guido Calogero, e del Partito d'Azione in tutte le sue componenti, questo riconoscimento, questo vostro tributo non possono che farci piacere, additando una comune strada a favore della sinistra.

Ciò premesso e sottolineato, dobbiamo dirvi con franchezza che siamo leggermente sorpresi di questo vostro improvvisato liberalsocialismo, e che urge rispondere a coloro che sospettano che il vostro atteggiamento sia volto a strumentalizzare e persino ad appropriarsi di una figura eroica che non vi appartiene, che avete sistematicamente dileggiato, e costantemente offeso con una politica né liberale né socialista, ma comunista e stalinista, criminale agli occhi liberalsocialisti.

Siete benvenuti, fraternamente accolti nella famiglia azionista e liberalsocialista, a condizione però che abbiate la bontà di motivare questa svolta repentina, rimeditando su alcuni nodi cruciali in cui siete stati agli antipodi del liberalsocialismo:

1. arrivo di Togliatti in Italia, e suo immediato accordo con la monarchia e con Badoglio. Come giudicate oggi questa infame volontà di sfasciare il fronte antifascista ?

2. battaglia per la Repubblica. Tiepida da parte vostra, energica ma non troppo da parte dei socialisti, e combattuta incondizionatamente, senza limiti di costi, solo dal Partito d'Azione. Questa equivoca posizione oggi vi ripugna ?

3. art. 7 della Costituzione. Il vostro voto, contrario a quello del Partito Socialista e del Partito d'Azione, è stato unanimemente condannato dai liberalsocialisti. Oggi voi come vi situate rispetto a quel voto ?

4. la politica dei decenni del dopoguerra fu stabilita quando, all'atto di costituire la CGIL, fu stretto un patto tra i partiti di massa, social - comunisti e democratici- cristiani, escludendo dal mondo della lotta sindacale il Partito d'Azione. Atto suicida, criminale, sul quale siete chiamati a dare un'esplicita valutazione.

Sorvolo sui continui sfottimenti, sul liberalsocialismo come pensiero piccolo -borghese e quasi fascista, sul termine "professorino" con cui l'Unità denominava Rosselli, sull'ostracismo che giellisti, liberalsocialisti e azionisti (e qui sono testimone diretto) hanno subito da parte comunista, anche di fraterni amici quali Alicata, Perna, Bufalini, Natoli, Amendola, Ingrao.

Non chiediamo un’esibizione di pentimenti, ma una franca, credibile presa di coscienza su cosa implichi una svolta liberalsocialista, che non sia strumentale e inaccettabile."

A cura di Nicola Terracciano

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