mercoledì 29 luglio 2009

I soldi sono finiti! Guida alla politica del Governo Berlusconi.

Postato il 28 luglio 2009 da jack critico

Piuttosto che affannarci a discutere il singolo provvedimento del Governo, farei uno sforzo per capire le linee guida alla base della politica di Berlusconi, Tremonti & C.
A me appare alla base dei provvedimenti sempre l’obiettivo di OTTENERE CONSENSI, NEL BREVE PERIODO, AL MINOR COSTO POSSIBILE! Non noto quasi mai una analisi più ampia su cosa serva per dare al Paese sviluppo e un futuro migliore!
“Al minor costo possibile” perche’ i soldi sono pochi o sono finiti!
Qualche esempio?
Prendiamo il tema della cosidetta “SICUREZZA”:
- Comperare la benzina alle volanti o assumere agenti costa! E poi passerebbe sotto silenzio (che notiza sarebbe “La polizia fa il pieno alle macchine?”). Piu’ strano invece che non faccia notizia il fatto che manca la benzina o che si riducono le assunzioni.
- Le Ronde o i Militari invece costano poco o nulla! Per di piu’ se ne parla per mesi! Non servono a nulla, certo, ma che importa? Mediaticamente si ottiene il massimo risultato a costo zero!
Se ci pensate sono tanti i provvedimenti a costo nullo (se non addirittura dei tagli), fatti passare per GRANDI RIFORME senza esserlo: la riforma della scuola (che tenerezza, pero’, il maestro unico di De Amicis), i provvedimenti sui mutui dello scorso autunno, la social card,…
Inoltre e’ studiato il cercare il maggior impatto mediatico possibile (cosi’ la gente pensa: “… questo si che e’ un governo che si impegna, fa!” e per mesi interi poi non si parla d’altro).
E allora via con durissime multe a chi getta la carta per terra (non sarete mica per la sporcizia, vero?), per chi mangia il panino, per chi va in bici sul marciapiede, ecc…
Eppure il nostro Paese avrebbe bisogno si di parlare d’altro, di risanare i conti, di investire nel futuro. Le riforme che servono veramente al Paese sono quelle che magari danno effetti negli anni a venire, garantendo sviluppo, un futuro migliore, migliori aspettative di lavoro e fiducia. Ma non generano subito consenso, anzi, nel breve spesso costano soldi o costano consenso!
Vediamo allora, quando si tratta di trovare i soldi, qual’è l’orientamento del Governo:
1) Aumentare le tasse? No, non si puo’, i pochi che le pagano, le pagano gia’ altissime.
2) Lotta all’evasione? Non se ne parla! L’evasione e’ la grossa base del consenso del Governo. Lo ha dimostrato Tremonti col suo primo provvedimento “d’urgenza” (l’eliminazione della Tracciabilita’ dei Pagamenti). Piuttosto si raccolgono briciole facendo il solito vergognoso, diseducativo, ingiusto, “anonimo” condono (vedi il nuovo Scudo Fiscale, se interessa leggete qui: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001212.html ).
3) Ridurre le spese? Talvolta. Pero’ magari su servizi come la scuola o altro, mentre abbiamo i politici piu’ pagati al mondo! Hanno forse dato l’esempio riducendosi lo stipedio o parte dell’immenso costo della Politica in Italia? No! Non se ne parla. E le provincie? E tutte le assunzioni elettorali in Sicilia? E i comuni come Catania che falliscono e vanno risanati? Quelli non sono costi, sono investimenti elettorali!!
4) Combattere la corruzione? No! Scherziamo? Non e’ in agenda! Eppure tutte le statistiche dicono che siamo un Paese MOLTO CORROTTO e che tutto da noi (dai farmaci alle opere pubbliche) ha un costo ben maggiore (se non doppio o triplo) che negli altri Paesi Europei e quindi eliminare la corruzione sarebbe un modo per trovare soldi e per dare sviluppo. Invece tutti i provvedimenti dei governi Berlusconi hanno diminuto l’efficacia nella lotta alla corruzione e reso piu’ leggere e meno probabili le pene (in piena controtendenza con gli USA, per esempio). Il nostro Ministro della Giustizia poi sembra molto piu’ impegnato a difendere il “diritto alla privacy”!
5) Tassare maggiormente le rendite? Rimodulando il sistema fiscale, insomma. E’ infatti dificile che si possa sviluppare un Paese in cui il lavoro o l’innovazione sono sempre molto piu’ tassate delle rendite. No, non si puo! Costa consensi! Evidentetemente in Italia tanti vivono di rendite! Anzi, piuttosto presto si tornera’ all’antico con le Farmacie, i Notai, le assicurazioni, ecc.. annullando gli effetti delle seppur timide riforme di Bersani.
6) Fare crescere il debito, svendere il patrimonio, le spiagge, l’acqua? CERTO! Questa e’ di solito la soluzione preferita di Tremonti il quale starà gia’ ampiamente provvedendo. E’ dimostrato che in Italia si puo’ raddoppiare il debito pubblico, svendere il patrimonio dello Stato, far fallire un comune e mantenere il massimo consenso! La gente se ne frega. Magari qualcosa gli viene in tasca e tanto pagera’ qualcun’altro, i figli degli altri. Chi se ne frega dello Stato! Certo, pagheremo ogni anno miliardi di interessi (soldi in meno per servizi e investimenti, non certo per i politici, si badi bene), pazienza. Infatti se ci fate caso in Italia oramai assistiamo ad un curioso fenomeno: la destra (quella che dovrebbe essere per il “rigore” in economia) puntualmente aumenta il deficit, il disavanzo, sfascia i conti, e alla sinistra (o meglio a Prodi, Visco, Ciampi) è gia toccato un paio di volte metterli a posto (diventando così assai impopolare). Se solo non ci fossero quei noiosi dell’Europa che non ci lasciano indebitare come vorremmo e che stanno li sempre a misurarci il deficit limitando, ahime’, le possibilità di manovra di Tremonti.
In conclusione, queste sono secondo me le linee guida del Governo del Centro Destra!
NB: Va osservato pero’ che siamo in una democrazia. Possiamo noi davvero biasimare un politico che fa tutto quanto serve a generare consenso? Senza consenso un Politico va a casa! Una Politica magari più seria ma senza consenso (Prodi docet) fallisce!
Possiamo al limite chiederci come mai in Italia, al contrario di altre Nazioni, il consenso va spesso a politiche miopi e di breve periodo? In noi italiani io scorgo una combinazione di ignoranza, disinformazione, disillusione, individualismo e complicità.
Non penso pero’ si possa concludere semplicemente che abbiamo quello che ci meritiamo! Credo che i nostri atteggiamenti siano anche condizionati (se non coltivati ad arte) dal nostro pessimo sistema d’informazione.

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